Luzzatto: è riduzionismo Io mi ribello
L’ex presidente delle comunità ebraiche: non ha mai citato Hitler
di Umberto De Giovannangeli
UN IMBARAZZO che tracima nello sconcerto. Per il «riduzionismo» della responsabilità collettiva del popolo tedesco nell’Olocausto, per aver usato solo due volte la parola Shoah nel suo discorso. Imbarazzo e sconcerto per «un nome che il Papa tedesco non pronuncia mai: quello di Hitler». Così Amos Luzzatto, già presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane commenta il discorso pronunciato ad Auschwitz da Benedetto XVI.
Come valuta il discorso pronunciato da Papa Benedetto XVI ad Auschwitz-Birkenau?
«Inizierei con la visita del Papa in Polonia, con la quale Benedetto XVI ha inteso segnare una continuità con il suo predecessore Giovanni Paolo II, e questo va apprezzato, perchè recarsi in particolare ad Auschwitz dove ancora per un po’ di tempo si vedono gli ultimi sopravvissuti ai lager nazisti è un segno abbastanza chiaro di una volontà precisa di contrastare altre tentazioni del genere e di andare in un’altra direzione. Quanto al discorso, beh, non posso che dirmi imbarazzato».
Da cosa nasce il suo imbarazzo?
«Da vari motivi. Il primo è il modo come il Papa si presenta in quanto figlio del popolo tedesco. Questo mi lascia molto imbarazzato perchè le parole che io leggo nel testo mi sconcertano. Leggo testualmente: “...un gruppo di criminali raggiunse il potere mediante promesse bugiarde, in nome di prospettive di grandezza, di recupero dell’onore della Nazione e della sua rilevanza con previsione del benessere e anche con la forza del terrore e dell’intimidazione cosicchè il nostro popolo potè essere usato e abusato come strumento della loro smania di distruzione e di dominio...”. Questa, con tutto il rispetto per Benedetto XVI,è una descrizione che lascia molto a desiderare. Innanzitutto perchè non c’è una parola una sul razzismo e sul fatto della predominanza di una razza sulle altre razze. Senza riconoscere questo, che ha portato in realtà una grande maggioranza del popolo tedesco a sostenere un regime e senza quel sostegno di massa quel regime non avrebbe potuto reggere così a lungo, fino alla fine della guerra. I motivi, storici, politici, culturali, che sono alla base di quel sostegno andrebbero indagati e non ridotti a un gruppo di criminali che manipola la coscienza di un popolo. Contro questo riduzionismo io mi ribello. Il vero problema è quello di disinnescare il collegamento fra altri gruppi di criminali che ci posso essere in tutti i tempi e altri popoli che possono essere portati a sostenere quelli che Benedetto XVI definisce “un gruppo di criminali”. Questa descrizione è molto riduttiva e soprattutto non offre una prospettiva di un lavoro in profondità perchè queste immani tragedie non possano ripetersi. C’è poi un altro e non meno importante motivo di imbarazzo...».
Quale, professor Luzzatto?
«Il popolo ebraico è appena menzionato. La Shoah è menzionata solo due volte nel discorso papale, troppo poco per una tragedia così grande. Io non sono d’accordo che si possa dire “il luogo (Auschwitz, ndr.) in cui ci troviamo è anche il luogo della Shoah..» È uno dei luoghi della Shoah, il più terribile se vogliamo, ma i luoghi della Shoah sono tutti i luoghi in cui gli ebrei sono stati perseguitati, cacciati, ricercati ovunque si nascondessero per essere consegnati ai treni dei deportati per portarli ad Auschwitz. La Shoah comincia molto prima di arrivare ad Auschwitz. Inizia con le razzie, comincia con l’emarginazione,si invera con i monumenti che troviamo a Berlino, persecuzione sistematica e crudele degli ebrei. Il tentativo di annientamento totale degli ebrei non può essere definito solo un episodio criminale, per quanto esecrabile, e tanto meno diluito in un lungo e indistinto elenco di lapidi da leggere: in cieko, bielorusso, tedesco, francese, greco, ebraico (meno male), croato, italiano, yiddish (meno male), ungherese, irlandese, norvegese, polacco, russo, rom, rumeno, slovacco, serbo, ucraino, giudeo-espanico, inglese. È vero che c’è scritto, nel discorso del Papa, che i potentati del Terzo Reich volevano schiacciare il popolo ebraico nella sua totalità, ma là è iniziata al Shoah, quella è la dottrina della Shoah, non altra. Certo che l’uomo ha sofferto ed è stato degradato ad Auschwitz, ma diciamo le cose come sono. Sostanzialmente due tipi di uomini sono stati schiacciati, degradati, annientati nei lager nazisti. l’uomo- ebreo e l’uomo- zingaro. Questi due tipi di uomini erano mandati là per ucciderli; quei lager erano la fabbrica della morte per loro in maniera specifica. Gli altri sono state certamente vittime di una persecuzione di un regime crudele ma non è la stessa cosa come organizzazione ideologica, dottrinaria ancora viva perchè si sente ancora negare che ci sia stata qualsiasi specificità nella Shoah, si sente addirittura negare che queste cose siano avvenute e ancora qualcuno dicendo di se stesso non sono un antisemita afferma che gli Ebrei disprezzano gli altri popoli. Questo è una cosa che a grandi lettere deve essere dichiarata falsa in un viaggio ad Auschwitz».
