Vogliamo dimenticare il processo Cuffaro?
di Claudio Fava
Insomma, visto che l'onorevole Cuffaro ha vinto le elezioni, del suo processo non se ne deve parlare più. Pena scomuniche politiche o grossolane invettive. La scomunica arriva, per diretta televisiva, dal senatore Angius («Gravissime le parole di Fava...»). L'invettiva la scaglia invece un anonimo articolo del Foglio (scritto, sappiamo, dal suo vicedirettore Bellasio, lo stesso che duettava con Angius in tivù) che rispolvera il più vieto armamentario polemico: «Fava? Giustizialismo forcaiolo!». Amen.
Ora, sul Foglio si può anche sorvolare: il sig. Bellasio appartiene a quella genia di garantisti pronti, magari, a invocare il carcere a vita se gli rubano l'autoradio sotto casa ma convinti che in Sicilia la parola mafia non debba essere nemmeno sillabata, pena l'epiteto di «forcaiolo». E transeat pure per Gavino Angius che sulle cose di Sicilia mostra la stessa algida supponenza di chi discetta di terzo o quarto mondo. Resta il fatto: cioè quel processo. Che per la prima volta vede il presidente di una Regione imputato e rinviato a giudizio per favoreggiamento aggravato a vantaggio di Cosa Nostra.
D'accordo, Cuffaro è stato riconfermato governatore: e con questo? Dobbiamo fingere che il processo non sia mai esistito? E che la sentenza rischia di precipitare la Sicilia nella più indecorosa crisi istituzionale della sua storia? Oppure vogliamo affidare ai plebisciti elettorali - come chiedeva Cuffaro alla vigilia del voto - il compito di sostituirsi ai giudici? Sarebbe pure più semplice: se un imputato viene rieletto, è per ciò stesso innocente...
Il problema (uno dei problemi) è che non siamo di fronte a un episodio marginale o alla vaga disavventura giudiziaria di un politico siciliano. Questo processo ha portato sul banco degli imputati un'intera stagione di governo, mostrando - al di là delle responsabilità che verranno o meno accertate a carico di Cuffaro - la promiscuità tra la mafia e un pezzo determinante di politica siciliana. Tanto per capire di che si parla: ci sono tre assessori di Cuffaro, tutti del suo partito, finiti in manette uno dopo l'altro per aver offerto, a vario titolo, favori e coperture a Cosa Nostra. Ci sono i documenti filmati degli incontri tra il governatore e il signor Michele Aiello, re delle cliniche siciliane e grand commis di Bernardo Provenzano, nel retrobottega di un negozio di biancheria intima di Bagheria. C'è la disinvolta richiesta di Cuffaro ad Angelo Siino in occasione - siamo nel 1991 - della sua prima campagna elettorale: «Devi farmi arrivare primo degli eletti in Sicilia!».
Quel processo è insieme cronaca e storia, che ci piaccia o no. È la foto impietosa ma onesta di una terra in cui voto e consenso non sempre marciano affiancati. È il segno di una politica - nel migliore dei casi - opaca, ammiccante, reticente. Che ha meritato il diritto elettorale di rimanere, per i prossimi cinque anni, politica di governo. E allora? C'imbavagliamo fino al 2011? Oppure facciamo atto di sottomissione popolare ai vincitori e chiediamo ai giudici di cancellare tutti i processi che li riguardano? Nessuno si augura la condanna di Cuffaro: ci auguriamo un atto di verità e di giustizia dal quale (colpevolezza o innocenza) non potremo prescindere. E pazienza se nei salotti buoni della capitale anche la memoria dei fatti è ormai sbrigativamente bollata come giustizialismo: siamo adusi a ricevere queste invettive dagli amici di Cuffaro. Meno a sentirne l'eco nelle parole dei dirigenti dei Democratici di Sinistra.
Ineccepibile la filippica di Claudio Fava nei confroti di Totò vasa-vasa, traboccante di sdegno ed indignazione (chi si indigna più al giorno d'oggi ?).
sorprendono le parole di Gavino Angius (non ho seguito Porta Porta, se le ha rese lì).
