Il coraggio di Rosy
di Maurizio Mori
Presidente della Consulta di Bioetica
Varie volte in passato ho criticato e polemizzato con Rosy Bindi sui temi della bioetica, e probabilmente avrò occasione di farlo ancora in futuro. Ma devo riconoscere che l’intervista fatta al «Corriere della Sera» di ieri è un gran buon segno di apertura: alcune affermazioni del nuovo ministro della famiglia fanno ben sperare nell’inizio di una nuova stagione.
Tre mi sembrano i temi importanti affrontati: quello circa la possibilità di una qualche modifica sulla legge della fecondazione assistita; quello a sostegno dei diritti delle persone nelle unioni civili; e quello circa la (ovvia) libertà dei vescovi di dire la loro ma l’altrettanto grave compito e responsabilità della politica di fare scelte autonome per dare una risposta alle esigenze della gente.
L’aspetto di maggior rilievo che più colpisce nelle dichiarazioni di Bindi è lo spirito dialogico e l’attenzione all’ascolto delle nuove e crescenti esigenze sociali. Rosy Bindi mostra di rappresentare così quei milioni di cattolici italiani che sono in faticosa ricerca di una mediazione tra le richieste della dottrina e le esigenze del vivere in una società tecnologica e secolarizzata. La preponderanza data dai media negli ultimi decenni agli interventi del magistero ecclesiastico ci ha abituato a pensare ai cattolici come a un gruppo monolitico, compatto e ubbidiente ai vescovi, ma vediamo che la realtà è diversa. Ci sono molti cattolici aperti alla discussione e pronti alla mediazione. Potremo poi anche non essere d’accordo, e sicuramente su alcuni punti non lo saremo: ma resta lo spirito di attenzione reciproca e la volontà di giungere a una mediazione. Credo che questo sia un aspetto decisivo e da non trascurare. Forse, è proprio lo spartiacque tra due diversi paradigmi - quello di chi vede la società attuale abitata da «stranieri morali» incapaci di comunicare tra loro, e quello di chi invece ritiene che sia possibile trovare qualche pagina di dizionario per riuscire a tradurre almeno qualche parola. Rosy Bindi propone una di queste pagine, e noi speriamo che si possa cominciare a discutere.
Venendo ai temi più specifici, è notevole l’apertura per una qualche modifica della legge 40/2004 sulla procreazione medicalmente assistita. Anche in un recente convegno scientifico a Massa Martana quest’aspetto è emerso con forza, e va considerato. Potrebbe rivelarsi difficile cambiare la legge, ma sicuramente vanno modificate al più presto alcune norme delle «Linee guida». Come ha più volte ed autorevolmente osservato Carlo Flamigni, la legge stessa affidava alle Linee guida numerose «passerelle di salvataggio», che sono state sbarrate dall’allora ministro Sirchia ottemperante all’interpretazione rigorosa proposta dal Comitato «Scienza e vita». Poiché le Linee guida sono di competenza del ministero e vanno riviste ogni tre anni, riaprire quelle passerelle è abbastanza semplice, e la loro riapertura sarebbe di grande aiuto per le molte coppie italiane che chiedono assistenza nella procreazione in Italia. Da tempo, ormai, il dibattito su questi temi portava solamente alla contrapposizione ed alle barricate, mentre le parole di Rosy Bindi sono una ventata di aria fresca ed aprono prospettive nuove.
Altro aspetto importante riguarda il riconoscimento dei diritti delle persone nelle unioni civili. A questo proposito sarebbe auspicabile che si assumesse un atteggiamento più propositivo, perché il dibattito in corso mette in luce la grave discriminazione subita da alcune categorie di persone conviventi che sono private dei loro diritti elementari. Dal punto di vista etico questa è un’iniquità grave, e da parte della sinistra ci vorrebbe maggiore coraggio nel sostegno ai valori emergenti. Ma anche su questo Rosy Bindi mostra aperture interessanti: esclude lo «scontro ideologico», e soprattutto mostra di non avere paura di riconoscere che si deve fare qualcosa anche per le «situazioni patologiche» - che esistono e non devono essere emarginate. A questo proposito, tra i tanti temi da affrontare uno è quello dei diritti dei cosiddetti «figli incestuosi».
