Soccorso rotto
di Marco Travaglio
Alla corte di Bellachioma, come direbbe Corrado Guzzanti, c'è grossa crisi. Soprattutto nel pittoresco parco faunistico delle penne berlusconiane si segnalano allarmanti crisi di nervi. C'è il settimanale di famiglia Panorama che intervista il Cavalier Padrone: questi dà dei «traditori» a Casini & C, poi quando quelli protestano smentisce di aver mai dato l'intervista. E il direttore Pietro Calabrese non dice una parola a difesa del collega accusato di essersela inventata. Che tempra d'uomo.
C'è chi, come il Platinette Barbuto (sempre molto intelligente) s'era messo in testa di decidere lui il nuovo capo dello Stato e ora non si dà pace perché i mille e più grandi elettori ne hanno scelto un altro senza dirgli niente. Il ragazzo, si sa, si sopravvaluta sempre un po’. Fece il ministro nel primo governo Berlusconi, e sappiamo com'è finita. Si candidò nel Mugello, e fu letteralmente spianato da Di Pietro. Patrocinò tutti i migliori inciuci della storia recente, dal governissimo Maccanico alla Bicamerale: Caporetto, al confronto, fu una passeggiata. Tre anni fa, con le nude mani, dichiarò guerra all'Islam. Lui da solo. E si sa com'è andata. Poi tentò di insegnare a Ratzinger come si fa il Papa, ma quello non raccolse. Di recente, più modestamente, aveva ripiegato sul Quirinale, mettendo insieme un parterre de roi di sponsor della candidatura D'Alema, uno più prestigioso dell'altro: Lanfranco Pace, Scalzone, Dell'Utri, Confalonieri, Rossella, Feltri, Ostellino e Cirino Pomicino. Mancava solo Previti, momentaneamente impegnato altrove. Se esistesse il Premio Waterloo, spetterebbe di diritto a Ferrara. Alla carriera. D'Alema l'ha persino ringraziato per l'impegno profuso: ma dovrebbe chiedergli i danni, materiali e - se il termine non è troppo forte - morali. È probabile comunque che in futuro, se Platinette dovesse prendersi cura di qualche altro politico, questi lo implorerà in ginocchio di astenersene, per il proprio bene. Sempre sul Foglio, Christian Rocca lacrima inconsolabile per il «giustizialismo» che ci ha privati della preclara triade Moggi-Giraudo-Bettega: colpa dei pm che intercettano e dei giornalisti che informano, denuncia il Rocca. Cose brutte, per chi da anni elogia Guantanamo come modello inarrivabile di garantismo.
Sul Giornale invece Filippo Facci si dedica spasmodicamente ai «forcaioli» dell'Unità che vorrebbero tenere Previti in galera. Se Facci, oltrechè scrivere, sapesse anche leggere, scoprirebbe mondi inesplorati. Si accorgerebbe, per esempio, che nessuno ha mai scritto sull'Unità che Previti dovesse restare in galera a dispetto della legge ex Cirielli. Semmai abbiamo scritto che è una vergogna che il governo del complice di Previti, con il voto di Previti, abbia varato la legge ex Cirielli per tirar fuori di galera Previti prim'ancora che ci finisse. Anche se poi, come spiegava il Corriere dell'altroieri, la Cirielli era stata scritta con i piedi e, pur proponendoselo, non prevedeva affatto la scarcerazione dei detenuti ultrasettantenni: c'è voluto un giudice di sorveglianza di Magistratura democratica (Previti e Facci direbbero una «toga rossa») che ha interpretato in forma «estensiva» non la lettera, ma lo spirito della legge: in base alla lettera, Previti sarebbe rimasto dentro. Naturalmente, se il galeotto non si fosse chiamato Previti, la sua domanda di arresti domiciliari sarebbe stata esaminata con comodo. Le carceri italiane pullulano di detenuti che han chiesto di accedere alla Cirielli tre mesi fa, ma sono ancora lì. Hanno sbagliato cognome, o partito. Ma tutto questo ai garantisti de noantri non potrebbe fregar di meno. Tant'è che, sullo stesso Giornale che a pag. 1 dà dei «forcaioli» a noi, a pag. 10 compare il titolo: «Assolto a Milano l'ultrà che colpì Dida col petardo». In realtà l'hanno assolto perché non era stato lui. Ma mica si chiama Previti.
Ora comunque Cesarone è tornato a casa, agli arresti domiciliari, con l'inedito permesso di uscire due ore al giorno per soddisfare le sue «indispensabili esigenze di vita». Quali? Far visita a Squillante, come ai bei tempi? Tirare due calci al pallone al Circolo Canottieri Lazio? Movimentare bonifici in Svizzera? Acquistare aragoste vive per la celebre vasca sotto piazza Farnese? O - come ha suggerito il suo avvocato - «recarsi in Parlamento»? In fondo la Camera non ha ancora accolto le sue annunciate dimissioni (peraltro mai arrivate), e non è nemmeno detto che lo faccia, viste certe dichiarazioni dei «riformisti» dell'Unione. Un corruttore conclamato in Parlamento non è più una novità: uno più, uno meno. E poi l'attività parlamentare come surrogato all'ora d'aria aiuterebbe a colmare l'annoso divario fra il paese reale e il paese (parlando con pardòn) legale.
Un consiglio amichevole ai destri: ma perchè il centrodestra non si sceglie Travaglio come capocoalizione invece di correre dietro al Peron de noantri e alle sue scimmie urlatrici?
puntuale come la morte arriva il commento di Marco Travaglio, che fa strame della c.d. 'stampa' del centro-destra.
è proprio vero che l'impudicizia è la regola, Pietro Calabrese è così aggrappato alla sua poltroncina di direttore di Panorama da non spendere una parola per difendere il suo giornalista quando 'Bellachioma' smentisce addirittura di avere rilasciato una intervista già stampata !
Che schifo !
è proprio vero: è in atto un gigantesco catalizzatore del peggio che c'è nell'animo umano, che fa capo a Bellachioma e che ha intossicato, avvelenato la vita pubblica e di consenguenza e di riflesso anche quella privata, degli itagliani.
forza Marco.
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L'altra sera il platinette barbuto di cui sopra (detto anche mignottone) ha definito paolo flores d'arcais teorico della rivoluzione permanente.
Oggi in Italia chiedere un po' di legalità significa essere rivoluzionari.
singolare la concessioe di "due ore d'aria" al condannato eccellente alla detenzione domiciliare, lo ripeto, provvisoria.
i detenuti nelle carceri hanno diritto ad almeno due ore d'aria al giorno, che trascorrono nei cortili di passeggio.
non ho notizie di concessioni analoghe in altri provvedimenti, provviosri e definitivi, di ocncessione della detenzione domiciliare, mentre invece sono noti provedimenti singoli, che si esaurisono in unica soluzione (per una sola volta), per il disbrigo di necessità di vita che richiedono di uscire dal luogo destinato alla detenzione domiciliare.
la singolarità di questo caso sta nel fatto che il provvedimento è permanente.
bisognerebbe leggere l'ordinanza del magistrato di sorveglianza per capire le motivazioni:
è stato pubblicato qualcosa al riguardo ?