Dedichiamogli una strada. Magari quella dove passava le sue notti all'addiaccio, con una targa che spieghi chi era e quel che ha fatto. Questo è un eroe senza se e senza ma, che non divide e non dà la stura a polemiche; è un esempio di come tutti noi dovremmo essere: coraggiosi, generosi e disinteressati come questo Parsifal delle periferie.
sì, condivido, dedicargli il nome di una via, quello della discoteca presso la quale avvenne l'aggressione.
un suggerimento per Ferrante quando sarà sindaco.
sono sinceramente commossa...
Natale Morea ha vissuto circondato dall'indifferenza della sua famiglia, che lo aveva cacciato di casa, dall'indifferenza degli altri essere umani, che probabilmente lo "scansavano" ogni volta che gli passavano vicino, della politica, che non si è mai preoccupata di quelli come lui, persone che vengono messe ai margini della società perché non aderenti al "modello" di vita stabilito e che tanto "non votano".
Poi un giorno Natale Morea ha scelto di NON fare l'indifferente a sua volta, ed invece di fare come la maggioranza delle persone, ovvero girare lo sguardo da un'altra parte, ha scelto di intervenire per difendere cinque ragazze da due balordi.
Solo per aver compiuto questo gesto e solo perché ridotto in fin di vita. la politica gli ha assegnato la "medaglia al valor civile", le persone che prima lo "scansavano" si sono commosse e la famiglia che lo aveva "cacciato" lo ha accolto di nuovo in casa.
Se a Morea non fosse capitata l'occasione di NON fare l'indifferente, come tutti avevano sempre fatto con lui, oggi, o forse anche prima, sarebbe morto solo e al freddo come avviene per tutti gli altri barboni che non hanno l'occasione di "salvare" qualcuno.
Invece di fare retorica intitolandogli strade e dandogli medaglie non sarebbe meglio fare qualcosa di concreto per tutti i Morea che abitano le nostre città, e sperare che un giorno non esistano più persone costrette a vivere come viveva il povero barbone diventato famoso perché NON indifferente alle altrui disgrazie?
Salvatore, questa volta sei stato fantastisco !
Che Ferrante prenda nota di queste considerazioni.
Il mio ex-liceo, struttura concepita per ospitare una scuola materna, struttura cadente, piena di buchi, molti anni fa venne chiuso e, in seguito, fu stabilito di adibirlo a dormitorio notturno per senzatetto.
Avete presente i dormitori? Io ci ho prestato servizio e sono (sia media che bassa che bassissima soglia) luoghi "sommessi"...non saprei come altro definirli, sono strutture che al mattino presto si svuotano, in un silenzio stupefacente, e che la notte risuonano di russare e di colpi di tosse, cui rispondono i mugugni di chi ne è disturbato. Alla domenica, gli ospiti escono con la pancetta piena perchè c'è anche la colazione (dei volontari). Insomma, non sono orribili e pericolosissimi "centri sociali": sono luoghi invisibili come i loro ospiti...potrebbero essere strutture abbandonate, per quanto riguarda il loro impatto, se non fosse che sono pulite.
Ebbene, quando fu presa la decisione di utilizzare la mia ex-scuola a questo scopo, qualcuno in quel quartiere (che grazie a dio non è il mio) sobillò una ribellione dei residenti. Giuro che non ricordo di aver mai provato tanto dolore. O comunque poche volte, dolore, delusione, senso di impotenza davanti a tanta ingiustificata grettezza.
Lenzuoli bianchi esposti alle finestre dei palazzi...come quando si palesa(va) la propria opposizione a, che so, la mafia.
Non sia di consolazione il fatto che poi, nonostante ciò, il dormitorio si sia fatto e sia attivo: è stato evidente che, per i residenti, le persone che lì vanno a cercare di non morire assiderate non solo sono invisibili, ma tali devono restare, e non bisognerebbe nemmeno correre il rischio che siano viste occasionalmente.
Cosa può cambiare se questa è l'umanità che ci circonda.
Oppi, con quello che hai scritto confermi il mio punto di vista, quello nei confronti di Morea è buonismo d'accatto che mi infastidisce anche un pò.
Occhei, occhei, forse la mia era un'idea superficiale, dedicare una strada a un barbone morto, invece di occuparsi di quelli vivi che scansiamo sui marciapiedi e attraversiamo con lo sguardo senza vederli: ma mica sono cose alternative. Si può fare l'una e l'altra cosa. E comunque, la proposta va indirizzata a Veltroni, il sindaco di Roma, e non a Ferrante, futuro (sperem) sindaco di Milano.
però, salvatore, ammettilo: l'idea di intestare una strada, magari quella in cui si è consumato il delitto, non è poi così malavagia !
suggerisco la frase:
"Un eroe barbone e gay, ucciso per avere difeso cinque giovani donne"
sono serissimo.
:-|
dedicargli una via e il fatto che, al posto di assegnare onoreficienze cretine a "cavalieri" e stronzi vari (ivi comprese le "city angels" ipocrite), di questi si dica solo: RECTE FACTI FECISSE MERCES EST e non li si fili di striscio.
Carolina
ps il detto latino vuol dire: "LA RICOMPENSA DI UNA BUONA AZIONE CONSISTE NELL'AVERLA COMPIUTA".
Enzo, non ci sta male intitolargli la strada, dico solo che bisogna fare molta attenzione a non scadere nella alla retorica.
Octopus, non è morto per aver difeso le cinque ragazze (episodio avvenuto 2-3 anni fa), ma per cause naturali.
Carolina, bella la tua citazione.
L'Unità scrive:
"Si sono svolti a Massafra , in provincia di Taranto, giovedì i funerali di Natale Morea, "l'eroe senza casa" che il 14 dicembre 2003 era stato ferito gravemente a Roma mentre salvava due ragazze da una rapina. In quell'occasione era stato insignito della Medaglia d'Oro al Merito Civile dal'ex Presidente della Repubblica Ciampi. La storia di Natale, che aveva sessanta anni, aveva colpito l'opinione pubblica e mentre il clochard giaceva in coma in un letto d'ospedale in molti si adoperarono perchè il suo gesto venisse giustamente ricompensato."
Repubblica scrive:
"Tre anni fa, in un'alba di metà dicembre, Natale Morea aveva salvato dall'aggressione di una coppia di balordi, cinque ragazze appena uscite dalla discoteca in via Ostiense a Roma. Aveva pagato quel suo gesto da eroe con mesi di ospedale e ferite alle testa che non l'hanno mai abbandonato. Fino a ieri, fino a che il suo cuore stanco, sopravvissuto a sessant'anni di stenti e solitudine, non l'ha lasciato per sempre. ", come è indicato nel post.
Salvatore, non è difficile trarne delle conclusioni:
1) L'Unità non è ben informata, dichiara essere state due le ragazze salvate;
2) Repubblica appare meglio informata e stabilisce un nesso di relazione di causa-effetto fra l'aggressione ed i suoi postumi.
:-)
Purtroppo viviamo in un mondo di merda,dove le persone come Natale Morea sono l'eccezione mentre invece dovrebbero essere la normalita'.