Ultimo punto importante è l’aver riconosciuto che quello della famiglia è un ministero «da inventare» con spirito creativo e ottimismo, abbandonando il luogo comune della morte della famiglia uccisa dal nichilismo contemporaneo. L’entusiasmo per il nuovo compito sottintende una diversa prospettiva, quella che vede la famiglia in crescita e bisognosa di cambiamenti strutturali per potere crescere ancora nelle nuove circostanze. Rosy Bindi è partita bene dando un segnale forte e mostrando apertura nel voler cercare di dare risposte adeguate al nuovo che avanza. Invece di insistere sulle contrapposizioni ideologiche ha cercato di farsi interprete delle diverse anime presenti sia nella coalizione sia nel paese e di dare loro una qualche voce. Le divergenze (come anche gli errori) sono sempre possibili, ma la direzione imboccata è giusta.
L’auspicio è che questo compito - che sembra essere prioritario per l’intero esecutivo - sia perseguito con perseveranza, determinazione e coraggio, perché gli ostacoli sono molti e le resistenze forti. Per ricucire il tessuto sociale dalle lacerazioni create negli ultimi anni c’è bisogno di riconoscere i diritti troppo a lungo negati e dare speranza in rapidi cambiamenti. Sulla famiglia Rosy Bindi è partita col piede giusto: adesso restano da fare altri passi, magari da maratoneta o di corsa.
Se la notizia è vera e la Bindi non la smentisce o la ridimensiona, beh, io comincerei a respirare. Anche le notizie sull'Irak, sull'Europa, sulla TV, sulla giustizia cominciano ad allargare il cuore. Speriamo che parli anche il ministro dell'istruzione per dire che una riforma fatta su presupposti discriminatori va cambiata in radice. Ministro, parli! Giusto per regolarci...
"La preponderanza data dai media negli ultimi decenni agli interventi del magistero ecclesiastico ci ha abituato a pensare ai cattolici come a un gruppo monolitico, compatto e ubbidiente ai vescovi, ma vediamo che la realtà è diversa."
Ha ragione Mori con questa affermazione...
Io sono molto credente, ma sono anche favorevole ai PACS alla fecondazione etrologa... e a tante altre cose che non piacciono alla "dirigenza"... E ho manifestato con le donne di "usciamo dal silenzio"
Magari prima o poi mi beccherò la scomunica ma la fede non me la possono togliere...
Arrivano spiragli di luce!
non riuscivo a crederci... ma era vero... :-)
ho avuto un "sussulto" di gioia...
ma subito è arrivato lo scontro con una rappresentante della margherita, molto più restia a concedere diritti a coloro che non sono uniti dal sacro vincolo del matrimonio, ecc, ecc... (sic..!!)
Avrei voluto la Rosy all'Istruzione... peccato.
beh, globalmente considerata è quello che si dice una persona seria.
Carolina
laciliegina...
continua così..., piuttosto che tacere... e farsi "portare" come pecore meglio che ti scomunichino...
continuo a chiedermi chi è fioroni e perchè non hanno dato l'istruzione alla bindi....
Margherita eh? Ma il loro leader Rutelli non era un radicale? Fulminato sulla via di Damasco anche lui...:)
Salvatore...
fulminato è la parola giusta...!!! :-)
laciliegina...
http://it.wikipedia.org/wiki/Giuseppe_Fioroni
mah il curriculum di fioroni mi lascia perplessa...
e poi ammetto di avere dei pregiudizi sugli scout...
era anche un verde, Salvatore. e ora che la DC non c'è più (o meglio, fa lo 0.7%), fa il democristiano! :)
Secondo l'Osservatore romano la Bindi propone una sua particolare visione relativista del diritto privato.
E io dico no, cavolo, lasciate in pace il diritto privato! Sono 2700 anni che gli spiriti più indipendenti combattono per mantenere al suo interno un nucleo, minimo, di regole di civiltà nonostante si siano avvicendate religioni, regimi politici, classi sociali.
Non è nè relativo nè assoluto, è la base della nostra società. E la Chiesa qui davvero non deve mettere bocca
Forza Rosy.Con persone come lei davvero sarebbe bello fare un nuovo grande soggetto politico che proseguisse l'avventura dell'Ulivo.
E' quello che dicevo prima, se uno è cattolico ma ha delle aperture che secondo me si conciliano perfettamente con quella che dovrebbe essere la "carità cristiana" (ma probabilmente la mia è una visione relativista, dato che penso che andrebbe riconosciuta e tutelata l'affettività di chiunque), rischia la scomunica....
E l'Osservatore Romano scomunicò la Rosy.... Perchè dare del "relativista" ad un credente è l'aperitivo per la scomunica...
