Carceri e inciviltà
di Nicola Tranfaglia
La situazione nelle nostre carceri non è soltanto difficile: è, a mio avviso, indegna di un Paese civile. I dati sono noti giacchè ai 61.392 detenuti corrispondono nei 207 penitenziari italiani soltanto 46mila posti. La carenza di spazio provoca un sovraffollamento che in alcune carceri supera il duecento per cento. Nel settanta per cento dei casi manca l’acqua e diecimila detenuti sono malati di epatite c. Mancano medici, assistenti, operatori sociali, guardie carcerarie. L’Italia è tra i Paesi europei quello più di frequente ammonito dall’Unione Europea e segnalato per inadempienza dei diritti umani da Amnesty International.
Si tratta insomma di una situazione intollerabile peggiorata dai tagli compiuti dal governo Berlusconi negli ultimi anni.
Dunque è necessario e urgente intervenire. E non c’è dubbio sul fatto che l’amnistia annunciata qualche giorno fa dal ministro della Giustizia Clemente Mastella - per i reati con la massima pena di cinque anni e con l’esclusione dei reati di mafia, di terrorismo e di pubblica corruzione - non risolverebbe i problemi strutturali della situazione. Peraltro sarebbe difficile giungere a un'approvazione rapida del provvedimento e forse all'approvazione anche in tempi lunghi visto che la costituzione dal 6 maggio 1992 prevede una maggioranza dei due terzi di ciascuna Camera (440 per i deputati, 220 per i senatori). E se per Montecitorio è possibile arrivare alla maggioranza richiesta in maniera abbastanza agevole, quella del Senato richiederebbe il consenso di maggioranza e di buona parte dell'opposizione.
Ma le dichiarazioni rese in questi giorni dai maggiori esponenti di Alleanza Nazionale e della Lega Nord vanno nella direzione di un no deciso. Quanto a Forza Italia, l'on.Bondi vuol legare il voto favorevole del suo partito al mantenimento delle leggi Cirielli e Fini sui recidivi e sui tossicodipendenti e nessuno,a quanto si sa, nel centro-sinistra accetta un simile scambio che contraddice a fondo il programma dell'Unione.
In questa situazione le esigenze dell'amnistia restano integre ma forse è il caso di inserire la misura all'interno della riforma prevista già dal programma che dovrà articolarsi in due prime misure:da una parte, la modifica della norma che richiede la maggioranza dei due terzi per decidere il provvedimento di clemenza e che appare fortemente contraddittorio rispetto all'articolo 138 che richiede soltanto la maggioranza assoluta per modificare norme costituzionali e dall'altra una legge che preveda per i reati non gravi la depenalizzazione. E, nello stesso tempo, l'avvio delle misure necessarie per semplificare e rendere più rapidi ed efficaci i processi a livello penale e civile.
C'è un grande e complesso lavoro legislativo per giungere nei prossimi mesi a un cambiamento radicale della situazione. In questo senso non si può guardare all'amnistia, a cui sono personalmente favorevole (perché mi vergogno come italiano della situazione attuale delle nostre carceri), come a qualcosa che campeggi da sola nel nostro programma. Ma nello stesso tempo mi sembra di poter dire che sarebbe un berlusconismo senza Berlusconi piuttosto lasciar marcire la situazione delle carceri italiane piuttosto che iniziare un cammino come quello indicato da Mastella.
Le carceri sono una parte non irrilevanti del problema della giustizia e dei rapporti tra Stato e cittadini. Sappiamo tutti anche per esperienze recenti la profonda disparità che caratterizza nel nostro paese l'amministrazione della giustizia come la regolazione del sistema di reclusione. È evidente a tutti che in carcere vanno a finire soprattutto le persone,italiane e straniere, queste ultime in continua crescita,che sono ai margini della nostra società,quelli che non trovano un lavoro e spesso si danno alla droga o alla minuta criminalità. Affrontare questi problemi usando i metodi ottocenteschi o peggio e dunque sovraffollando le carceri,sottoponendo i detenuti a un regime di vita insopportabile o provocatore di malattie gravi come la tbc,significa fare un passo all'indietro tra i peggiori possibili. In questo senso si tratta di una riforma tra le più urgenti tra quelle che sono in calendario per il governo Prodi. Con le scuole, gli ospedali e le aziende agricole e soprattutto industriali rappresentano il tessuto sensibile della nostra società in trasformazione.
Richiedono dunque risorse e competenze e la forte collaborazione di quelle persone che negli ultimi decenni hanno lavorato per rendere più sopportabile il carcere:insegnanti, psicologi, operatori sociali di ogni genere. E migliorare la condizione delle guardie carcerarie che svolgono un lavoro di grande significato in una società come la nostra che attraversa un periodo di nuova trasformazione.
Premesso che l'emergenza sovraffollamento è drammatica e va risolta prima di qualsiasi altra priorità dell'amministrazione della Giustizia, non posso che ripetere quanto già ho detto in merito ai CPT, che ripropongo rispondendo ad una domanda di Antonio:
"Antonio, quello del giornalista Giuseppe D'Avanzo è un articolo, non un fondo.
L'ho letto anch'io.