l’uomo- ebreo e l’uomo- zingaro... e l'uomo- slavo
solidarietà a tutti gli ebrei che sono sopravvissuti alla Shoa, alla distruzione id massa, ad Amos Luzzatto in particolare perchè se ne faccia portavoce.
Ciò che leggo del discorso del papa ad Auschwitz-Birkenau conferma le impressioni che io ho descritto nel precedente post sull'avvenimento delle visita papale.
Questo papa non è all'altezza della situazione nel confrontarsi col passato tragico e demoniaco della sua patria.
Non è un pugno di delinquenti che, impadronitosi del potere, hanno fatto quello che hanno voluto fino alla quasi totale distruzione della Germania.
Era quella generazione di tedeschi che hanno collaborato entusiasticamente, che non avevano, non hanno avuto nella propria coscienza, individuale e collettiva, gli anticorpi per contrastare questo potere assoluto di pochi, che diversamente non avrebbe avuto vita così lunga.
con tutto il rispetto per l'odierno popolo tedesco, meglio per quello uscito dalla II guerra mondiale a pezzi.
Non sono d'accordo. Il nonno di mia moglie è disperso in russia e non ci andò in gita di piacere, ma mandato da Hitler, così come tanti alpini italiani che non sono più tornati. Si fa presto a condannare i tedeschi, ma che noi italiani abbiamo tollerato 20 anni di fascismo ce lo siamo dimenticati, così come i massacri fatti dall'esercito italiano in Etiopia, Albania, Grecia, ecc. E cosa fecero i nostri nonni per dissociarsi? C'erto, c'è stata la resistenza, ma nella parte conclusiva della guerra. Ma per 20 anni nessuno ha mosso dito, a parte Matteotti o altri che sono stati mandati al confino e davanti a loro mi levo tanto di cappello, ma il cittadino comune, l'uomo della strada non fece altro che tacere e chi tace acconsente.
(Premessa: è chiaro che le mie considerazioni sono personalissime. Me ne rendo conto: anche se quando le scrivo diventano "sentenziose" so che restano discutibili...)
Strano che si vada a contare il numero di volte in cui viene detta la parola Shoah, mi sembra una contabilità inspiegabile (sarà che non capisco molto di retorica).
"A metà del guado" tra anti-nazismo "ortodosso" e riduzionismo, si dovrebbe prima di tutto cercare di capire come certe cose siano potute succedere - che poi è la cosa migliore per evitare che tutti quegli esseri umani siano morti invano. Quando invece si fanno discorsi stando attenti a ciò che diranno gli altri si scade in un triste esibizionismo, particolarmente atroce se manifestato ad Auschwitz.
Il "male nel popolo tedesco" non può spiegare il nazismo. È assurdo e razzista sostenere che tutto un popolo possa essere stato "volenteroso carnefice" di Hitler. Fare dei tedeschi, tutti quanti, dei "capri espiatori" è comodo e metterà forse l'animo in pace ma pone le premesse perché questo tipo di tragedie si ripetano.
