Clandestini? I "nuovi" ebrei
di Moni Ovadia
L’iperbole è una delle forme retoriche preferite del linguaggio sopravvissuto alla morte apparente delle ideologie. La terminologia che definisce le modalità del totalitarismo nazista e dell’universo concentrazionario, pratica estrema e senso ultimo di quel regime, oggi viene mutuata con ridondanza da coloro che vogliono attirare l’attenzione e l’indignazione dell’opinione pubblica verso le forme della violenza, della guerra, del razzismo o della repressione contro popoli, minoranze, ceti sociali marginali. Molto spesso, l’uso di quella terminologia è sensazionalistico, ignora i contesti, le specificità e le differenze, ha il solo scopo di soddisfare il desiderio di schieramento militante a buon mercato da parte di coloro che se ne servono.
Un libro sui CPT dal titolo Lager italiani, sembrava rientrare in questa fattispecie e prima di accingermi alla lettura ho provato un moto di fastidio per la scelta di quel titolo minaccioso. La mia sensazione di disagio era del tutto immotivata. Il titolo è pienamente legittimo e corrisponde con coerenza a un’opera che ha un intrinseco valore narrativo e una rilevanza morale indiscutibile. Leggendo questi racconti straordinari e paradigmatici che danno voce e fanno emergere dall’inesistenza uomini a cui l’appellativo infamante di «clandestino» ha tolto persino le dimensioni reali dell’essere vivente, prendiamo coscienza di quanto la nostra pseudodemocrazia consumista conviva con nonchalance con l’eredità totalitaria nazifascista e capiamo in quale misura, una parte della classe politica che ci governa, sia a proprio agio con i principi concettuali che ispirarono quel sistema.
I clandestini rinchiusi nei CPT non vivono come gli internati dei lager nazisti. Se ci riferiamo alle loro condizioni strettamente materiali, la correlazione è improponibile ed è lo stesso autore a segnalarcelo nel suo acuto saggio conclusivo per non prestare il fianco a eventuali critiche capziose che mirassero strumentalmente a banalizzare l’intero discorso. Il merito non è quello delle pur ignobili condizioni della mera esistenza dei reclusi, indegne di una qualsivoglia civiltà, bensì le coordinate giuridiche e ontologiche che definiscono il clandestino e che ne legittimano la reclusione in uno spazio d’eccezione in cui viene spogliato di ogni status e di ogni diritto.
Marco Rovelli, con la forza di una narrazione che trapassa ogni possibile indifferenza o attenuazione di convenienza e con una lucida, appassionata riflessione politico-filosofica nel solco dei fondamentali studi di Hannah Arendt e di Giorgio Agamben, dimostra che i CPT sono dei lager veri e propri e che il ventre che partorisce questo obbrobrio, è il ventre pasciuto della nostra società occidentale.
Ho visitato il CPT di via Corelli a Milano a pochi mesi dalla sua istituzione come inviato del Corriere della Sera, e in quell’occasione scrissi che quei luoghi erano inaccettabili per un paese che si vuole libero e democratico. In quella circostanza, parlando nella loro lingua con alcuni dei reclusi bulgari, avevo percepito la durezza e l’iniquità della loro condizione, ma non nei termini di cui ho letto in queste pagine. L’ascesa al governo di Berlusconi e della sua coalizione, che annovera fra i suoi più «autorevoli» esponenti gli eredi del fascismo, ha portato alle estreme conseguenze il senso ultimo di ogni istituzione concentrazionaria con la compiaciuta coerenza di un’ignobile cultura nazionalista. La Bossi-Fini ha dato il la alla fascistizzazione dei CPT. Le anime belle dell’eterna retorica «italiani brava gente», i sedicenti moderati che coltivano la ferocia contro «l’altro» dietro le linde tendine del benpensantismo, non si facciano illusioni, quando questa vergogna emergerà in tutto il suo schifo, la loro infamia sarà evidente.
Dopo Auschwitz, dopo i Gulag, nessuno può essere assolto per avere girato la faccia al fine di non vedere e non sapere.
