Jurassic Rai
di Marco Travaglio
Il diavoletto che s’intrufola nelle redazioni per infilare notizie false nei resoconti dei giornali e dei tg ha colpito ancora. L’altroieri ha diffuso un falso comunicato del Cda Rai che esprimeva un giudizio «nettamente positivo» sull’informazione «complessivamente equilibrata» a proposito del referendum costituzionale. È ovvio che si tratta di un comunicato apocrifo, messo in circolazione per screditare il Cda. È impensabile infatti che persone sane di mente, quali dovrebbero essere almeno alcuni consiglieri,se ne escano con una simile enormità, essendo sotto gli occhi di tutti lo stato comatoso della cosiddetta informazione del cosiddetto servizio pubblico (e non solo sul referendum). Se invece il comunicato del Cda dovesse rivelarsi autentico, cosa che ci rifiutiamo di credere, non resterebbe che mandare a casa tutti i firmatari per manifesta incapacità di intendere e volere. Chi ha la sfortuna di informarsi (si fa per dire) attraverso i principali tg Rai (per non parlare di Mediaset), sa tutto sul parere di questo o quel politico a proposito del referendum: nulla infatti ci viene lesinato sulle opinioni in merito di Nania e Calderoli, Pecoraro Scanio e Mastella, Angius e la signorina Carfagna. Purtroppo, finito il solito teatrino, non resta granché tempo per raccontare i contenuti della Costituzione-boiata escogitata due estati fa, fra un rutto e un grappino, dai presunti «saggi» in una baita del Cadore. Per saperne qualcosa bisogna leggere alcuni giornali: sul Corriere Giovanni Sartori, che di queste faccende capisce parecchio, e infatti non viene mai consultato dalle tv, spiegava i trucchi della disinformatija in corso a reti unificate. Ed è appunto a Sartori che ha risposto il Cda Rai, con il comunicato che ci auguriamo falso e apocrifo. Qualcuno dirà: ma perché mai, se la Rai è già passata spontaneamente al centrosinistra senza bisogno di epurazioni, continua a comportarsi come se al governo ci fosse il centrodestra? Purtroppo il problema non è questo: è proprio perché la Rai sta passando ai nuovi padroni del vapore (con i leggendari panini del Tg1 invertiti: due fette di pane alla maggioranza, sottiletta all’opposizione) che, sul referendum, si tiene così sul vago. Lì dentro anche il più impercettibile spiffero politico viene colto in pieno, e s’è capito che l’Unione è quasi spaventata all’idea di stravincere il referendum, dunque parla di «spoliticizzarlo», di «evitare lo scontro», di «preparare il dialogo» per riformare, subito dopo, la Costituzione «insieme». Ecco, è la parola «insieme» la chiave di tutto. Un avverbio che manda in brodo di giuggiole Vespa e tutti i vespini e gl’insettini al seguito. Ancora una volta, la Rai è lo specchio del Palazzo, la prosecuzione della politica con altri mezzi. E i cittadini lì a sperare che, fra un Risiko e l’altro, passi qualche notizia vera.
In questo senso, e solo in questo senso, non è cambiato niente: l’idea dominante resta quella secondo cui l’informazione non è un diritto fondamentale dei cittadini, ma un favore che, bontà loro, ci fanno i politici di tanto in tanto per tenerci buoni, allentando un po’ le maglie della censura. Per cui, alla Rai, basta qualche aggiustamento qua e là, e il resto viene da sé. I quasi 40 mila italiani che hanno già firmato la legge di iniziativa popolare per cacciare i partiti dalla Rai e il partito unico da Mediaset, e quelli che la sottoscriveranno domani nel Firma Day in tutte le piazze d’Italia (per informazioni, www.perunaltratv.it) non la pensano così. Chiunque, sul satellite, dia un’occhiata alle tv pubbliche (e anche private) di Francia, Inghilterra, Germania e Spagna, sa che nelle democrazie vere non funziona così. Se l’informazione (e la satira) si può fare solo «col permesso de li superiori», la partita è già persa in partenza. E basta leggere le letterine affrante di Vespa ai giornali contro i politici cattivi che lo vorrebbero ridimensionare da quattro a tre sere settimanali (come peraltro prevede il suo sontuoso contratto di pensionato d’oro) per rendersene conto. I politici cattivi che lo vorrebbero solo uno e trino, e non più quattrino, sono gli stessi del centrosinistra che nel 1998 lo trasformarono in quattrino. Ciò che spaventa l’insetto è l’idea stessa che gli vengano affiancati dei giornalisti non di partito né di palazzo (Nino Rizzo Nervo parla di Santoro, Biagi, Feltri) e che la gente possa fare il confronto. Proposta sacrosanta, che però sarebbe ancor più credibile se, a farla, fossero dei professionisti indipendenti. Persino il Jurassic Park del calcio è oggi nelle mani di un professionista indipendente. Firmiamo in massa quella legge, e magari, chissà, avremo un miracolo-bis anche alla Rai.
ecco, questo è il Marco Travaglio graffiante, informato, sarcastico, al quale va dato consenso ed incoraggiamento.
sulla Giustizia c'è stata una caduta di stile (forse, viste le ultime dichiarazioni del Mastella-pensiero e di altri: una bella iniziezione di fiducia nel cittadino-elettore !).
bè, Travaglio non puo' essere bravo solo quando scrive quello che ci piace... angelo, il tuo mi sembra lo stesso commento che si legge sui forum sportivi, dove Travaglio viene osannato quando scrive sulle malefatte di calcio e diventa improvvisamente un raccontaballe quando scrive dei politici ladri e mafiosi.
la sua opinione sulla giustizia è rispettabile e si basa sui fatti, come sempre del resto.
Cristina, il mio angelo custode non pratica i forum sportivi, ma si intende, come me, di giustizia e di esecuzione penale, oltre ad una discreta cultura generale.
;-)
Luigi, anche Travaglio se ne intende e in quanto a cultura bè, non credo che questa gli manchi.
La vedo difficile, anche perchè i partiti che hanno vinto le elezioni, in quanto a partitocrazia, mi sembrano sulla stessa linea dei precedenti.
Chi trova lavoro a 102 sottosegretari perchè dovrebbe mollare la presa delle loro potenti ganasce sulla rai (che poi non è solo informazione, ma dispone di migliaia di prebende che vanno dalle ballerine alla regia, dall'uscere al tecnico del suono)?
No, penso che la soluzione debba essere più generale.
Intanto riduzione di rai e mediaset a una o due reti a testa, con obbligo di vendere realmente le altre. Poi lo sviluppo delle televisioni non generaliste, ovvero dedicate a tematiche particolari (sport, informazione, cultura, film etc.).
La rai, poi, dovrebbe dedicarsi esclusivamente al servizio pubblico, evitando di entrare in concorrenza coi privati sul divertimento di basso livello.
Insomma, una bella ridimensionata a rai e mediaset, con spazio x gli altri.
I partiti rimarranno sempre, ma il piatto può essere rimpiccolito.
Ciao Luigi, posso farti una domanda?
Ma tu seriamente non condividi tutto quello che Travaglio aveva detto su mastella?
mauro, ti ho mandato una mail
Sono d'accordo sarebbe ora di liberare la rai..nn se ne può più della lottizzazione partitica...davide