L'ispettore Salvo Riccobono sta ancora leccandosi le ferite per una guerra non del tutto chiusa con la mafia palermitana, quando viene trasferito in Calabria, patria della 'Ndrangheta. C'è la droga di mezzo, decine di chili di cocaina purissima con contorno di altre sostanze assortite. Ci sono uomini "d'onore", spie e traditori, vittime e assassini, in una giostra di sangue e agguati in cui Salvo si muove con fatica, trascinando il peso di una vita complessa, tra alcol e colite, amorazzi e notti insonni. Piergiorgio Di Cara, l'autore, questo mondo lo conosce bene, perché è poliziotto di prima linea dal 1993, prima nella squadra mobile di Palermo, oggi come commissario della polizia di stato.
Vetro freddo è un noir bellissimo, secco, violento, che non si riesce a lasciare fino all'ultima pagina. Crudo a tratti, addirittura feroce qua e là, cala il lettore nell'angoscia di chi l'ha scelta come mestiere. Non mancano i sentimenti, le vertigini sulle scene del delitto (a cui nessuno si abitua mai), l'imbarazzo per la dichiarazione d'amore del collega gay, l'angoscia di non riuscire a controllare un intestino troppo maltrattato per rispondere ai comandi. Imperdibile.