Il clandestino è l’ebreo di oggi. Egli è ridotto a «sotto uomo» prima dalla sinistra cultura retorica «sicuritaria», poi da una legge fascista che lo dichiara criminale per il solo fatto di essere ciò che è, un essere umano che ha fame e cerca futuro per sé e i suoi cari e che per questo viene privato di qualsivoglia status, sottoposto alla violenza della reclusione, sottratto alle tutele minime che spettano a un essere umano per diritto di nascita. Una volta sepolto in uno spazio d’eccezione, il clandestino è alla mercè di arbitrii, percosse, torture, privazioni, abusi sessuali. Il suo «rimpatrio» lo sottopone a ulteriori brutali abusi e talora al rischio reale di perdere la vita nel modo più atroce.
L’abolizione immediata dei CPT, la ricerca di soluzioni autenticamente democratiche per il problema dei migranti, deve diventare una priorità politica e umana. È urgente denunciare il carattere totalitario di questa vergognosa istituzione e smascherare i politici che fanno i pellegrinaggi della Memoria per rendere omaggio alle vittime della Shoà, calcando gli zucchetti dell’ipocrisia per rifarsi l’immagine, mentre a casa praticano e difendono la logica dei carnefici.
Le due di pomeriggio, sono sola nel mio ufficio, arrivano due signore per le pulizie settimanali.
Inizio a parlare con loro, mi raccontano del viaggio che hanno intrapreso per venire qui dall'Albania otto anni fa, della paura, della violenza e dei sopprusi che hanno sperimentato nella iniziale condizione di clandestine e che ancora oggi anche se regolarizzate, devono subire (del tipo: per 30 mq un affitto in nero di 700,00 Euro!). Più loro raccontano, più mi sento a disagio, perché sono impotente ... poi, una di loro, alla fine del suo discorso, mi dice:"ma tu mi puoi capire, perchè sei straniera come me!".
Sì, sono una "straniera" pugliese in terra settentrionale, che oggi si vergogna di come sono stati e vengono trattati tutti quegli "stranieri" che sbarcano sulle coste pugliesi!
mio precedente commento sull'argomento:
""Articolo 14
(Esecuzione dell’espulsione (Legge 6 marzo 1998, n. 40, articolo 12))
1. Quando non é possibile eseguire con immediatezza l’espulsione mediante accompagnamento alla frontiera ovvero il respingimento, perché occorre procedere al soccorso dello straniero, accertamenti supplementari in ordine alla sua identità o nazionalità, ovvero all’acquisizione di documenti per il viaggio, ovvero per l’indisponibilità di vettore o altro mezzo di trasporto idoneo, il questore dispone che lo straniero sia trattenuto per il tempo strettamente necessario presso il PIÚ VICINO centro di ACCOGLIENZA DI CUI ALL’ARTICOLO 40 DELLA PRESENTE LEGGE.
2. Lo straniero é trattenuto nel centro con modalità tali da assicurare la necessaria assistenza ed il pieno rispetto della sua dignità, ED ALLO STESSO è APPLICABILE LA DISCIPLINA ISTITUTIVA DEL GARANTE DEI DIRITTI DELLE PERSONE DETENUTE O PRIVATE DELLA LIBERTÀ PERSONALE. Oltre a quanto previsto dall’articolo 2, comma 6, é assicurata in ogni caso la libertà di corrispondenza anche telefonica con l’esterno.
3. Il questore del luogo in cui si trova il centro trasmette copia degli atti al TRIBUNALE territorialmente competente, per la convalida, senza ritardo e comunque entro le quarantotto ore dall’adozione del provvedimento.
4. L’udienza per la convalida si svolge in camera di consiglio con la partecipazione necessaria di un difensore tempestivamente avvertito. L’interessato é anch’esso tempestivamente informato e condotto nel luogo in cui il giudice tiene l’udienza. Si applicano in quanto compatibili le disposizioni di cui al sesto e al settimo periodo del comma 8 dell’articolo 13. Il giudice provvede alla convalida, con decreto motivato, entro le quarantotto ore successive, verificata l’osservanza dei termini, la sussistenza dei requisiti previsti dall’articolo 13 e dal presente articolo, escluso il requisito della vicinanza del centro di ACCOGLIENZA di cui al comma 1, e sentito l’interessato, se comparso. Il provvedimento cessa di avere ogni effetto qualora non sia osservato il termine per la decisione. La convalida puo’ essere disposta anche in occasione della convalida del decreto di accompagnamento alla frontiera, nonché in sede di esame del ricorso avverso il provvedimento di espulsione.
