Questa della sinistra schiava dei "poteri forti" è proprio una storia che ha dell'assurdo. Non dico che non ci sia un fondo di verità, ma, nonostante i 5 anni di Berlusconi, ho ancora gli occhi aperti a sufficienza per rendermi conto che il governo che più è stato schiavo di poteri forti è stato il suo: il potere forte era lui.
benissimo riguardo ciò che fu, hai una visione reale delle cose; adesso però sforzati di aprire gli occhi anche adesso, ti sorprendari quando ciò che credi di vedere non è quello che pensi.
Ma c'è ancora qualcuno dotato di qualche cellula grigia, in Italia, a cui interessa ancora ciò che scrive Panebianco?
Il problema è che Panebianco non vuole definirsi di destra, a dire il vero. Non c'è nulla di male per un liberista che sta a destra nel dire "l'avrebbero dovuta fare i miei".
Beh, qualcosa di male c'è, ed è il non chiedersi a chi ha dato il suo voto :-)
In verità Angelo Panebianco ha il vizio del 'bastian contrario'.
Pur di rifulgere, o illudersi di farlo, frequente è in molti il rifugiarsi in questa tecnica.
Nel caso odierno tale tecnica appare evidente, se non evidentissima.
Prima un elogio 'a contrariis' di ciò che ha fatto un governo di sinistra, quindi statalista e tutt'altro che liberista per definizione, con un implicito rimprovero alla precedente compagine governativa (anche Alemanno ha affermato la stessa cosa: 'avremmo dovuto farlo noi'), poi il tradimento dell'elogio appena somministrato con l'affermarsi, è di tutta evidenza, che si tratta di misure che scalfiscono appena i problemi sul tappeto, anzi, lasciamolo dire all'interessato: "...queste misure di liberalizzazione sono state costruite in modo da toccare il meno possibile interessi rappresentati dalla attuale maggioranza."
Sa bene che non è così, che si tratta di provvedimenti di liberalizzazione che la gente sente come propri, necessari ed opportuni.
Sa bene che si tratta (e non poteva essere diversamente) di una 'manovrina' di appena lo 0,1 % del Pil, testimonianza di una prudenza nel fare le cose anzichè lanciare proclami faraonici regolarmente non mantenuti.
Ma tant'è quanti lettori riescono secondo Panebianco a fare di conto (2+2=4) ?
Tanti, tanti ....
Lo attendiamo al prossimo commento, sulla finanziaria 2007.
Mi fa semplicemente sorridere l'opinione di PaneBianco come di tutti quanti coloro che hanno un concetto politico legato alla sinistra italiana che si lega a parole di Statalismo, nazionalizzazioni, pubblicizzazioni. Mi fa sorridere perchè evidentemente poche persone in Italia si interessano realmente di politica. Poche persone conoscono realmente la storia. E soprattutto poche persone riescono a collocarsi politicamente. Chiunque si senta di sinistra crede e ritiene che determinati valori non debbano essere mai messi in discussione. Chiunque pensatore nasce a sinistra ritiene che il miglior modo di "stare insieme" pacificamente sia un sistema di governo che ponga al centro dell'attenzione l'interesse della collettività. Evidentemente questi concetti non sono sempre ben tenuti in considerazione e questa è la dimostrazione delle dichiarazioni e dello stupore che emerge a seguito del decreto "Bersani". La discussione è lunga, ma mi voglio solo soffermare facendo presente che allo stato attuale e in questo sistema economico, il miglior modo di governo va nella direzione che l'attuale Governo sta andando. Porre al centro dell'attenzione il cittadino e non il sistema di produzione è un obiettivo di un uomo di sinistra. Il metodo è quello che riesce a raggiungere in maniera più efficiente il risultato senza discriminare la categoria di persone coinvolte. Riflettete su queste parole perchè l'altra parte politica ha fatto parecchia propaganda vendendo un ideale di LIBERISMO che a parer mio invece è andato molto nella direzione del DIRIGISMO ed ora pagherà questo scotto.
hai ragione da vendere gianni, l'equivoco d'immaginare la sinistra italiana come non liberali ma libertini, invidiosi dello status quo della borghesia, miscredenti senza valori ed ideali, materialisti e senza spiritualità ha permesso in tutti questi anni la nascita, la formazione e la crescita di una classe politica aggressiva e amorale.
da questa ignoranza ne usciamo tutti con le ossa rotte, noi di sinistra che tante volte abbiamo dovuto quasi scusarci della nostra esistenza, se non addirittura rifugiarci nel massimalismo, e la destra conservatrice perbene che è stata costretta a identificarsi negli squali che ben conosciamo.
maria
Ma da quando liberismo e privatizzazioni sono diventati "di sinistra"? E per quanto riguarda Prodi ricordo che è stato presidente della Commissione Europea, che ha sempre votato a favore delle multinazionali, anche in opposizione al Parlamento europeo.