A me non sembra affatto che la Bindi sia una cattolica "moderna" o "liberale"; più che altro tenta di mediare -con scarssisimo successo e tanta ipocrisia- tra Ruini e la parte laica del centro-sinistra.
Per la precisione i "cattolici liberali" erano quelli di A.C.Jemolo e sostenevano la separazione tra chiesa e stato; ovvero che lo stato doveva essere laico ed i precetti religiosi valevano solo ad inidirizzare i credenti. Esemplificando: si ai pacs e all'aborto, ma i cattolici non devono usufruirne (pena il peccato o comunque una pena religiosa).
La Bindi invece proviene dal dossettitsmo, che si muove su tutt'altro terreno e non accetta l'idea che il comportamento religioso sia un fatto privato e le leggi una cosa che riguarda tutti.
Da qui le contorsioni della neo-ministra della famiglia (materia probabilmente a lei ignota, ma non è detto che un buon ministro dell'ippica debba essere per forza un cavallo).
Quanto alla morte della famiglia (uccisa dal nichilismo contemporaneo; schiera di cui mi onoro fare parte) beh, anche qui bisogna cominciare a ragionare in modo diverso.
Come non esiste più il posto fisso, non esiste neanche più la famiglia "fissa". Le unioni durano quello che possono durare, spesso si hanno figli con mogli/mariti diversi etc. e tutto questo non è ne' un crimine ne' un male, ma il riconoscimento della reale durata dei sentimenti umani e che, giustamente, sono tutt'altro che eterni (e per fortuna che è così). L'indissolubilità del matrimonio è una stupida imposizione dogmatica e non ha senso comune (fuori dalla religione).
Per altro imposta da gente (i preti) poco adusa a praticare la questione, se non in qualche vialetto la sera..
dedalus quella sulla "materia a lei ignota" te la potevi risparmiare ,è squallida e senza fondamento .
dedalus, intendevi ciò che segue ?
"Il nichilismo (volontà del nulla) è un orientamento filosofico che nega l'esistenza di valori e di realtà comunemente ammessi.
La diffusione del termine risale alla fine del '700 (latino NIHIL=nulla) quando Jacobi caratterizzò come nichilista la filosofia trascendentale di Kant e soprattutto la ripresa fattane da Fichte. Secondo Jacobi il sistema della pura ragione "annichila ogni cosa che sussista fuori di sé".
Successivamente Schopenhauer riprese in chiave nichilista il problema della conoscibilità e dell'essenza del reale. La realtà fenomenica è l'apparenza nullificante e dolorosa della Volontà irrazionale e inconscia che origina il cosmo intero. L'uomo può liberarsi solo cessando di volere la vita e il volere stesso, per abbracciare il nulla.
Con Dostoevskij il termine indicava la perdita dei valori tradizionali cristiani nel mondo moderno, il destino della modernità dopo "la morte di Dio". Per Dostoevskij la morte e la negazione di Dio da un lato, e la fede nel Dio negato ma redentore proprio perché sofferente (capace di salvare la sofferenza, prendendola su di sé, dall'insensatezza e dal vuoto nulla) dall'altro, avrebbero potuto ricondurre, attraverso il crogiuolo del nichilismo, il cristianesimo al rinnovamento.
Per Nietzsche il nichilismo appartiene alla vicenda del cristianesimo, che insegnando a cercare la verità in un altrove metafisico, condanna il mondo e Dio stesso al nulla.
Il termine di nichilismo fu usata da Nietzsche in tre occasioni principali:
nel passato è esistito un nichilismo intrinseco a tutte le metafisiche, dato dal prevalere in esse di un atteggiamento contrario alla vita.