5. La convalida comporta la permanenza nel centro per un periodo di complessivi VENTI giorni. Qualora l’accertamento dell’identità e della nazionalità, ovvero l’acquisizione di documenti per il viaggio presenti gravi difficoltà, il giudice, su richiesta del questore, puo’ prorogare il termine di ulteriori DIECI giorni. Anche prima di tale termine, il questore esegue l’espulsione o il respingimento, dandone comunicazione senza ritardo al giudice.
6.Contro i decreti di convalida e di proroga di cui al comma 5 é proponibile ricorso per cassazione. Il relativo ricorso non sospende l’esecuzione della misura.
7. Il questore, avvalendosi della forza pubblica, adotta efficaci misure di vigilanza affinché lo straniero non si allontani indebitamente dal centro e provvede a ripristinare senza ritardo la misura nel caso questa venga violata.
8. Ai fini dell’accompagnamento anche collettivo alla frontiera, possono essere stipulate convenzioni con soggetti che esercitano trasporti di linea o con organismi anche internazionali che svolgono attività di assistenza per stranieri.
9. Oltre a quanto previsto dal regolamento di attuazione e dalle norme in materia di giurisdizione, il Ministro dell’interno adotta i provvedimenti occorrenti per l’esecuzione di quanto disposto dal presente articolo, anche mediante convenzioni con altre amministrazioni dello Stato, con gli enti locali, con i proprietari o concessionari di aree, strutture e altre installazioni nonché per la fornitura di beni e servizi. Eventuali deroghe alle disposizioni vigenti in materia finanziaria e di contabilità sono adottate di concerto con il Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica.
Il Ministro dell’interno promuove inoltre le intese occorrenti per gli interventi di competenza di altri Ministri."
E' la proposta fatta al Ministro della solidarietà sociale Paolo Ferrero (che ha molto apprezzato) dall'Associazione italiana giovani avvocati - Osservatorio sull’immigrazione:
Proposta di modifica di alcuni aspetti del D.Lgs 286/98 che ha istituito i Centri di permanenza e assistenza per gli immigrati.
(Diritto & Giustizi@ del 7.6.2006).
Le frasi in maiuscolo neretto sono le modifiche proposte.
Postato da Luigi Morsello Giovedì 08 Giugno 2006 alle 10:07"
E adesso che se ne tenga conto nella discussione.
Se non vogliamo fare "Dagli all'untore"
tonii, io non sono stato uno 'sbirro', tu sei di sicuro un deficiente.
beh, non ve ne frega più niente dei CPT ?
E' finito lo scandalo ?
Adesso che c'è una proposta di legge, raccolta dal Ministro della solidarietà sociale Ferrero è scemato del tutto il vostro interesse ?
Complimenti: che spirito civico !
luigi l'interesse non scema ,stai tranquillo !
e l'attenzione neanche .
@ valentina sei fortunata se a farti accorgere di essere straniera sono dovute arrivare 2 albanesi ,
solitamente ci se ne accorge da soli .
per quanto riguarda gli immigrati e le loro condizioni di accoglienza a queste povere persone di ammarare nel caso a Badolato in calabria
http://www.cestim.org/rassegna20stampa/00.09/00.09.06/00.09.06_clandestino2.htm
ps mi sono dimenticata :..consiglio a queste povere..
bubbiddolo (ceto basso-basso): aspetto il tuo commento di laureato in giurisprudenza.
dacci sotto, boy !
{:^=(
be...
avere un futuro di fame solo perchè si nasce in un paese povero non è equo ed è immorale.
concordo.
ma l'italia...
grande come un puntino rispetto alla distesa dei paesi dai quali si emigra in cerca di fortuna... cosa potrebbe fare?...
aiutare? certo...
concorrere ad una politica di sviluppo? (che però spesso è solo un'utopia...)
ma poi?
il migrante viene in italia in cerca di fortuna che poi si traduce semplicemente in ricerca di lavoro, talvolta un lavoro umile.