Ti dico cosa mi ha scandalizzato ( bada bene che per altro lo apprezzo moltissimo).
Sono questi i dati che mi lasciano perplesso:
1) n.6 detenuti in celle costruite per ospitarne n.1: impossibile, nei vecchi istituti non esistono celle singole, i soffitti sono alti mt.3,20-3,40 per cui si possono utilizzare letti a castello; nei nuovi istituti sa già qual'è la situazione: compreso il bagno, 12 mq. per ogni cella a posto singolo raddoppiato con un letto a castello;
2) n. 4 detenuti debbono dividersi a turno tre letti: impossibile; non ne ho mai saputo niente, in 40 anni di servizio, se fosse accaduto lo avrei spauto, non è mai accaduto;
3) n.15 istituti in cui il sovraffollamento è pari al 100%, cioè un raddoppio della capienza: è una svista colossale; sono dati letti male. Un esempio: un nuovo carcere come Busto Arsizio, costruito per n.102 posti letto singoli, che vede raddoppiata a n. 204 posti la capienza con l'inserimento di un letto a castello; idem per un carcere come Pavia la cui capienza sempre per celle singole, raddoppia da 150 a 300 posti con un letto a castello. Ma è successo in pratica in tutti o quasi i nuovi istituti, altro che solo 15 carceri. Ricordate che questi due istituti li ho messi in funzione io. Ragionando così la capienza ottimale scende ben al di sotto delle 46.000 unità dei dati ufficiali.
4) il 70% dei detenuti non ha acqua: non mi risulta, mi risulta che l'acqua corrente ci sia in tutte le celle, anche nei vecchi istituti. Se poi vuol significare che l'acqua è razionata, allora si tratta di un razionamento che coinvolge tutte le città che ospitano queste carceri; ricordo che era così a S. Gimignano, vecchio carcere, per cui feci realizzare un prelievo di acqua da una sorgente pubblica sottostante il carcere non usata dalla popolazione (negligenza del comune) per cui i soli detenuti avevano acqua corrente nelle 24 ore;
5) mancano medici: inesatto;
6) mancano assistenti: cosa sono, non esiste una qualifica simile;
7) mancano operatori sociali: come sopra; se allude agli assistenti sociali, il ruolo è stato da quattro-cinque anno integrato di oltre 600 unità che dovrebbero essere state tutte assunte;
8) mancano psicologi: inesatto; a Lodi ve ne sono due per 80 detenuti dei quali la metà condannata in via definitiva;
9) mancano insegnanti: inesatto, gli insegnati li fornisce il Ministro della Pubblica Istruzione.
10) mancano le guardie carcerarie: premesso che non sa che si chiama Polizia Penitenziaria, è inesatto, ve n'è a sufficienza per i carceri funzionanti.
L'unico dato vero, credo, è quello della diminuzione dei fondi, della riduzione del 40%.
Ma non sono in grado di controllarlo.
P.S.: non credo che ad Alberto garbi fare un mio post.
Postato da Luigi Morsello Lunedì 05 Giugno 2006 alle 21:07"
Attendo commenti.
Ah ecco, stavo giusto cercando la sua replica visto che non mi ricordavo dove ne stavamo parlando. Grazie della risposta. Mi si conferma l'impressione di approssimazione che mi dava il pezzo di D'Avanzo (che su Repubblica cartacea era proposto come fondo, poi in effetti è un ibrido). Tranfaglia qui sopra ripropone le obiezioni del giornalista di Repubblica , ma facendone la base di un contributo alla discussione e non di una stroncatura senza appello.
La mia opinione è che Mastella può aver ben peccato di un protagonismo un po' irresponsabile, ma senza un'iniziativa del ministro ci troveremmo allo stallo, che è ancora peggio.
Antonio, se mi dici dove, ti invio una mail sull'argomento.
All'indirizzo nel link sul mio nome. grazie
Che le carceri italiane siano sovraffollate non è un mistero!
pochi metri quadri di 'spazio vitale' per esseri umani che ci devono trascorrere buona parte delle 24 ore di ogni giorno sono qualcosa di disumano e potenzialmente molto pericoloso.
Luigi Morsello è sicuramente più informato e competente di tutti noi a riguardo.
Purtroppo...l'estate è alle porte...e con essa il caldo e l'afa...non riesco a figurarmi cosa potrebbe succedere in quei pochi metri quadri dietro una porta (di ferro?)chiusa dall'esterno...
:-(
è vero che devono espiare una pena, ma non certamente in condizioni simili!
e il trattamento di recupero (Luigi, si chiama così?), poi,come è possibile cercare di attuarlo?
sibilla, sì, porte metallche, pochi metri quadrati, 22 ore su 24 in cella, attività trattamentiali e di recupero sociale in tilt per il sovraffollamento.
inoltre l'estate quest'anno sarà eccezionalmente calda (luglio e agosto), come da previsioni prestigioso ufficio metereologico inglese.
in carcere 'si sta al fresco', sì, ma non c'è aria condizionata, per cui la metafora non funziona d'estate.
una miscela esplosiva con 62.000 detenuti.
Luigi: cribbio!!!