L’aveva detto: il cielo è sempre più blu...
di Alberto Gedda
È inevitabile pensare a Fred Buscaglione quando si ricorda Rino (Salvatore) Gaetano: stessa morte con lo schianto in auto in una livida mattina romana (uno a 39 anni, l'altro a 31), stessa voglia di vivere ogni minuto di vita con la stessa ironia travasata nei testi delle canzoni. E, persino, stessa professione dei genitori: portinai. La signora Buscaglione in una casa della centrale piazza Cavour di Torino, il signor Gaetano in un palazzo di Monte Sacro a Roma. Casualità, certamente, ma segni importanti. Come il tributo che Rino volle fare a Fred in un programma televisivo che, rivisto, sottolinea un sentire comune come artisti.
E artista Gaetano lo era davvero, come dimostra la sua attualità a 25 anni dalla morte: così Il cielo è sempre più blu diventa felice sigla per l'Unione mentre le radio continuano a trasmettere le sue donne cantate - da Aida a Berta a Gianna - e in tanti lo citano e riprendono nelle loro composizioni: da Max Gazzé agli Articolo 31, Cammariere, Têtes de Bois, Simone Cristricchi, Brizzi, Bandabardò… molti dei quali saranno in concerto mercoledì 7 giugno nell'Auditorium di Roma per l'omaggio, organizzato dall'assessorato alle politiche culturali, per ricordarne la scomparsa. Era il 2 giugno del 1981 e il cantautore, nato a Crotone (dove ogni estate si svolge una manifestazione promossa dalla sorella Anna, musicista) e poi emigrato bambino a Roma con la famiglia, aveva attraversato la sua stagione più intensa, vissuta con la piccola casa discografica It di Vincenzo Micocci dove l'aveva accompagnato Antonello Venditti. «Salvatorino non si sentiva di cantare le sue canzoni - ci dice Stefano Micocci - Aveva decine di testi appuntati su quaderni a quadretti: mio padre però lo spinse a provare, a misurarsi con la creatività e si arrivò ad un compromesso. Nel 1973 la It pubblica il 45 giri I love Maryanna di Kammamuri's, che altri non è Gaetano nascosto da citazioni salgariane». Il disco riscuote interesse e Vincenzo insiste, per fortuna. «Il suo non assomigliare a nessuno faceva la cifra identificativa di Rino: un giovane pieno di vita, un acuto e curioso osservatore della quotidianità che amava stare con gli altri e girava per Roma in autobus, spesso con il famoso 60 notturno quando non c'era Venditti ad accompagnarlo con il suo Maggiolino».
Con la It Gaetano raggiunge i successi più clamorosi ad iniziare da Il cielo è sempre più blu, che ne dichiara l'impegno civile, all'album Mio fratello è figlio unico (il suo manifesto artistico ed esistenziale) per arrivare alla dolce Aida e alla dirompente Nuntereggaepiù che non venne capita subito, tanto da attirargli infondate accuse di qualunquismo. «I tempi erano maturi per il festival di Sanremo - prosegue Micocci - Dovemmo insistere molto per convincere Rino ad andare all'Ariston: c'era la canzone giusta, Gianna. Sul palco lui cantò con un cilindro, maglietta a righe e chitarrina. Arrivò terzo ma fu un grande successo: in pochi giorni il disco arrivò a vendere mezzo milione di copie».
Era il 1978. Rino Gaetano vive appieno un successo artistico costruito con attenzione ed entusiasmo e ha voglia di «ringraziare la fortuna», come sottolinea Micocci che sulla vita dell'amico Gaetano ha scritto un lungo testo per una possibile fiction. «Che però non si farà, almeno per ora - confida Stefano Micocci - Le serie televisive dedicate ai personaggi, anche quando sono fatte bene, offrono ritratti non veri, dei santini non credibili: la vita, e particolarmente la vita dei miti pop, è fatta di grandi successi e grandi solitudini, grandi soddisfazioni e grandi rischi. La tivù di oggi non sembra pronta a raccontare la realtà, sebbene necessariamente romanzata. E quindi non mi pare giusto ricordare ora Rino». E così a raccontare del cantautore restano le canzoni, le interviste, i molti amici, i tanti «passaggi» nei programmi radiofonici, l'omaggio di cantautori e musicisti che lo stimano. Pur rimanendo un fatto isolato nella nostra musica: non ci sono altri «Gaetani» in giro, sottolineandone così l'unicità (si diceva appunto di Mio fratello è figlio unico quale manifesto) in un periodo di grande affermazione per i cantautori che oggi consideriamo «storici»: De André, Dalla, De Gregori, Venditti, Cocciante con il quale Rino andò in tournée, insieme al gruppo jazz-rock Perigeo, nel 1980 per riagguantare il successo dopo il passaggio alla Rca.
Curiosamente il salto in una casa discografica internazionale da una piccola etichetta famigliare non portò a Gaetano il previsto consolidamento del successo. I due album pubblicati con la Rca, Resta vile maschio dove vai del 1979 e E io ci sto del 1980, non ricreano il grande interesse e favore del pubblico avuti con i dischi precedenti.