QUANTI posti di lavoro abbiamo a disposizione?
Esauriti questi posti cosa dobbiamo fare?
creiamone altri, apriamoci di più... ma rriva comunque il momento in cui la nostra ECONOMIA E' satura.
E allora?
vediamo il migrante arrivare, affamato e disperato, è vero..
ma i posti di lavoro sono finiti...
cosa faranno quei poveretti?
al freddo senza soldi e senza tetto?
ci commoviamo?
certo
va bene.
io dico:
decidiamo quanta parte del PIL (ovvero dei nostri soldi) vogliamo dedicare per aiutare chi non sta bene come noi..
per tanto alta che sia alta questa somma...
NON BASTA per tutti gli emigranti..
E a questo punto che facciamo?
l'ITALIA è piccolissima rispetto ai paesi da cui proviene l'immigrazione..
se anche destinassimo metà del pil per i nuovi poveri...
ma che dico anche tutto...
ARRIVERA SEMPRE il momento in cui qualcuno rimarrà fuori della porta...
e allora grideremo allo scandalo dicendo che CHI chiude quella porta è un aguzzino al pari di chi metteva nei forni gli ebrei?.
da gridare ai quattro venti NON è la frase CPT UGUALE AI LAGER DI STATO.. (perchè prima o poi i milioni e milioni di migranti dovranno rimanere alla porta. Perlomeno quella dell'Italia.)
da gridare ai quattro venti è la domanda...
TU, cittadino grasso e pasciuto quanto vuoi dedicarti agli altri? quanta parte dei tuoi risparmi vuoi condividere con chi non ha di che mangiare?
Bene. attualmente si aiuta poco il bisognoso?
Bene, aumentiamo questi sforzi e diciamo chiaramente QUANTO spendere per loro.
Io dico che dietro dire CPT uguale lager serve solo a lavare la coscienza di qualche perbenista, magari ricco, che gridando insieme al promotore SENTE, o meglio crede, di aiutare i poveri migranti... contiunando però a non fare nulla per loro....
insomma.
basso o alto prima o poi qualcuno fuori dall'italia ci rimane.
gridiamo per alzare questa quota, se vogliamo.
ma io vedo che tutta questa gente pronta ad aiutare non c'è... perchè chiude il finestrino davanti al lavavetro del semaforo.
però magari poi dice che bisogna aiutare gli altri...
basta che ciò avvenga con i soldi NON SUOI...
ma va va va...
Claudio, strepitoso il tuo intervento, che convidido quasi in tutto.
Aggiungerei:
1) il problema della emigrazione, sopratutto quella clandestina, è ENORME, non può essere risolto solo dagli Stati che ne sono coinvolti e travolti, deve essere risolto in sede UE, almeno;
2) i CTP non devono essere strutture immonde, come qualche esperienza ci ha informato (mi viene in mente il servizio del giornalista dell'Espresso, che si finse clandestino e relazionò cose terribili, sotto il profilo umano ed ambientale). Nell'attesa che si affronti in modo adeguato l'emergenza emigrazione, intanto trattiamoli da esseri umani. O no ?
Trattiamo meglio i nostri cani !
è vero.
a volte trattiamo meglio i nostri cani.
e questo va gridato.
ma non è la chiusura il rimedio.
il calcio è corrotto? Non si elimna il calcio.
in altre parole resta da vedere l'utilità di un cpt.
tolti casi dove l'uomo (sempre lui...) sfoga qualche propria frustrazione nei confronti di qualche migrante che non può e non sa difendersi.. /questo si va gridato ai 4 venti)
quello che volevo dire è che...
farà male
darà fastidio
ma ahinoi.. i cpt servono.
servono a cercare di dare una regola nell'ingresso in Italia.
e so che da soli non bastano, vuoi perchè sono sempre pieni e vuoi perchè gli strumenti per regolare i flussi devono essere di tutti...
chiudere i cpt...
significa agevolare chi vuole entrare in italia IN BARBA a chi si è fatto il mazzo tra trafile burocarateiche code e attese...
