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Alberto Biraghi
Servire il popolo
la Socia ha scritto per OneMoreBlog:“Servire il popolo” è un famoso slogan di Mao Tzetung, ma anche il titolo di
un libro di Yan Lianeke appena pubblicato in Italia e diventato un caso letterario dopo il sequestro in Cina e la conseguente diffusione in Rete dove i cinesi lo possono leggere clandestinamente. Ambientato al tempo della Grande rivoluzione culturale (1966-1976), il libro racconta la storia d'amore tra Wu Dawang, zelante soldato di umile origini contadine, deciso a fare carriera e Liu Lian, bellissima moglie del comandante, dotata di forte carattere e di grande consapevolezza di sé. La donna lo seduce facendo leva sul di lui ligio rispetto dei precetti maoisti. Ed è proprio da questa zelante osservanza che si origina la trasgressione.
Liu Lian convince Wu Dawang che la fedeltà allo slogan "servire il popolo" gli impone di assecondare anche i bisogni insoddisfatta della moglie del suo comandante, perché “servire il popolo è anche servire il partito”. Comincia così una maratona di sesso e passione scandita dalla presenza di una tavoletta di legno con l'incisione della massima che dà il titolo al libro. Un'avventura tutta carnale in cui l'erotismo è rinnovato dalla contrapposizione violenta tra la sacralità della simbologia maoista e la bassa materialità del sesso.
Pubblicato, in edizione ridotta, su una prestigiosa rivista (Huacheng) cinese, il romanzo è stato presto intercettato dall'Ufficio centrale di propaganda che ne ha ordinato il sequestro immediato.
L'accusa: “diffamazione di Mao, dell'esercito e pornografia”.
Quello di pornografia è un concetto relativo, legato alle diverse culture. Per la nostra sensibilità europea, sicuramente questa non è un'opera pornografica. E' vero che il fulcro della storia ruota intorno alla storia di sesso del soldato Wu Dawang e della moglie del suo comandante, ma le loro imprese erotiche sono appena accennate, mai descritte con minuzia.
Resta valida invece l'altra accusa. “Servire il popolo” è indiscutibilmente dissacrante nei confronti del Grande condottiero e di tutta l'iconografia maoista fatta di slogan, busti, tavolette, diventati simboli vuoti e ridotti in frantumi anche materialmente dai due protagonisti della storia. Il racconto è caustico e sferzante soprattutto verso i burocrati dell'esercito e del partito che hanno piegato i significati originali alle proprie più personali necessità e urgenze.
Ma al di là del valore di denuncia “Servire il Popolo" (139 pagine, tradotte in italiano da Patrizia Liberati e pubblicate da Einaudi) ha sicuramente un suo degnissimo valore letterario in quanto storia d'amore raccontata in maniera lucida e distaccata, senza alcuna concessione al sentimentalismo. Una storia molto materiale e sensuale in cui l'erotismo trova spazio come elemento sia sostanziale sia simbolico soprattutto quando nasce dall'azione dissacrante nei confronti delle icone maoiste.
La storia è narrata con maestria. Il lettore è condotto dall'autore a mantenere una posizione razionale sia di fronte ai conflitti che assillano il protagonista e gli altri componenti dell'esercito, sia di fronte alla passione amorosa. Ed è proprio in forza dell'essere spettatori mai coinvolti, che si può assistere all'avventura di Wu Dawang con curiosità e un sorriso divertito.
05.06.06 16:48 - sezione
libri