Anche parlare di "un gruppo di criminali" che usò e abusò del popolo tedesco è (troppo) comodo. Mettere il "peccato" sulle spalle di qualcuno (qualcun altro) deriva evidentemente da fortissime pulsioni ancestrali.
Le parole di Ratzinger e le reazioni mi mettono addosso molta tristezza e sfiducia nell'essere umano. "Trovare il colpevole" nella società va bene in un tribunale, quando si guarda alla storia dei totalitarismi bisognerebbe cercare il colpevole dentro se stessi.
I tedeschi non commisero i crimini del nazismo perché erano "malvagi".
I tedeschi non furono "plagiati" da un gruppo di criminali.
Le vittime non sono solo gli ebrei; la specificità della Shoah non deriva dal gruppo etnico delle vittime - peraltro non uniforme - ma dall'enormità del crimine e del suo contesto: come è possibile che sia stato perpetrato lo sterminio di milioni di persone, su base razziale, potendo contare su una così ampia, "entusiasta" partecipazione?
La Shoah diventa inutile se non la usiamo come lente per guardare dentro noi stessi. Moltissime persone sono entrate nell'ingranaggio dello sterminio, pochi si sono ribellati. Gran parte del popolo tedesco non sapeva "tutto", ma quasi tutti quelli che sono stati coinvolti hanno aderito; hanno obbedito; hanno ucciso.
Sarebbe cambiato qualcosa se non fossero stati tedeschi? Come si sarebbero comportati altri popoli nelle stesse condizioni?
Il vero pericolo del razzismo è di poter arrivare a crederci; di poter pensare che ci siano "altri" assurdi e irriducibilmente diversi. Siano essi Juden, tedeschi, zingari o altro. La "fortezza di umanità" da difendere è la propria anima.
Pochi anni fa c'è stata in Bosnia la "pulizia etnica". La "questione palestinese" è irrisolta da decenni. Chiunque può ritrovarsi dalla parte dei carnefici, nessuno può chiamarsi fuori, né gridare la propria "specificità", né pensare di essere intoccabile e "puro".
Non ci sono (per fortuna!) situazioni paragonabili al nazismo e alla Shoah, ma potrebbero essercene in futuro.
Sono pronto? Se toccherà a me, sarò un "volenteroso carnefice" o sarò uno dei pochi a dire no? Questa è l'unica questione che conti.
P.S.: venerdì ho trovato un volantino "elettorale" sulla mia auto; lo slogan era "ORA BASTA! FUORI DALLE BALLE". Sotto, una foto di musulmani in preghiera. Più sotto, la scritta "Sostieni Forza Nuova" e un numero di cellulare.
La società italiana è diventata razzista. La Lega Nord si è tramutata da movimento anti-statalista a partito xenofobo e razzista. La probabile prossima sindaca di Milano si è alleata con i titolari del più violento razzismo nazionale (Forza Nuova); con i "volenterosi carnefici" nostrani.
Domandarsi se i tedeschi fossero "malvagi", oppure se la Shoah sia stata colpa di un "gruppo di criminali", non servirà a molto.
Meglio chiederci cosa siamo noi, capire che abbiamo dentro un "mostro" da combattere, parlarne con gli altri. Cercare di fare in modo che serva a qualcosa.
qui c'è il testo del discorso:
http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/speeches/2006/may/documents/hf_ben-xvi_spe_20060528_auschwitz-birkenau_it.html
Carolina
ps tutta la mia stima e la mia solidarietà ad Amos Luzzatto.. cui devo anche una "lecture" molto forte e al contempo molto fine e colta sul tema del perdono nell'Ebraismo.
Carolina
Il razzismo è sbagliato da qualunque parte venga e lo stesso vale per le persecuzioni religiose. Gli ebrei sono stati perseguitati da Hitler come da Stalin e da santa romana chiesa e questi sono dati di fatto innegabili. sarebbe sbagliato ora trasformarci (noi italiani) in persecutori dei musulmani. Io penso che i fondamentalisti che fanno gli attentati siano una minoranza ( sono tanti ma sono sempre pochi paragonati alle migliaia di persone che formano l'islam) ma che il grosso dei musulmani siano gente come noi che lavora (se ha un lavoro) e che ha famiglia.