Purtoroppo il bisogno (dei migranti) spinge a cercare di sopravvivere ad ogni costo...
MA la natura umana, a volte approfittatrice NON è solo tra chi gestisce i cpt..
la natura violenta o prepotente E' DENTRO AL DNA dell'uomo.
si espriem con diversi gradi di sottigliezza a seconda della cultura dell'individuo.
ma individui che vogliono usare la forza e la prepotenza con i propri simili anzichè regole basate sulla democrazia ed il rispetto esistono in ogni dove ed in ogni colore di pelle.
quindi dobbiamo tutelarci
1) dal fatto che l'Italia è talmente piccola che non può non solo aiutare, ma neanche ospitare un decimo dei migranti del mondo.
2) dal fatto che senza regole di ingresso e di lavoro finisce che rimpatriamo stranieri irregolari (cioè non titoalti a permanere) ma brave persone (cioè motivate a lavorare onestamente.. e quante ne cosnociamo? io parecchi) mentre non riusciamo a respingere chi viene da noi solo per vivere in forme parassite cioè da fuori legge (rubando o comunque vivendo oltre i margini della legalità).
NON E' una ingiustizia questa?
Io ho consociuto un falegname
in 3 giorni mi ha fatto un ottimo lavoro alle finestre.
bravo.
ma era solo col passaporto.
senza permesso di soggiorno.
bene.
questo se viene beccato rischia una esplsione.
se non ottempera rischia di essere preso a forza e messo su un volo.
perchè si sa chi è. (aveva il passaporto. ormai gli è stato visto... anche se poi lo perde un consolato, su richiesta della questura e sulla base delle copie glielo deve rifare...) e quindi viene rimpatriato.
come un pacco
invece un altro tizio...
che si è arrampicato sul tubo del gas di una casa.. dove ha rubato..
lasciamo perdere quante volte lo fa..
supponiamo che sia qui per farlo più volte che può.. anche se non sempre uno che ruba è un ladro di professione...
comunque questa persona... gli basta non aver mai un passaporto..
bene questo verrà denunciato..
magari arrestato... ma fino a che non avrà esaurito TUTTI gli strumenti volti al recupero della persona che sbaglia presenti nel nostro codice penale
cioè
1)sospensine condizionale della pena
2) sospensione dell'ordine di carcerazione
per cui o becchi più di tre anni di condanna o sennò vieni assoggettato ad un regime tale che ti lascia libero (salve esigenze cautelari)
bene questa persona.. che non rispetta il prossimo... non avendo il passaporto..
non si sa di che nazionalità sia.
per cui NON SI PUO MANDARE da nessuna parte...
QUINDI rimane in ITALIA....
ma che giustizia è?
sono onesto e sto alla luce del sole? Sono irregolare e quindi mi mandano via.
sono disonesto ed irregolare? Mi fanno qualche foglio di carta, mi dicono che dovrò andare un giorno, chissà, dal giudice e mi lasciano libero. E mi tengono in Italia....
visto che ce ne sono tanti di migranti che rispettano il prossimo...
perchè dobbiamo mandare via gli onesti e non mandare via i disonesti?
ecco allora cosa serve il cpt
essere collocati in un centro di accoglienza serve per fare quegli accertamenti per cercare di capire chi è.... e da dove viene.. quello straniero irreglare che non lo ha mai fatto sapere...
e se i cpt li chiudiamo?
bene. mandiamo a casa, come un pacco, il bravo ed onesto falegname, che ha sempre tenuto stretto il passaporto e ci teniamo in Italia il disonesto che ha rubato.. perchè il passaporto si è ben badato di portarlo con se o magari non lo ha mai avuto...
Che cazzo di giustizia è?
quindi gridare cpt uguale lager va gridato. ma non vanno chiusi. senno' continuamo a fare torto a chi ha il passaporto.. e magari vuole rispettare gli altri e a tenerci chi gestisce giri malavitosi o che comunque merita certamente meno dell'onesto falegname del mio esempio...
poi magari qualcuno pensa che tutti dovrebbero poter entrare ed uscire dall'italia come vuole.
ma questo sarà possibile quando la fame sarà debellata..
sennò succede come nel racconto di manzoni all'interno dei Promessi Sposi.
