il commento va lasciato ai precari ed agli insegnanti della scuola.
come esperienza personale posso solo dire che, venendo dal profondo sud (Campania) nel 1967 provai la stessa sensazione pur avendo vinto un concorso che oggi si definisce a tempo indeterminato.
altri sbocchi lavorativi zero, salvo ad appartenere ad una famiglia di avvocati per tradizione.
5 case in due anni, 10 anni di co.co.co e progetto, 4 diverse città con appena i soldi per coprire le spese....so benissimo come ci si sente a vivere da precari, non è la precarizzazione del lavoro è la precarizzazione dell'esistenza.
L'unico progetto che si può concludere in queste condizioni è quello relativo all'ennesimo contratto (a progetto) stipulato.
tenerissima questa collega...
oggi è stato l'ultimo giorno di scuola ed ero di servizio dalle 8,00 alle 13,30. Ho insegnato inglese nella scuola media per molti anni.
Dal 1° settembre insegnerò alle superiori (chiesto e ottenuto passaggio di ruolo).
A 60 anni di età rifarò il famoso "anno di prova".
Ho desiderio di spendermi ancora per questi nostri giovani, linfa vitale della nostra società.
Alla giovane collega vorrei dire di non preoccuparsi...non è vero che è 'disamorata'...sta solo attraverando un momento. Noi non stacchiamo mai la spina: ci portiamo a scuola il nostro vissuto personale e ci portiamo a casa quello professionale.Anche quando crediamo di non dare abbastanza, in realtà non è così, ci spendiamo in tutta la nostra interezza di esseri umani...e i nostri ragazzi lo percepiscono appieno e ci sopportano a volte per qualche nostra incongruenza (vedi nota all'alunna perchè aveva 'sorriso'), ma poi ci amano.
E' questo rapporto di interscambio e condivisione di esperienze tra giovani e adulti che alla fine ti fa dire "ne vale la pena".
Insieme ai momenti di stanca ce ne sono anche tanti altri,di fatica sì, ma di gioia.
La mia mente si apre alle loro giovani menti, nel desiderio di rendermi utile anche al di là della disciplina che insegno. Devo dire che ho imparato molto da loro, mi hanno dato tanto, soprattuto i ragazzi con 'problemi', quelli con tanta rabbia dentro nei confronti della vita: Riuscire a penetrare la loro 'corazza' non è facile, è una sfida con se stessi, ma vale la pena vi assicuro.
Giovane collega, se hai amato la prima volta questo lavoro, non puoi non continuare ad amarlo ancora, a parte le relazioni, i programmi educativi individualizzati e le altre scemenze che dobbiamo scrivere sulle carte: Ogni ragazzo è un mondo a sè, tutto da scoprire; concentrati su questo rapporto privilegiato che abbiamo con i giovani e pian piano ti passerà questo momento.
Anche i figli di papà vanno aiutati,portano il peso greve di falsi miti inculcati in famiglia. Questo succede anche nella provincia del sud (Puglia)dove insegno io. Bisogna imparare a rapportarsi con genitori di ogni tipo, cosa non sempre facile perchè sono essi stessi giovani e il mestiere di genitori non lo insegnano da nessuna parte: si procede solo per tentativi ed errori.Forse si potrebbe cominciare a smettere di considerarli la 'controparte', perchè il rapporto con loro cominci a funzionare.
Insomma, siamo impegnati su più fronti, non è un lavoro facile, soprattutto per chi lo svolge con passione e competenza, ma da' tante soddisfazioni. E non è neanche lo stipendio basso, tra i più bassi in Europa, che ti fa smettere di amare quello che fai.
Auguri di cuore alla mia giovane collega!
con tanta simpatia
sibilla
e brava sibilla, una vera e propria appassionata testimonianza, da prendere ad esempio.
Grazie, Luigi :-)
Mi è sembrato doveroso dare il mio piccolo contributo. Spero che possa tornare utile alla giovane collega che sta vivendo un momento di difficoltà personale legato alla sua professione.Sono certa che lo supererà.
Questo lavoro, quando lo ami la prima volta, lo ami per sempre, anche se strada facendo non mancano difficoltà e contrarietà di vario tipo.
Grazie, Sibilla. Di cuore. :)
Ciao, Lia.
Ce la farai alla grande!
Lo so.
Sennò che sibilla cumana sarei? ;)
Ancora tanti auguri, Professoressa :)
O.T. popolo del blog: dov'è finita la vostra sensibilità, la vostra solidarietà umana ?