Bene, Gianni Esposto, le confesso che per moltissimi anni Mandrake non si è occupato di politica, era occupato ad imparare e praticare altre illusioni (giochi di prestigio), quindi non ne so abbastanza, se non niente del tutto, salvo ciò che si legge e si ascolta.
Anche oggi il parlare di politica (e di molti altri argomenti) in questo OMB è puro esercizio di diletto intellettuale, senza pretesa se non di offrire, a chi interessa e di certo a sè stesso, una riflessione, un ragionamento, senza pretese.
In questo caso l'argomento era il commento di Angelo Panebianco.
Io ho detto la mia opinione, la sua (oltre al sorridere) qual'è ?
La stessa domanda rivolgo a mira.
Se vorrete rispondermi.
"Queste misure di liberalizzazione sono state costruite in modo da toccare il meno possibile interessi rappresentati dalla attuale maggioranza"
può anche essere (manca una descrizione più specifica degli interessi "intoccati"). In ogni caso bisogna ringraziare bersani, perchè è un primo grosso passo avanti in un paese clientelare e corporativo come il nostro.
maidi, penso che tu stia facendo un po' di confusione, il pacchetto bersani non prevede affatto privatizzazioni perchè non sta assolutamente privatizzando nessun bene di pubblico esercizio, esattamente l'opposto di quanto effettuò il governo a questo precedente, che si avviava a privatizzare istruzione e sanità ad es.
anzi bersani propone che i servizi al cittadino siano fatti ad uso e consumo del pubblico e non del privato.
a te sembra giusto dover pagare una pratica notarile di centinaia di euro per il trasferimento di proprietà di un auto?
oppure che un'assicurazione di una macchina di media cilindrata porti via quasi miei due stipendi?
o che la svizzera si stia arricchendo ulteriormente vendendo medicinali con il 30% di sconto rispetto alle farmacie italiane, compreso il latte per i neonati?
la verità è che il mercato non era affatto libero come propugnato dalla destra, ma fagocitato da un'elitè che dettava le regole pro domo suo, magari fosse stato vero liberismo, ma dimmi una ed una sola iniziativa fatta dal governo berlusconi che favorisse la meritocrazia e premiasse l'impegno della imprenditoria seria e coraggiosa.
mandrake io non ho risposte da dare, posso solo chiacchierare e conversare , cercando di sviscerare le questioni sui temi che stanno , sicuramente, a cuore oltre che ad entrambi a molti altri blogger.
maria
Lei è troppo modesta, mira.
Inoltre, io le ho solo chiesto una opinione su quanto affermava Panebianco, non di certo sui massimi sistemi.
Dire e dare la propria opinione è come dare una riposta, solo in modo non pretenzioso.
LA RISPOSTA ho ancora da trovare chi è capace di darla.
Aggiungo: LA RISPOSTA come verità assoluta, posto che il dogma è un concetto sopratutto religioso.
mandrake io non conosco panebianco, leggo pochissimo il corriere, abitando a torino leggo la stampa e la repubblica, il mio commento è strettamente ed essenzialmente legato a quanto letto nel post di esposito, non ho infatti commentato il giornalista, non basta , almeno per me, la lettura di una decina di riga per conoscere la sua linea e come finora si sia espresso.
scusami per ciò se mi sottraggo alla tua richesta.
maria
Le è scusata mira, anche se io leggo sopratutto La Repubblica, ma non la scuso di avere storpiato il nome dell'autore del nostro argomento: Esposto, non Esposito.
Sui cognomi occorre la massima precisione !
Panebianco a me non mi è mai piaciuto, più che leggerlo l'ho sentito in vari interventi televisivi e l'ho descritto così come lo ricordo, una impressione sempre confermata e quindi consoldata.
Mira, io non ho votato nè per Berlusconi nè per Prodi, perchè non mi piace nessuno dei due.
Quello che constato è che si continua una politica sostanzialmente di detra che favorisce le grandi aziende e le multinazionali. Molte di queste "rivoluzioni" es. banche, sono fumo negli occhi.
Sul prezzo dei farmaci: in Svizzera alcuni costano meno altri di più, ma non lo decidono i farmacisti (i prezzi dei farmaci sono imposti) sono le aziende che vendono a prezzi diversi a seconda del paese. Es. il latte in polvere in Italia lo vendono a prezzi maggiori che in Francia. Perchè? Chiedilo allo stato italiano (o ai vari governi) che hanno accettato questi prezzi.
Quanto ai farmacisti in Svizzera guadagnano molto di più perchè lo "sconto farmaceutico", cioè il guadagno della farmacia, anche questo stabilito dallo stato, è maggiore.