...era il 600...
c'era la carestia...
la fame era tanta...
si venne a sapere che un forno faceva ancora il pane.... e che aveva farina....
allora in 50 si accalcarono...
sfondarono la porta...
altri arrivarono....
tutti rovesciarono, frugarono, scoperchiarano cercarano e fecero man bassa....
la farina volava dappertutto in una nube di polvere... mentre banchi per la sfoglia e tavoli si sfasciavano sotto l'agitarsi impazzito di quella folla che raccoglieva farina come poteva, anche nelle tasche....
che tutti ne portarono via un poco...
ma tanta finì per aria e sul pavimento, pestata, che avrebbe potuto sfamarne tre volte cento di quelli passati dal forno...
ma il giorno dopo quei 50, finito quel poco di farina rubato ebbero ancora fame
ma l giorno dopo, quel forno, sfasciato, non impastò più.
e morirono di fame anche il fornaio e i suoi familiari...
ma non è vero. nei cpt ci finisce di tutto, anche solo gente che il passaporto l'ha dimenticato a casa mentre usciva a prendere un cappuccino. per favore. poi entrano ed escono perché nessuno fa le espulsioni nemmeno quando sarebbero da ipotizzare. e alcuni perché è solo questione che non hanno altri posti dove stare. quindi? chiudere i cpt. non c'entra con la coscienza e con il volontariato. è un'opzione politica. poi se uno deve trovare modi alternativi li trova (i politici, non io o il Mohammed tal dei tali). prima però abolisce un ignobile giro d'affari sull'ingiustizia e sulla discriminazione.
Carolina
è vero che dentro i cpt ci finisce di tutto..
anche migranti onesti... cioè
stavo scrivendo che chiudere i cpt significa perdere la possibilità di fare quelle ricerche documentali per rimaptriare il migrante cattivo.
potremmo deciderci di metterci solo quelli cattivi...
scherzi a parte però...
il cpt è vermente l'unico strumento per mandare via stranieri senza passaporto.. e quelli furbi di solito non lo hanno.
se trovi un modo per mandare in un paese uno strnaiero che non si sa di che paese sia... e velocemente, in un guiorno, anzichè in unmese...
proponilo.. magari qualche politico lo valuta...
in pratica lo straniero da espellere viene messo in un cpt se NON SI SA DI CHE PAESE E' ( furbi e ladroni ma anche brava gente)
e in italia mandiamo via subito quelli che il passaporto lo hanno... (di solito brava gente)
e' giusto questo?
se vuoi chiudi i CPT
così continui a mandare via i migranti ingenui che hanno ilpassaporto e che vorebero lavorare.
e ci teniamo quello che ha aggredito mia moglie che non aveva mai lavorato, e gestiva un giro di prostitute (ridotte in schiavitù) ma non si sapeva da dove veniva...
e ce lo teniamo perchè nel cpt c'era giò stato..
e nonostante tutto il tempo li nessun paese nordafricano, dell'est o asiatico lo riconosceva come suo cittadino... perchè...
mi han detto che forse l'interpol... potra... trovare chi è se al suo paese, PER CASO gli avessereo preso le impronte... se ciò non è accaduto non si saprà chi èfino a che non non ce lo dirà lui....
secondo me bisognerebbe avere dei dati prima di dire cose tipo "anche i migranti onesti". e anche prima di decidere il numero e la pericolosità. per ora per quanto ne so in Europa i migranti dovrebbero aggirarsi sul 3% di tutta la popolazione. vengono percepiti come di più, ma non credo siano (almeno molti) di più. nella percezione poi contano anche molto i media: usano proprio termini militareschi tipo "invasione" per esempio, che possono sembrare anche solo un'esagerazione, ma in realtà sono proprio un po' stupidi e falsi. se uno t'invade ha dietro uno Stato e un esercito, invece molti di questi scappano dal loro Stato e non in forma organizzata. Un altro dato importante da verificare poi sarebbe di sapere quanti vogliono permanere in Italia. perché secondo me molti ci passano, ma sono diretti altrove - un esempio molto pratico: avendo studiato a Trieste e usato i treni Parigi Zagabria con soste a MI e TS so che almeno molti appartenenti ai popoli balcanici passano solo dall'Italia, perché poi in realtà hanno proprie comunità altrove. Cmq ci vorrebbero dei dati. Quando uno è criminale, è un fatto umano, non attinente alla sua origine. Cesare Lodeserto è un criminale al pari dei tizi o del tizio di cui parli tu. E quando gestisce un cpt fa la sua violenza ai danni anche di innocenti, mica che un criminale possa fare della "giustizia". Quindi io sono per chiuderli i cpt.
