Mussi: «Rivendico la laicità come valore»
Il ministro in Senato assicura: «Il governo non vuole
rivedere la legge 40. Se vuole, lo farà il Parlamento»
di Maria Zegarelli
LE COMMISSIONI congiunte sanità e istruzione del Senato sono riunite giù al piano terreno e le telecamere pressano fuori. I ministri Fabio Mussi e Livia Turco arrivano puntualissimi. Li aspetta il fuoco incrociato delle domande della Cdl - ma anche di una preoccupata minoranza della Margherita - che ormai da giorni tenta di mettere sulla graticola il ministro della Ricerca e dell’Università, «reo» di aver sottratto la firma dell’Italia alla «Dichiarazione etica» in sede Ue che poneva un veto - creando una minoranza di blocco - sull’uso degli embrioni ai fini della ricerca. Fabio Mussi ha una lunga storia parlamentare alle spalle e si vede da come affronta la questione. Parla a nome del governo, non a titolo personale. Sottolinea, che le decisioni comunitarie, «fanno salva la legislazione italiana», cita i 53 miliardi di euro per la ricerca Ue. Ribadisce che era necessario superare una «certa freddezza» del governo precedente relativa alla «ricerca fondamentale». Rivendica la sua scelta di ritirare la firma, apposta a suo tempo dal ministro Letizia Moratti «senza consultare il parlamento e quindi violando la legge Buttiglione» che oggi lo stesso ministro rivendica. Sgombra di nuovo il campo da possibili dubbi: «Nel programma dell’Unione e del governo non è prevista una iniziativa di modifica della legge 40». Sarà il Parlamento sovrano, nel caso, a decidere per eventuali modifiche. La linea dell’Unione è chiara anche su un altro punto: le ricerche in Italia si effettuano sulle cellule staminali adulte da cordone ombelicale.
Poi, cita un numero: 3610. Sono le donne che nel 2005 sono andate all’estero per accedere a tecniche di fecondazione assistita vietate in Italia. «Quelle donne hanno fatto riferimento a una diversa legislazione europea applicando norme qui vietate». Alza la voce quando sottolinea che non stanno solo da una parte i valori non negoziabili. «La laicità dello Stato è un diritto fondamentale non negoziabile e qui non c’è una guerra tra laici e cristiani». E così come la «religione non è un fatto privato, ma un fatto pubblico, la laicità non è uno spazio vuoto di neutralità dello Stato, ma uno spazio dove si dispiega il pluralismo delle culture». E ribadisce: «Anche io sono per il principio di precauzione». Ma l ‘Europa è rigorosa nei limiti che pone e che si pone: «Su 80 progetti di ricerca sulle staminali soltanto 8 hanno riguardato gli embrioni sovrannumerari». Invita al dialogo, perché «siamo dei viaggiatori alla ricerca di possibili convergenze».
Livia Turco annuncia che presenterà quanto prima al Parlamento la relazione sullo stato di attuazione della Legge 40. Sarà davanti alla relazione che il Parlamento deciderà che fare: se modificarla o intervenire sulle linee guida. Perché «il dibattito parlamentare fa sentire meno soli», dice quasi parlando a se stessa.
Il presidente dell’Udc Rocco Buttiglione vuole sapere se il governo «verrà in parlamento prima di decidere cosa fare in Europa oppure no». Cesare Cursi di An, si associa, mentre Antonio Tomassini di Fi dice che «non tutto quello che la scienza realizza si deve applicare, spetta al politico fare una scelta». Laura Bianconi, Fi, solleva dubbi sull’anima del ministro. «Se cominciamo a sollevare il sospetto che qualcuno non ha l’anima - risponde Mussi -diventa dura perché bisogna istituire una commissione ad hoc e in altri secoli ce n’erano». Appoggio ai ministri dai senatori di maggioranza. Intervento di apprezzamento della difesa della legge 40 di Paola Binetti, Margherita, che promette «per ora niente mozioni» ma vuole il «no di Prodi» il 24 in Ue. Ignazio Marino dei Ds propone: «Sugli embrioni congelati la scienza può venirci incontro, studiando e arrivando a individuare il momento in cui perdono la loro capacità riproduttiva e quindi possono essere utilizzati ai fini della ricerca».
La ministra Barbara Pollastrini definisce «saggia, anche alla luce del voto del parlamento europeo», la decisione di Mussi. Anna Finocchiaro, presidente del gruppo Ulivo rassicura: «Il governo non toccherà la legge 40». Fabio Mussi, alla fine, è soddisfatto: «Il clima è stato sereno e di questo ringrazio tutti». Il dibattito si rinvia al dopo referendum.
Un solo commento lapidario: ci vorrebbe un'altra breccia di Porta Pia per scrollare di dosso all'Italia il potere ex - temporale (ma sarà veramente spirituale ?) dello stato della Città del Vaticano !
Laura Bianconi di Forza Italia che è arrivata a sollevare dubbi sull'anima (!) del ministro
un piccolo passo avanti.
quando capirà che non ce l'ha anche lei sarà quantomeno entrata nel secolo scorso
Mah, secondo me la soluzione è più semplice di quanto sembri, convinciamo bellachioma che la ricerca sulle staminali potrebbe anche aiutare la ricrescita dei capelli ed il gioco è fatto, tutti i parlamentari di forza italia cambieranno idea immediatamente..:-DDDD
Nella sua qualità di dipendente del Ministero del tesoro in aspettativa per mandato parlamentare credo che il sen. Laura Bianconi non sia esattamente la figura politica più indicata per discettare di questioni teologiche (l'esistenza dell'anima) come anche di questioni di bio-etica.
Ma, tant'è, siccome ce l'hanno nominata in quella Commissione, bisognava pur battere un colpo per dimostrare di esserci, pur bastando anche una silenziosa e pudica presenza.
Laura Bianconi il colpo l'ha battuto, ma a vuoto, ha fatto una clamorosa cilecca, tanto da consentire ad un politico di razza e di lunga carriera come Mussi di affermare, con evidente sarcasmo:
«Se cominciamo a sollevare il sospetto che qualcuno non ha l’anima diventa dura perché bisogna istituire una commissione ad hoc e in altri secoli ce n’erano».
Ben fatto !