Se intese come si deduce dall'articolo allora verrebbe fatto di chiedere ad Angius:
se si fosse trattato della sua Sardegna ed il suo presidente (Soru, per me un ottimo presidente) fosse sotto processo per favoreggiamento dell'anonima sequestri, quale sarebbero state le sue reazioni ?
ehi, ragazzi: vi ha punto la mosca tze-tze ?
Io non capisco una cosa.
Perchè tutti i giornalisti si degnano di rispondere seriamente agli articoli che compaiono sul foglio, sul giornale e su libero?
Fanno solo da cassa di risonanza. Quasi tutti li leggono di seconda mano, nelle risposte o nelle citazioni. Senza di loro parlerebbero a quattro gatti (non so se tutti insieme arrivano a tirare 20 mila copie), perdendo gran parte della loro influenza.
fame di notizie ?
aumento delle vendite ?
mercato della carta stampata asfittico ?
italiani che leggono poco, troppo poco ?
la cosa interessante..., è vedere come alcuni figuri della politica (e non solo...), si battano per far sembrare la lotta alla mafia (nonchè al malaffare in politica...), una mera favoletta per spaventare i bambini...
la domanda interessante è invece:
ma quanto la politica è collusa con la mafia...???
e quanti e quali partiti, o politici..., sono al di sopra di queste dicotomie...???
a giudicare dal calo di consensi, nonostante la vittoria elettorale in Sicilia, direi che la collusione sta scemando.
che ne pensi drizzt ?
Luigi...
penso purtroppo, che il consenso stia invece cambiando forma...
ovvero..., non è più alla luce del sole, come bene o male capitava sino a poco tempo fa...
ma è velato, molto più strisciante e per questo ben più pericoloso...
in più non vedo (come capitava in passato) una divergenza forte e netta tra coloro che ritenevano la mafia e le collusioni con la stessa la favoletta di cui sopra e coloro che invece si battevano con determinazione contro la stessa...
questo perchè, la collusione si stà ritagliando uno spazio culturale nella nostra Ita(g)lia...
divenendo a poco a poco parte di essa e quindi meno visibile... e meno individuabile...
i mafiosi, non sono più quelli con la lupara..., ma sono quelli con i colletti bianchi...
prendono parte ai cambiamenti, dirottando le prerogative e le necessità di una o più regioni a loro vantaggio...
spesso usufruendo di aiuti più o meno palesi (vedi il ponte sullo stretto) dello stato stesso...
il pensiero che certi loschi figuri, vengano eletti con simili consensi, mi fa perdere l'appetito... nonchè la figura in alcune popolazioni...(sic..!!)
ehmmm... la frase finale corretta è:
nonchè la fiducia in alcune popolazioni
drizzt, sì, che la mafia abbia cambiato strategia è ormai acclarato.
Che sia calata la tensione nel contrasto dello Stato è anch'essa un fatto acclarato, quanto meno nei cinque anni ormai alle spalle.
Perdere la fiducia in alcune popolazioni non è generoso per quelle popolazioni, che da sole non ce la fanno ad affrancarsi da una servitù secolare, che nei secoli è cambiata solo per rimanere sempre però forza di oppressione.
Alla stessa stregua bisognerebbe perdere la fiducia in quel 50% circa di italiani che ha votato centro-destra, pur nel fuoco di artificio di leggi 'ad personam' fatte con una determinazione che è andata via via sempre più crescendo, ampiamente resa nota e conosciuta tramite i 'mass-media'.
Non si può, non si deve perdere questa fiducia.
Sarò un illuso !
no Luigi...
nella mia mente..., chi la pensa come te nonostante tutto..., si definisce speranzoso... :-)
ammetto che dopo la vittoria del losco figuro mi è preso male..., ma poi ho scoperto che molti laggiù si sono spesi contro tutto e tutti (leggi disinformazione) per far si che le cose potessero cambiare..., per stavolta non è andata..., ma al prossimo giro magari...