Carolina
ciao carolina…
ho sempre pensato che le multinazionali, con il loro potere economico, interferiscano nelle campagne elettorali, nei bilanci degli enti locali e quindi nella politica… e tramite la politica… anche con noi…
facendoci vedere quello che vogliono…
CPT.
Nei cpt non si entra a caso.
Il T.U. sull’immigrazione, ovvero il Dlgs 286/98, poi integrato dalla cosiddetta bossi fini prevede che
Se uno straniero sta facendo colazione e ha il passaporto a casa NON finisce al cpt.
Al massimo (SE viene interpellato da una pattuglia) mentre consuma un cappuccino gli viene chiesto CHI è.
Se lo straniero, anziché spaventarsi, risponde e dice il suo nome la pattuglia chiama la centrale dove si consulta un computer collegato all’archivio elettronico e si VEDE se ha il permesso di soggiorno.
Se ha il passaporto, che COMPROVA che si chiama VERAMENTE come ha detto finisce li. Torna a bere il suo cappuccino.
Se invece il passaporto l’ha dimenticato a casa… succede che la pattuglia NON lo crede.
A questo punto due cose.
(soluzione rapida). Vanno a casa prendere il passaporto. ( a mia suocera, che è peruviana è accaduto un paio di volte)
Soluzione lunga Oppure succede quello che accade anche ad un italiano che non sappia in altro modo dimostrare chi è: lo portano in caserma e gli prendono le impronte.
Capito dalle impronte (con qualche ora di perdita di tempo per tutti) chi è lo straniero che stava bevendo il cappuccino si possono avere due casi:
1) dalle impronte risulta che lo straniero ha il permesso di soggiorno.. quindi viene mandato via con la RACCOMANDAZIONE di portarsi sempre dietro un documento… così nessuno gli interrompe il cappuccino e nessuno (pattuglia e straniero) perde più tempo.
2) dalle impronte risulta che lo straniero NON HA il PERMESSO di soggiorno.
In questo caso, probabilmente, a meno che non sia in Italia da meno di 8 giorni, scatta la espulsione. (parliamo di extracomunitari. Per quelli comunitari è diverso e quindi non scatta nulla.)
La ESPULSIONE è un foglio di carta (niente più) tradotto in alcune lingue e fatto dal PREFETTO che semplicemente, INTIMA allo straniero di lasciare l’Italia. Niente più.
Cioè STA allo straniero attenersi a questo foglio di carta e andarsene. Se vuole, cioè, rimane. Nessuno lo costringe.
Di solito il tempo per fare armi e bagagli è di 15 giorni. (a volte meno ma non sto a fare tutti i casi sennò avrei potuto fare copia ed incolla direttamente dalla legge……)
Se non se ne va entro i 15 giorni scatta un meccanismo MENO favorevole.
Cioè lo straniero PUO’ ( e sottolineo può e poi vedremo perché) essere accompagnato COATTIVAMENTE alla frontiera.
Incaricato della ESECUZIONE è il questore della provincia.
Cosa cambia?
Nei primi 15 giorni ha tempo di fare i bagagli, prepararsi, salutare qualcuno e chiudere posizioni aperte…e andarasene.
Se non lo fa e rimane in Italia, dopo i 15 giorni, scatta appunto questo accompagnamento coattivo. Per cui se e quando viene rintracciato, che sia Natale o Capodanno (dovrebbe) partire subito per il suo paese. Anche senza poter salutare nessuno. Così di colpo e improvvisamente.
Perché dico può e dovrebbe? Perché per l’accompagnamento occorre che
• Ci sia una nave o (più difficile) un aereo con posti disponibili
• Ci sia personale disponibile e sufficiente ad accompagnarlo all’aeroporto o all’imbarco
• Deve avere un passaporto.
