Onida: testo pericoloso che mina le istituzioni. Voterò no
Enzo d'Errico
«Magari fosse soltanto una questione politica... Purtroppo il gioco è molto più serio e pericoloso».
Pericoloso?
«Sì, mi creda: la riforma costituzionale rischia di minare il funzionamento delle istituzioni».
Valerio Onida, ex presidente della Corte costituzionale, è uno che per indole e mestiere dosa le parole meticolosamente. Ecco perché sorprende, in vista del referendum del 25 e 26 giugno, sentirlo pronunciare giudizi tanto arroventati.
Non le sembra di esagerare?
«Tutt'altro. I cittadini devono sapere su cosa decidono. Una riforma costituzionale di tale portata può apparire una faccenda per addetti ai lavori. In realtà, è una scelta che inciderà notevolmente nella nostra vita quotidiana».
Proviamo a rendere commestibile una materia così indigesta?
«Diciamo che la trama si snoda intorno a quattro capitoli: bicameralismo, premierato, organi di garanzia e la cosiddetta devolution».
Cominciamo dall'ultimo.
«A onor del vero, su questo fronte è possibile scorgere le uniche note positive. E riguardano alcune modifiche apportate alle rispettive competenze di Stato e Regioni. Sull'energia, ad esempio, si afferma chiaramente che la produzione strategica e la distribuzione nazionale sono di pertinenza statale».
Dunque ha ragione la Casa delle Libertà quando sostiene che finalmente si pone rimedio alla confusione sollevata dalla modifica del titolo V, che il centrosinistra approvò da solo nel 2001?
«No, questa è mera propaganda. La verità è che, al di là di piccoli particolari, la devolution non altera l'impianto sostanziale di quella riforma. Anzi, accende nuovi focolai di conflittualità istituzionale, indicando tre materie che apparentemente diventano di esclusiva competenza regionale: scuola, sanità e polizia amministrativa. Dico "apparentemente" perché, nei fatti, non è così».
Mica vorrà sostenere che la devolution, tanto cara alla Lega, è solo un'operazione di facciata?
«Lo sostengo eccome, visto che lo Stato mantiene le sue competenze, a loro volta esclusive, sulle stesse materie. A meno che non ci sia un'intenzione nascosta dietro il fumo delle rassicurazioni».
E quale potrebbe essere?
«Ad esempio, creare sistemi sanitari differenti da regione a regione, col risultato che un calabrese non potrebbe più andare a farsi curare gratuitamente in Lombardia. E lo stesso discorso vale per l'istruzione. Celebreremmo, insomma, il trionfo della diseguaglianza».
Salva almeno il federalismo fiscale?
«Di quest'argomento non esiste traccia nella riforma. Per metterlo in moto, bastava attuare il testo in vigore. Invece s'è scelta una strada che rischia di azzerare la capacità impositiva delle regioni».
Come?
«C'è una piccola clausola, al termine delle disposizioni transitorie, in cui si sottolinea che l'autonomia tributaria locale non può mai far lievitare la pressione fiscale complessiva. Dunque, le Regioni sarebbero in grado d'imporre tasse soltanto se lo Stato diminuisse le proprie. Risultato:faremmo un passo indietro sul cammino del federalismo fiscale».
Capitolo «bicameralismo»: problemi anche qui?
«Direi di sì. Il senato federale, formulato in quel modo, altro non è che un'assemblea elettiva di carattere nazionale. Il legame con le Regioni, che non nominano direttamente i propri rappresentanti, è praticamente inesistente. Inoltre la riforma del Polo cancella l'attuale bicameralismo perfetto, che per inciso negli Stati Uniti funziona senza problemi, in nome d'un groviglio di procedimenti legislativi: su alcune questioni delibera la Camera, su altre il Senato, su altre le Regioni... Andremmo dritti verso il caos istituzionale».
Addirittura?
«Con questo sistema, qualunque disegno normativo che abbraccia materie diverse verrebbe spezzettato secondo le competenze delle Camere. La legge Biagi, per esempio, sarebbe stata spacchettata in almeno tre tronconi, ciascuno sottoposto a un diverso procedimento d'approvazione.».
Ultima fermata, il «premierato»: non crede che garantirebbe una maggiore efficacia dell'esecutivo?
«Al contrario, ritengo che sia l'aspetto più pericoloso dell'intero progetto. La tentazione plebiscitaria è evidente. Ci troveremmo ad avere un dominus del governo, che sarebbe sostanzialmente eletto dal popolo e avrebbe tra le mani un fortissima leva di ricatto sul parlamento essendo attribuita a lui, e non più al Capo dello Stato, la facoltà di sciogliere le Camere. Nei fatti, il potere esecutivo e quello legislativo verrebbero a sovrapporsi. Tanto più con la nuova legge elettorale che, cancellando le preferenze e i collegi uninominali, ha spersonalizzato la rappresentanza».
