L'ultimo dei paradossi
Cosa c'è di meglio di un viaggio in Italia per imparare l'italiano e vedere, finalmente!, i monumenti, le città di cui sentiamo parlare da anni? Convinta che un viaggio sia essenziale per le mie classi, con due colleghi organizzo una gita a Roma. Data prevista: metà ottobre, poi cambiamo idea perché durante il Ramadan non è giusto partire, e quindi posticipiamo il viaggio ai primi di novembre, dopo Ognissanti.
Chi ci aiuta però a trovare denaro per venire incontro alle famiglie che non possono pagare il viaggio dei loro ragazzi? L'assistente sociale del liceo fa quel che può, il preside stanzia fondi speciali, ma non basta perché alcune famiglie vanno aiutate al 100%. Decidiamo di impegnare anche i ragazzi nella ricerca di denaro perché crediamo che sia importante capire che per viaggiare, per apprendere si paga e per aver denaro si lavora. Largo all'immaginazione: spettacolini, tombole in paese e altre cose che solo la fantasia degli adolescenti riesce a creare.
Penso però che in televisione, sui giornali non si parla d'altro: le periferie, i giovani dei quartieri svantaggiati. Bene, c'è sensibiltà per queste cose quindi la buttiamo sul politico: lettera di richiesta di aiuto ai sindaci dei comuni di residenza dei ragazzi; telefonate alla Regione, alla Provincia, al Ministero della pubblica istruzione e a quello della cultura, al Parlamento europeo. Ne riassumo qui una per tutte, tanto sono tutte dello stesso genere.
“Buongiorno, insegno in un liceo a Mantes-la-Jolie, stiamo organizzando una gita a Roma con una classe dell'ultimo anno. Abbiamo iniziato tutto l'iter previsto per avere le assicurazioni e le autorizzazioni, ma, come potrà ben capire, abbiamo difficoltà di tipo economico.”
“Che bello questo progetto, e che coraggio, così giovane poi, signorina! Bella Roma, che bella idea! Complimenti, siamo molto solidali con voi, però non vedo come né in cosa potremmo aiutarvi;”
“Non so, le periferie, le pari opportunità di cui si parla tanto, da anni ormai… insomma che non ci sia niente da fare, mi sembra un po' impossibile.”
“Coraggio, bello il progetto.”
Che le periferie siano di nuovo in agitazione è un caso, una pura coincidenza, probabilmente.
La prossima lettera sarà così: con l'obiettivo sarkoziano di “pulire i nostri quartieri” propongo di portare all'estero per un po' un gruppo di adolescenti deviati, tendenti al criminale, figli di un'immigrazione non scelta ma piuttosto subita. Chi mi paga?
Intanto, gli unici ad aver sborsato un pochino di denaro siamo noi tre, gli insegnanti che organizzano la gita. Pagare per lavorare è l'ultimo dei paradossi.