Se il passaporto non ce l’ha…. Bisogna rifarlo…. E ci vuole un poco di tempo…. E magari, in questo lasso di tempo, si usa il cpt.
Ma non è qui il punto
Il problema sorge verso colui che non lo ha mai avuto, il passaporto.
Cercare di capire chi è uno straniero di cui NON SI E’ MAI SAPUTA la nazionalità richiede tempo.
Durante questo tempo lo straniero viene condotto, SE C’E’ POSTO (visto che sono pochi, rispetto alle esigenze), al CPT più vicino dove starà, non all’infinito, ma per un tempo di 30 più 30 giorni mentre nel frattempo qualcuno cercherà di capire chi è e cioè sostanzialmente:
1) interpella tutte le ambasciate inviando loro foto e impronte.
2) Interpella l’Interpol inviando foto e impronte
3) Viene condotto ai consolati più probabili per un colloquio
4) (intravedete i costi?)
Appena uno di questi enti rispone dicendo….. è mio cittadino… si fa un lasciapassare, un passaporto, un salvacondotto.. e, se è ancora al cpt lo straniero parte per il suo paese.
Ecco. Vedi come stanno le cose?
Senza il cpt la nostra legge rimpatria quegli stranieri che son arrivati fin qui passaporto in tasca sperando, ingenuamente, in una assunzione che li mettesse in regola oppure sperando in una sanatoria.
Senza il cpt la nostra legge NON sa come rimpatriare lo straniero che non ha mai avuto un passaporto e che.. TU DIRAI…. magari è venuto anche lui per lavorare… NO.
Perché lo straniero che non ha mai avuto il passaporto ed è venuto qui per lavorare rientra nella categoria degli onesti e degli ingenui e quindi, quando gli chiedono di che nazionalità è dice la verità-… e al colloquio con il SUO consolato parlerà… e il console ammetterà che colui che ha davanti è un CITTADINO del suo paese. Quindi si sapra subito chi è. E quindi rimpatriato.
INVECE lo straniero senza passaporto, che non lo ha mai avuto… di solito NON è un caso…. Che non l’abbia. Non lo ha perché non lo vuole avere e alla domanda “di che nazionalità sei?” MENTE dicendo il primo stato che gli passa per la testa….magari che so… LIBANO…. E se (e quando) lo portano al consolato libanese… non verrà riconosciuto come libanese….
Ma se per caso, pura coincidenza, venisse poi, col tempo, anche portato al consolato giusto…
In questo caso basterebbe stare zitti e fare finta di non capire… Il console decreterà che quel muto reticente davanti a lui NON è SUO CITTADINO.
Quindi, in Italia, per rimanere anche SENZA permesso.. basta mentire sulla propria nazionalità e non avere mai avuto un documento. (non si può rimpatriare verso un paese qualcuno che non sia certo che sia di QUEL PAESE. Verrebbe rimandato indietro)
Insomma… gridiamo si, e anche tanto affinché qualche represso/frusrtrato non trasformi il cpt in un lager..
Ma senza CPT noi continueremmo a mandar via dall’Italia SOLO gli ingenui e gli onesti con un passaporto e a tenerci (nell’insieme dei gli stranieri senza passaporto) anche quelli che NON vogliono averlo affinché NON POSSANO ESSERE MANDATI VIA per continuare a SFRUTTARE l’Italia, con le sue leggi e la sua assistenza (per esempio quella sanitaria, per cui uno straniero al pronto soccorso ha diritto alla piena assistenza senza ticket o domande sul permesso di soggiorno, provare per credere) e per sfruttare gli italiani, legandosi a reti malavitose e per delinquere. Rimanendo in Italia. Mentre il mio falegname, onesto peruviano clandestino col passaporto è stato rimpatriato. L’aggressore di mia moglie no.
E’ in Italia.
MA NON DOVREBBE ESSERE IL CONTRARIO?
Nel frattempo è stato denunciato per Lesioni a Venezia e ha fatto una rapina a Mestre.
Chi era meglio tenere tra i due?