Però sarebbero scongiurati i «ribaltoni».
«Questa del "ribaltone" è un'ossessione. La politica deve conservare il suo spazio: la rigidità di un sistema è l'anticamera dell'autoritarismo».
Professore, lei voterà no. E poi?
«La nostra costituzione non va stravolta, ma eventualmente aggiornata in singoli punti. Se tutti avessero mostrato senso di responsabilità, un accordo sarebbe già stato raggiunto».
Speriamo che questo scempio non passi.
Una nota di merito a voi sinistri : per una volta avete dimostrato coerenza. Fra i cambiamenti della costituzione si prevede di dare maggiori poteri al premier, per cui se alle elezioni Berlusconi vinceva era chiara una vostra estenuante campagna per il NO.
Ora che invece si rafforzerebbe il potere di Prodi, mi aspettavo una classica inversione a U in favore del SI.
E invece no : strano ma vero! Che la sinistra stia perdendo il peggiore dei suoi difetti, la faziosità?
Meno male che ci sono i politici di destra ed i loro giornali "obbiettivi" a salvarci dalla faziosità della sinistra:
http://vivamarcotravaglio.splinder.com/post/7625892
Onida è uno che se la classe politica nostrana avesse un po' più di palle verrebbe almeno considerato per la Presidenza della Repubblica. grande nitore, grande persona, grande competenza, grande pensiero, grande scritto.
Carolina
mi sta' venendo il panico...
a quanto pare non sono l'unico che sente tirare una brutta aria...
tra le persone che incontro..., un sacco dicono che qualora andassero a votare voterebbero SI... e una gran parte semplicemente dice che non andrà a votare..., il perchè...???
la costituzione è una cosa vecchia...!!!
e da vecchi...!!!
ma siamo matti...???
occorre una mobilitazione generale perchè la gente venga a conoscenza dei perchè del NO... e dei danni collaterali del SI...
diamoci da fare...
è vecchia la riforma, non la Costituzione. motivo 1: la riforma dice che va a toccare cose tipo le leggine etc... ma quello era il tempo della prima repubblica, oggi si dovrebbero toccare i maxiemendamenti, la declassazioni delle leggi a regolamenti e altri problemi completamente diversi.
motivo 2: la Costituzione degli USA è infinitamente più vecchia e consta ancora di pochissimi articoli e pochi emendamenti. qui le modifiche sono oltre 50 e fanno cose, sulla base poi della volontà di 4 tizi riuniti in una baita e nemmeno affrontando un parlamento, tipo togliere il diritto a sfiduciare il governo ai parlamentari dell'opposizione (si va indietro, non avanti, e sicuramente non nell'interesse della nazione visto che qualunque sia il governo, se uno non l'ha votato ha dei rappresentanti che non valgono un ciuffolo).
motivo 3: riesce a tornare indietro fino alla Magna Charta perché dà la sovranità alla maggioranza qualunque sia e non al popolo.
e ce ne sarebbero altri di motivi... se volete scrivetemi e ve li mando!!!
Grazie Drizzt...
Carolina
ehm: fino a prima della Magna Charta.
Carolina
:-)
Carolina il problema e che 'ste cose bisogna raccontarle in giro...
Che facciamo? Come ci organizziamo?
nel thread della mussolini sembrano tutti belli convinti che passerà il NO....
pure le politiche le dovevamo vincere con 5 punti di scarto....
la ciliegina c'ho sputato il sangue con altra gente a studiarci e ho redatto un testo da fare girare. adesso te lo mando. e fai girareeeeeeeeeeeeeeeeeeee...
Baci
Carolina
ps non bisogna convincersi di niente, non ha senso. di matematica esiste solo quella del dopo, non del prima. quindi abbiamo tutti il dovere di fare un feroce casino per il NO.
Carolina
grazie, ormai sto facendo spamming selvaggio, a partire dalle primarie dello scorso ottobre, credo di aver perso parecchi amici che mi accusano di essere una "fissata".....
Prego. io anche. son la rompipalle della città :-) però poi di solito ci ragioniamo con le persone. comunque volevo dire: questo non è particolarmente legato a tematiche "partitiche" proprio perché è legato ai diritti di tutti. a chiunque mi scriva sarò più che lieta di inviare le mie analisi in meno di 10 punti. coraggio. fatevi sotto!
Carolina
x esattezza. i 3 sopra + altri 5.
Carolina
Carolina, un consiglio per gli acquisti:
Giorgio Napolitano - Dal Pci al socialismo europeo - Un autobiografia politica - Laterza - 2005.
Poi mi saprai dire.