Maidi, ma di cosa stai parlando?
Nessuno ha parlato di rivoluzioni ma di provvedimenti modesti e sensati e quello sulle restrizioni e le regole per i cambiamenti delle condizioni dei conti correnti è una manna per tanti consumatori fregati da un sistema che non li garantiva assolutamente. Altro che fumo negli occhi.
Ma quali "multinazionali" sarebbero favorite? Ma di cosa stai parlando?
Qui si sta parlando di questo pacchetto di norme firmato da Bersani, fine.
Ci sono altri provvedimenti da adottare secondo te? Non lo nego, ma non hai ancora detto una parola sensata che può indurre e pensare che ci sia qualcosa di sbagliato in questa proposta.
E' evidente, palese, solare che il costo dei farmaci è controllato dalla lobby delle aziende farmaceutiche e dei farmacisti, ma quello di riuscire a portare i farmaci da banco nei supermercati è stato fino ad ora uno scoglio insormontabile verso una strada che porta ad una migliore gestione ed equità nei prezzi dei medicinali. Intanto questa è fatta, passiamo oltre. La parola d'ordine è dare fiducia e giudicare con equilibrio, le grandi rivoluzioni si possono fare, ma con questi equilibri ci vuole più calma: non siamo certo in spagna con la maggioranza di Zapatero. D'altraparte con quelli come te che stanno a casa sarà impossibile dotare un governo non di destra di una maggioranza e di una stabilità tale da imporre grossi cambiamenti in maniera rapida ed implacabile.
Dovrai fartene una ragione.
Diro di più, secondo me questo deve essere solo l'inizio.
La società italiana ha bisogno di aria nuova e fresca; inoltre vanno eliminate tutte quelle incrostazioni clientelari e burocratiche che fanno di ogni attività una sorta di monopolio in esclusiva; dal farmacista al notaio, dal giornalista (qualcuno mi deve spiegare perchè si debba fare un esame x "diventare" giornalista) alle stesse "onlus" che gestiscono -a pagamento- larghi settori del volontariato, delle adozioni (numero contingentato per regione) di numerosi "servizi" sociali.
C'è poi la questione delle camere di commercio (miliardarie, con cda chi si danno lautissime prebende) delle province (la tassa in favore delle quali rende così costosi i passaggi di proprietà di auto e moto) etc.
Chi avesse seguito il seminario della rnp con giavazzi al residence ripetta si sarebbe accorto che in italia non esiste una sola attività libera.
Volete aprie un edicola? Impossibile. Una formacia? Neanche a pensarci. Procuratevi (centinaia di migliaia di euro) una "licenza"..
Aggiungo (e concludo) che il sistema utilizzato (decisione politica, senza concertazione con le corporazioni) è quello giusto, anche se contraddice la mania di certa sinistra dedita ai grandi tavoli tra le parti.
Il governo, eletto dai cittadini, ascolta tutti e poi decide in maniera autonoma.
Con la concertazione saremmo stati ancora a spaccare il capello in otto senza combinare nulla.
E non si deve avere paura delle reazioni, degli scioperi, della piazza. Roba che passa, mentre le leggi restano.
dedalus questa riforma arriva in ritardo e dopo decenni di sclerosi burocratico-affaristico-mafioso-corporativa, in pratica e' inutile e si scarichera' sui soliti quattro gatti scelti come folk-devil del momento.
i malcostumi rimarranno, le corporazioni ed il familismo anche e avremo un proliferare di miserrime azienducole al dettaglio che moriranno nello spazio di un mattino.
pero' i tromboni potranno suonare la loro marcia trionfale liberista.
Gabriele, sei male informato, i farmacisti non stabiliscono i prezzi dei farmaci, che sono prezzi imposti, così come è imposto il guadagno delle farmacie (che si chiama sconto farmaceutico, e in Italia è la metà che in Svizzera), questo perchè le farmacie sono concessionarie dello stato per la distribuzione del farmaco.