Mi spiace ma non ho annotato il numero e non ho più il volantino.
quando ratzinger fu eletto papa mi chiesi quale continuità avrebbe avuto con papa giovanni II, un papa questi scelto non casualmente,ma perchè portasse a compimento l'abbattimento dei muri simbolici e non che dividevano il mondo occidentale da quello dell'est europeo.
un'ideologia, quella comunista ortodossa crollò, e papa giovanni fu decisivo per tale operazione, la sua giovinezza, la sua opera nel mondo operaio lo rendeva credibile agli occhi dei cattolici di oltre frontiera, potè negli anni portare a compimento l'abbattimento della cortina di ferro, un nuovo assetto politico-sociale-economico mondiale muoveva i primi passi, tutto avvenne senza spargimento di sangue, fortunatamente.
gorbaciov parallelamente lavorava per un riformismo socialista.
Ma oggi?
Papa giovanni è morto, gorbaciov messo nell'angolo, alleanze impossibili da immaginare fino a pochissimi anni fa, putin-bush-blair-berlusconi a braccetto, imperi economici che avanzano dalla miseria (cina, india, che minano seriamente la stabilità occidentale), terrorismo musulmano che sull'onta di gravissimi errori ed orrori diplomatici semina terrore in tutto il mondo, e la chiesa cosa fa?
elegge un papa moderato? un papa che sappia abbracciare le differenze e isolare i toni degli integralismi emergenti?
non sono religiosa, ma penso che la chiesa abbia commesso un gravissimo errore nel non sapere riconoscere la gravità del momento.
Penso che un papa meno reticente, più dialogante e aperto alle nuove istanze che avanzano da più parti del mondo, sarebbe stato un premio migliore che la chiesa poteva fare ai suoi fedeli.
Non sarebbe stato un segno di debolezza ma di forza, di grande energia.
Si sarebbe levata una sola voce autorevole e non le mille grida di gente sconclusionata che con la spiritualità e la fede non ha nulla da condividere.
Maria
Danjar il tema di come mantenere viva la memoria e farle superare la prova del tempo e saperla conciliare col presente non è per niente banale e ci stiamo picchiando un po' tutti la testa.
Mentre su questo si discute e ci si divide è il caso di respingere le soluzioni che al problema danno le persone come il Papa. Come anche sulla questione delle identità io nelle letture razingheriane ci trovo un aggiramento interessato del problema, visto che bene o male propone la disciplina del credo come risposta alla messa in discussione dei valori. La conseguenza è che alla faccia della presunta finezza teologica il papato oggi propone una fede che non si interroga più e quindi non sa neanche dare risposte. Il modo in cui banalizza la nostra storia è esemplare di questo.
Quindi chi di noi contesta un uso indistinto e inappropriato dell'accusa di antisemitismo per mettere a tacere posizioni non gradite, non può secondo me sollevare obiezioni anche quando questa accusa viene rivolta in circostanze limpide e sacrosante e doverose come in questo caso.
Il popolo tedesco non ha subito una punizione collettiva per il sostegno dato al potere nazista, se non per le sciagure che quello stesso regime ha richiamato sulla nazione tedesca con la guerra. Anzi li si è aiutati a uscire dalla distruzione tornando ad essere un paese prospero e realizzato. Quindi è stato più che corretto essere messi di fronte alla coscienza della colpa oggettiva e popolare che pesava sulle loro teste, come un'ingombrante eredità.
Noi non abbiamo nemmeno avuto la dignità di affrontare questa messa in discussione.
Sono d'accordo, Antonio.
La "loro" colpa (dei tedeschi) derivò da una "natura" che più che tedesca è umana.
Per questo non mi piacciono i "riduzionismi" che parlano di "un gruppo di criminali", né il riferimento nudo e crudo al "popolo tedesco". Nessuna delle due categorie aiuta a capire il problema.
Il male è dentro di noi, se c'è una cosa che vale la pena di fare nella nostra (breve) vita è imparare a tenerlo a bada, diffondendo piuttosto memi di bene (amore e libertà).
Se non abbiamo imparato dai nostri errori "di italiani" cerchiamo almeno di imparare dagli errori dei tedeschi...
"se c'è una cosa che vale la pena di fare nella nostra (breve) vita è imparare a tener[e] a bada [il male], diffondendo piuttosto memi di bene (amore e libertà).