Secondo Nietzsche tutti i sistemi etici, le religioni e le filosofie elaborate nell'intera storia dell'Occidente sono interpretabili come stratagemmi elaborati per infondere sicurezza alla gente, a coloro che non riescono ad accettare la natura imprevedibile della vita e quindi si rifugiano in un mondo trascendente; sono reazioni protettive di un uomo insicuro, spaventato dalla propria stessa natura (dalle passioni, dall'istinto) ed incapace di accettarsi. La massima espressione di questa nullificazione dell'uomo è stata la religione ebraico-cristiana: l'etica dell'amore, della pietà e della mortificazione del corpo in vista di una ipotetica felicità ultraterrena è solo una perversione dello spirito, una patologia dell'umanità;
in una seconda accezione Nietzsche intese con nichilismo la morte di Dio, ossia la condizione dell'uomo moderno, che a partire dall'Illuminismo ed a causa di una "accresciuta potenza dello spirito", crede sempre di meno nei valori tradizionali. E' una crisi di una civiltà che Nietzsche riassume con la formula "Dio è morto", dove Dio è il simbolo di tutte le fedi e di tutte le metafisiche. Nietzsche descrisse in termini efficaci questo nichilismo (la crisi di valori) dell'epoca attuale: notò ad esempio come il venir meno di ogni certezza, l'abbandono di ogni prospettiva religiosa o oltremondana, provochino nell'uomo contemporaneo un forte senso di fallimento e smarrimento esistenziale. Ne consegue una nostalgia del passato, il rimpianto per quel periodo felice in cui ancora si credeva alle favole metafisiche. L'uomo moderno non crede più, ma vorrebbe credere; d'altra parte non sa più in cosa credere e non riesce più ad usare i miti ed i riti del passato. Finisce quindi con l'inventarsene di nuovi, crea nuove fedi in sostituzione delle antiche spesso investendo di senso religioso le ideologie politiche. Nelle esperienze tragiche della storia moderna, nel proliferare delle sette religiose, nel persistere di credenze magiche (astrologia, parapsicologia, ufologia) e persino mistiche (le apparizioni della Madonna) si può vedere un disperato nichilismo, una "volontà di credere ad ogni costo" a qualcosa;
esiste infine per Nietzsche, un nichilismo attivo e positivo: l'atteggiamento proprio dell'oltreuomo che accetta la "morte di Dio" e con essa la fine di ogni metafisica ed è capace di reggerne psicologicamente le conseguenze.
In questo senso Nietzsche rivendicò per sé il titolo di primo nichilista.
Così Nietzsche parla di sé:
"Ciò che io racconto e' la storia dei prossimi due secoli. Io descrivo ciò che viene, ciò che non può fare a meno di venire: l'avvento del nichilismo. Questa storia può già ora essere raccontata; perché la necessità stessa e' qui all'opera. Questo futuro parla già per mille segni, questo destino si annunzia dappertutto; per questa musica del futuro tutte le orecchie sono già in ascolto. Tutta la nostra cultura europea si muove in una torturante tensione che cresce da decenni in decenni, come protesa verso una catastrofe: irrequieta, violenta, precipitosa; simile ad una corrente che vuole giungere alla fine, che non riflette più ed ha paura di riflettere. - Chi prende qui la parola sinora non ha fatto altro che riflettere: come filosofo ed eremita d'istinto, che ha trovato vantaggio nell'appartarsi, nel restar fuori, nel ritardare, come uno spirito audace, indagatore e tentatore che già si e' smarrito in ogni labirinto dell'avvenire;…che guarda indietro mentre narra ciò che avverrà, come il primo nichilista compiuto d'Europa, che ha già vissuto in sé sino il nichilismo sino alla fine, e ha il nichilismo dietro di sé, sotto di se, fuori di se" (Wille zur Macht)
Il filosofo individua accanto a un "nichilismo attivo", segno di forza e crescita dello spirito, anche un "nichilismo passivo" determinato dall'attenuarsi dell'energia dello spirito e che comporta l'accettazione rassegnata della crisi dell'epoca.
Sotto questi riguardi, il nichilismo si rivela chiuso in un equivoco che lascia aperta la possibilità di essere "per l'una o per l'altra, ma anche per l'una e per l'altra"
[...]Nichilismo come segno della cresciuta potenza dello spirito: come nichilismo attivo.
Può essere un segno di forza: l’energia dello spirito può essere cresciuta tanto, che i fini sinora perseguiti ("convinzioni, articoli di fede") le riescano inadeguati.[...]
Nichilismo come declino e regresso della potenza dello spirito: il nichilismo passivo: come segno di debolezza: l’energia dello spirito può essere stanca,
2. presupposti di quest’ipotesi: Che non ci sia una verità; che non ci sia una costituzione assoluta delle cose, una "cosa in sé"; ciò stesso è un nichilismo, è anzi il nichilismo estremo. Esso ripone il valore delle cose proprio nel fatto che a tale valore non corrisponda né abbia corrisposto nessuna realtà, ma solo un sintomo di forza da parte di chi pone il valore, una semplificazione ai fini della vita.
(tratto da: F. Nietzsche, Frammenti postumi 1887-1888, in Id., Opere complete, trad. it. di S. Giametta, vol. VIII, tomo II, Adelphi, Milano 1971, pp. 12-14)"
è un pochino più complicato, vero ?
dedalus, probabilmente sarà poco "glamour" ma credo che, sebbene tu non abbia tutti i torti circa la durata delle relazioni, non sia una brutta cosa tentare di non mollarsi alla prima difficoltà...