E si arriva all'alba del 2 giugno 1981 con quell'ambulanza dei vigili del fuoco che gira cinque ospedali romani prima di trovare soccorso, inutilmente, al Gemelli. La stessa storia che Rino aveva scritto in una delle sue prime canzoni, mai pubblicate, La ballata di Renzo che, ferito, non trova posto negli ospedali mentre gli amici sono al bar. Coincidenze, segni, storie. Vita.
grande Rino...quanto ci manchi...
vero, cristina
Indimenticabile! Io lo vidi in concerto nell'estate del 1978. Peccato che la morte lo colse in un momento (il passaggio dal dcennio 70 al decennio 80) che aveva visto leggermente appannarsi il suo successo. Sono sicuro che se vivesse oggi avrebbe ancora successo, ma purtroppo la sua scomparsa non lo ha reso un mito proprio a causa del passaggio da un decennio all'altro.
Ad ogni modo io ho un CD delle sue migliori canzoni e lo riascolto quando posso.
dal numero di volte che lo sento suonare
(dalle finesetre delle case, dagli stereo portati in piazza dai gggiovani, alle manifestazioni etc)
mi viene da pensare che in questi anni sia ancor piu' popolare che negli anni novanta e ottanta (quando sembrava dimenticato)
impressione mia, eh
(Otto Von Bismarck-Shonhausen realizza l'unità germanica e si annette mezza Europa
- mentre io aspettavo te -
Michele Novaro incontra Mameli e insieme scrivono un pezzo tutt'ora in voga)
Strepitosa la cover di "Il cielo è sempre più blu" dei Ritmo Tribale.
vero, manca anche a me. per fortuna che i bischeri di mytv hanno fatto il video ricordo "Gino & Rino" con oltre alla musica il cartoon... il grande Rino sul palco con il pollo Gino e i testi in sovrimpressione che riaggiornano "Nuntereggaepiù" e si vede che è ancora molto attuale. Come le altre poi. Uno che fra l'altro fu davvero una novità nella musica italiana, non solo un lancio pubblicitario.
Che la terra gli sia lieve.
Carolina
Dico solo una cosa, "ma il cielo è sempre più blu"... grazie Rino.
"Non si ha il tempo di vedere la mamma e si è già nati
e i minuti rincorrersi senza convivenza"
genio senza presunzione
Quanto serve da esempio ai cantatori che si prendono così sul serio dopo una canzone di successo, o anche prima
Forse per questo è stato dimenticato, come dice Toni_i, specie negli anni '90, trionfo di chi si atteggiava nel modo opposto al suo
non credo sia stato mai dimenticato da chi lo ha amato.
io non l'ho mai abbandonato dal 1978 e non sono il solo.
Rino era un genio, e ce ne siamo accorti solo adesso. Ebbe il raro dono di una vena poetica originalissima accoppiata alla capacità di comporre musiche gradevoli e spesso indimenticabili: l'effetto è un mix senza tempo. Forse è caduto un pò nell'oblio per un ventina d'anni dopo la sua morte, ma ora è un mito (se posso usare questo termine abusato, ma per lui e pochi altri calza a pennello).
Da grande estimatore di Rino, vi chiedo se sapete qualcosa rispetto all'incidente in cui morì. Fu un semplice incidente o ci fu qualcosa di più?
Ho letto alcuni post su internet di dubbi espressi da diverse persone (giornalisti, amici, commentatori) che se ne occuparono sulla dinamica dell'incidente. Alcuni sospettarono che l'impianto frenante fosse stato manomesso. Sembra che queste cose fosse scritte sui giornali e sulle cronache di quegli anni. Ho letto anche di minacce rivcevute nei mesi precedenti la morte. Poi alcune delle sue ultime canzoni sembrano tanto dei testamenti intellettuali: che avesse qualche presentimento? Temeva che qualcosa avrebbe potuto succedere? In effetti i suoi testi facevano scalpore ed erano pungenti, erano in un certo senso "eversivi" anche se non particolarmente popolari. Qualche dubbio legittimo può sorgere. Pura fantasia, un fantasma, o c'è del vero?
Se qualcuno di voi sa qualcosa sarei molto lieto di sapere.
Ciao,
Gianni
Anche i motivi per cui fu rifiutato da 5 ospedali non sono mai stati chiariti. La coincidenza con la "ballata di Renzo" dove venire proposta esattamente la stessa situazione è talmente assurda che non può non venire in mente che ci sia qualcosa sotto. Sembra quasi un avvertimento inviato a chi ha orecchi per intendere...
Gianni
Rino, anche per chi come me non ha vissuto gli anni in cui cantava, ha rappresentato la semplicità e la forza di dipingere le ingiustizie della società. Per farlo, ci vogliono onestà intellettuale ed amore per il prossimo. Grazie per averci amati, Rino.
Stefano
che peccato che non ci sei più
ci manchi
Rino ti voglio immensamente bene.
tua Rossella
Voglio riuscire a trovare "La ballata di Renzo".
Grande RINO . Chiunque sa qualcosa sull'inedito pezzo parli!!!!