O porc... Starò mica diventando buddista?
(Quel che è certo che mi sto citando, roba che è sempre un bruttissimo segno... Scusate il "fuori tema".)
vorrei che tutti gli intervenuti in questo post ed in quello precedente vedessero (o rivedessero) gli orrori dei campi di sterminio.
sono immagini di una tale crudezza da far sembrare vaniloquio qualsiasi disquisizione sul fenomeno e che rendono penosamente inadeguato l'intervento del papa.
se questo era tutto quello che aveva intenzione di dire, poteva risparmiarcelo.
luigi perchè questa richiesta? pensi che non abbiamo gli occhi già pieni di orrore?
maria
di quelli nel mondo occidentale (Europa) non se n'è più avuti.
Per fortuna.
La prima volta ho dovuto distogliere lo sguardo, non ce la facevo a reggere tutto quell'orrore, mi angosciava ed io non c'entravo nulla.
Tutta una generazione di tedeschi è stata sorda, muta e cieca.
Si è creato il "male assoluto" ed è accaduto nella mitteleuropa !
Ma anche perchè leggo commenti troppo dotti e, talvolta, anche un po' pretenziosi.
Senza offesa.
Non sono necessarie le buone letture, il linguaggio delle immagini non ammette alibi.
Io invece ho espresso mie impressioni e sensazioni, solo quelle, in entrambi i post.
P.S.; hai anagrammato il tuo nome ?
"I tedeschi, che allora vennero portati ad Auschwitz-Birkenau e qui sono morti, erano visti come Abschaum der Nation – come il rifiuto della nazione. Ora però noi li riconosciamo con gratitudine come i testimoni della verità e del bene, che anche nel nostro popolo non era tramontato"
questa frase è tratta dal discorso ,e secondo me è indicativa dell'intento riduzionista in quanto è in contraddizione con il "gruppo di criminali" e da più l'idea di un popolo consenziente e partecipe più che "usato e abusato".
Luigi il pericolo dell'orrore è sempre presente, non chiudere gli occhi è un dovere a cui non possiamo sottrarci, discuterne è necessario per mantenere costante e vigile l'attenzione, credo che i morti ci chiedano solo quello, ricordare per non ripetere , almeno non saremo taciti complici delle stragi che purtroppo ancora ci saranno.
il mio nome è maria.
Non sono disponibile al silenzio attonito e riverente.
L'accettazione "passiva" delle immagini come documento definitivo, davanti a cui non dire nulla, è un'esperienza mistica anti-razionale che non mi aggrada. Preferisco riflettere - magari attraverso "buone letture".
Abdicare dal ragionamento non salva dalla "condanna" a decidere, anzi: costringe ad agire ciecamente o, più spesso, in base a ciò che altri hanno scelto per noi.
Se vivo devo fare degli errori - magari dire scemenze; se devo fare degli errori voglio che siano (almeno) scelti da me...
maria, alludevo al tuo nick-name.
danjar, cosa ti fa pensare nel mio intervento che io abbia abdicato a pensare, riflettere ?
Io ho detto e sostengo con forza che di fronte a quelle immagini non c'è commento o speculazione da fare.
C'è solo da conservarne la memoria intatta, senza tentare nessuna rimozione, perchè non si debbano ripetere o perpetuare mai più.
Questo non impedisce le buone letture, solo che non servono per spiegare ciò che niente meglio delle immagini può spiegare.
Mi viene in mente Guernica: cosa si può aggiungere a quel quadro,lo si guarda e si vede l'orrore della distruzione di quella cittadina spagnola in chiave cubista, in cui vari piani raffigurativi descrivono meglio di un filmato lo strazio cui l'umanità sottopone sè stessa.
Ecco, vedi? Lo dicevo che avrei detto scemenze... ;-)
(Forse non ti avevo capito.)
luigi sì il mio nick-name mira è un'anagramma dei miei due nomi maria altomare, non ridere per favore ma il mio nome è proprio questo!
"Mira" in latino significa "la meravigliosa".
Scusa se è poco... ;-)
O.T. mira o 'la meraviglosda', sono belli entrambi, ma non è un anagramma ma una fusione o contrazione degli stessi.