Magari con già dei bimbi coinvolti eccetera...
A parte questo credo anch'io che il concetto di famiglia vada rivisto perchè ormai ci sono tante famiglie diverse da quella classica e non per questo con un patrimonio affettivo meno ricco...
Sulla "materia ignota" alla Bindi, antonella_c ha espresso anche il mio pensiero...
Octopus: a me fa piacere che ogni volta che si fa qualche accenno a questioni latamente filosofiche tu corra a scartabellare le enciclopedie sul web.
Giova alla tua crescita culturale.
Brutalmente (e senza alcuna finalità positiva) sarei per questa:
"in una seconda accezione Nietzsche intese con nichilismo la morte di Dio, ossia la condizione dell'uomo moderno, che a partire dall'Illuminismo ed a causa di una "accresciuta potenza dello spirito", crede sempre di meno nei valori tradizionali"..
laddove x potenza dello spirito si intenda la crescita della ragione razionale sotto il cui tritacarne le credenze infondate si dimostrano quello che sono..un hamburger di dogmi e superstizioni..
Comunque, visto che la cosa sembra interessarti, ti consiglio di dedicarti al Nietzsche di "Aurora" e di "Umano..", dedito alla "distruzione" (critica) della religione e della morale..
E' stata a lungo una delle mie letture preferite..
io ho 70 anni, dedalus, tu invece mi sembri incomparabilmente più giovane di me ed anche molto arrogante.
io ho fatto un lavoro per 40 anni che parava il culo a te, ai giovani rampolli di buona famiglia e tutta 'la meglio gioventù' di ieri e di oggi.
non ho avuto molto tempo da dedicare agli approfondimenti.
poi, sempre meglio una definizione auterevole che le scempiaggini che leggo troppo spesso.
e poi, non stiamo facendo il compitino in classe.
ai miei tempi a tipi come te si dava un semplicissimo consiglio:
datti all'ippica.
anche a te come a Kaiser non rispondo più.
{:^=(
spara pure cazzate a ruota libera e in libertà.
Non vorrei insistere, ma qualche buona lettura si può fare pure a 70 anni ...
ne convengo dedalus, ma ti capisco e ti perdono.
{:^=(
Un vecchio di 70 anni che fa le faccine con le parentesi,fa il grassetto con i tag HTML ,usa un linguaggio scurrile da ragazzetto e fa battute di 3 media...
ma voi vi immaginate antonio fazio,romano prodi ,pippo baudo a parlare così?
Semplicemente Ridicolo...
ULTIMISSIME DA MILANO
Dopo la nota intervista di Rosita al Corriere della sera e la sua dichiarazione shock di essere favorevole ai pacs,il mondo giornalistico ha inseguito la donna politica per ore,scovandola alla fine nascosta nella sacrestia di una moderna chiesa di Paderno Dugnano nell'atto di farsi un idromassaggio ai polpacci.
Non potendosi esimere dal dare udienza ai numerosi giornalisti che premevano fuori dalla porta,la Rosita ha si è concessa per alcuni minuti al fuoco di fila di domande.
Su quella nevralgica che le chiedeva conferma della dichiarazione da lei rilasciata al Corriere,Rosita,paonazza in viso e coi polpacci in fiamme,ha risposto:"Ebbene si.Sono favorevole ai pacs.Personalmente non vedo l'ora di legalizzare la mia ormai annosa convivenza con Bisont,il mio peluche alto 2 metri e largo 1,50,senza il quale ormai mi è impossibile vivere!"
La dichiarazione ha suscitato larga eco dovunque,e in particolare nei sacri palazzi romani,dai quali - pare - sono scomparsi come per incanto tutti i pupazzi che ornavano leggiadramente le stanze da letto di alcuni cardipali.
voi state male
Uno dei giornalisti,tale Antonio, le chiese come mai quella improvvisa inversione di rotta.
E la Rosita,di rimando:
"Si rende conto,Antonio,che qui se c'è qualcuno che sta male ,è solo lei? E' forse invidioso perchè non ha un pupazzo con cui convivere?"
un vecchio molto più giovane di te, che non fai le faccine, ma le figuracce sicuramente sì !
Dimmi, quella faccina che cosa ti ispira ?
dovrebbe, sai ?
te la rifaccio:
{:^=(
magari sei dedalus !