Shoichi Yokoy
«Per tutte queste ragioni noi sottoscritti elettori, militanti e dirigenti dei Democratici di Sinistra desideriamo far sapere ai vertici nazionali e locali del nostro partito che siamo contrari allo scioglimento dei Ds dentro il progettato Partito Democratico». Antefatto. Riceviamo regolarmente
le notizie dai superstiti lombardi del Correntone (si chiamava così?), gruppetto di soldati giapponesi arroccati sull'isola di Saipan a combattere una guerra già finita e (quel che più conta) già strapersa. Sappiamo tutti che il Partito democratico nascerà a breve come accozzaglia molto di centro e poco di sinistra. Anzi, sarebbe già nato se non ci fossero in ballo un paio di questioncine spinose per le quali non c'è ancora la soluzione adeguatamente ambigua: l'iscrizione a uno dei gruppi europei di riferimento (la Margherita non vuole il PSE, i DS non vogliono i Popolari) e l'insieme di istanze che toccano la coscienza dei cattolici (aborto, PACS, fecondazione, staminali, eccetera).
Se ci andrà bene, il PD sarà veltroniano e nascerà dal basso, se andrà male sarà d'alemiano e sarà costruito dai maggiorenti (lo spiega bene Chiamparino in un'agghiacciante intervista a l'Unità del 6 giugno:
«Si dovrebbe immaginare un percorso che coinvolga fino in fondo le forze politiche interessate e comincerei da un comitato di pilotaggio in cui dare spazio a gente come i politici, come gli imprenditori, come i sindacalisti, come gli intellettuali, con l'obiettivo di scrivere un manifesto, una decina di cartelle programmatiche. Poi stabilirei una data per il congresso costituente che dovrebbe dare il via alla discussione e fissare il congresso costitutivo»).
Due passi indietro. Il Correntone ha avuto un momento di splendore all'epoca dei girotondi, quando Cofferati era il leader dei sogni, Giovanni Berlinguer un buon surrogato di Enrico, la Melandri un'icona femminile quasi barricadera, Mussi un disallineato che diceva cose di sinistra. Erano tutti pronti a sostenere Nanni Moretti e Pancho Pardi quando D'Alema li insultava, si mescolavano al movimento quando la maggioranza diessina lo guardava men che storto, raccoglievano simpatia dalla base. Credevano nella possibilità di cambiare da dentro il partito erede del glorioso PCI, riportandolo a fasti e consenso di un tempo.
Ma avevano fatto i conti senza l'oste, gli anticorpi stalinisti - unica eredità dei vecchi tempi - che spinsero i DS a far quadrato per mettere in atto una controstrategia maledettamente efficace. Sergio Cofferati, antagonista di D'Alema, venne spedito a Bologna a dimostrare la sua vera pasta di uomo di destra a matrice stalinista. La bella Giovanna fu ingolosita con incarichi di prestigio e comprata con promesse (peraltro mantenute) di ritorno al governo. Idem Mussi. Cesare Salvi non se lo filò nessuno, due di picche era e rimane col suo gruppuscolo. Il risultato dell'astuta campagna fu una maggioranza bulgara (oltre l'80%) all'ultimo congresso e la fine di ogni opposizione interna realistica.
La lunga premessa serve a buttare lì una richiesta accorata ai diessini giapponesi che ancora si ostinano a spedire lettere disallineate: fatela finita, non siete credibili. Nel momento di massimo splendore della vostra corrente, tre-quattro anni fa, avete avuto una grande occasione. Foste usciti dal partito, avreste partecipato alla costruzione di un nucleo a sinistra pronto a dialogare con gli altri partitulli, eventualmente a federarsi per crescere assieme, mettendo in seria difficoltà la maggioranza (argh) "riformista" dei DS. Non lo avete fatto e oggi siete un niente che conta meno. Vi riunite tra voialtri quattro gatti, dite le peggio cose sulla dirigenza, ma restate lì, pronti a farvi comprare con un piccolo incarico, un assessoratino, una poltroncina in consiglio di amministrazione. Siate seri, smettetela, se restate dentro tacete e portate l'acqua con fedeltà, almeno contribuirete a far numero per creare qualcosa che comunque potrebbe essere meno peggio dei progetti della destra. Invece, se davvero credete in quello che dite alle vostre riunioni carbonare, fate come Asor Rosa: stracciate la tessera e unitevi fuori a costruire un'alternativa seria, credibile, democratica, di sinistra. Spazio ce n'è ancora, anche se molto meno di prima, ma più i Penati, i Panzeri, i Cerami, i Mirabelli e compagnia dicono le loro cose (argh) "di governo", più quello spazio si allarga. Grazie.