Mandrake, mi scuso per il ritardo nella risposta. Lei chiede la mia opinione in merito alle parole di PaneBianco,laddove definisce un uomo di sinistra colui che pensa ad una concezione di stato presente nell'economia con lo scopo di rendere il mercato il più possibile sotto il controllo Statale. Bene. Io credo che un uomo di sinistra non possa prescindere da un presupposto: rendersi conto del contesto economico in cui viviamo e riconoscere la superiorità dell'economia di mercato su quella pianificata. Partendo da questo presupposto, e riconoscendo quindi il mercato come istituzione, un uomo di sinistra crede che non sempre questa forma di governo dell'economia possa portare alla massima efficienza possibile sia in termini di nudo e crudo punto di ottimo paretiano, sia in termini di un ottimo che tenga conto anche del costo/beneficio sociale. Mi spiego meglio: ritengo che un uomo di sinistra debba difendere i settori (istruzione, rete di trasporti, pubblica sicurezza, rete autostradale) laddove si verificano fallimenti di mercato. Ovvero laddove il mercato non porta alla soluzione prima prospettata proprio perchè non pone al centro della sua attenzione ed azione: il cittadino, ovvero la collettività nel suo insieme. Laddove invece il mercato può raggiungere questa efficienza si deve preoccupare di limitare al massimo i costi sociali che la collettività deve sostenere e massimizzare il beneficio. Le faccio un esempio più calzante: se si vuole introdurre una tecnologia nuova che migliora la vita di ognuno di noi (vedi la telefonia mobile), ma questa tecnologia è dannosa o potrebbe esserlo laddove non si prendono in considerazione danni che le onde provocate dall'introduzione di questa tecnologia non contabilizzando questi costi sociali, allora un uomo di sinistra deve intervenire e introdurre regole che nel computo dei costi/benefici tengano conto dell'interesse della collettività. Un uomo di destra invece questi costi sociali non sempre li prende in considerazione perchè libero mercato implica massimo guadagno per costui. Questo mi spiace ma non è vero. E mi spiace ricordare che nella storia della nostra repubblica si è nazionalizzato non a causa degli uomini di sinistra, ma perchè le nostre aziende soffrivano già allora di competitività e pur di evitare chiusure e fallimenti si decise di far accollare danni che privati avevano provocato. Per alcuni settori invece si capì che forse proprio gli enormi costi di base imponevano un accollo statale. Ecco perchè un uomo di sinistra immagina una rete ferroviaria di proprietà statale, ma una vendita a privato del passaggio su suddetta rete. Quello che non riesce a far partire questo settore è ancora un fattore legato alla assenza di altri attori e anche ad un ostacolo linguistico che è un ostacolo al processo di integrazione. Questo pensa un uomo di sinistra oggi a 26 anni ed europeista. Se necessita di ulteriori spiegazioni sono sempre a sua disposizione! Il dialogo ed il confronto mi stimolano e la ringrazio per aver letto il mio post.
Dimenticavo. Un uomo di sinistra prende seriamente in considerazione gli insegnamenti economici di Adam Smith ma attacca alcune tesi proprio introducendo costi sociali non presi in considerazione dal filosofo liberista (attenzione liberista e non dirigista) del settecento. Un uomo di sinistra si avvicina più ad un altro economista del primo novecento:keynes. Ma un uomo di sinistra oggi non può non accorgersi dell'immobilismo che la tecnocrazia statale può portare. Un uomo di sinistra oggi non può far finta di nulla quando esistono settori statali che non sono efficienti. Ma la risposta non è la loro liberalizzazione. Va valutato caso per caso e settore per settore. Laddove ripeto il mercato fallisce (crea distorsioni: pochi hanno tanto e molti hanno poco) lo stato deve esistere. Discutiamo se esistono (e io ritengo che esistono) meccanismi che consentano il raggiungimento di efficienza anche quando interviene lo Stato. Prima cosa suggerirei di cambiare mentalità. Capire che un posto statale deve essere considerato non un posto fisso (altrimenti si ricadrebbe nell'errore della rendita legata al posto fisso), ma una opportunità ed una responsabilità di svolgere un lavoro di pubblica utilità. Capire che svolgere un ruolo nel pubblico impiego deve essere gratificante tanto quanto un ruolo svolto nel settore privato. Introdurre incentivi e premiare il merito non sono poi interventi di così difficile attuazione:ci vuole volontà politica e cambiamento di mentalità. Che ne dice se esiste un sistema di valutazione del servizio erogato da tutte le municipalità per quel che riguarda (faccio un esempio) l'anagrafe e la miglior anagrafe italiana viene premiata (ovvero i dipendenti di quell'ufficio percepiscono un compenso per il miglior servizio offerto e giudicato tale)? E' così difficile ?
Ultimissima considerazione: un uomo di sinistra oggi è più consapevole perchè ha una storia alle spalle che può essere un aiuto ed una guida. Un uomo di sinistra oggi si definisce progressista proprio perchè capisce che in un'economia che si basa molto sulla conoscenza se non si mette in comune questo bene che era, è e dovrà rimanere tale, ovvero l'istruzione o meglio l'accesso alla medesima, allora si sta sbagliando direzione. Allora realmente si torna indietro ad un sistema classista ed immobilista. Le prove che scelte in quella direzione esistono sono già ampiamente dimostrabili se si raffrontano alcuni dati tra il nostro sistema italia e alcuni altri sistemi europei. Questo è quanto pensa un uomo di sinistra oggi. Un uomo di sinistra si preoccupa di garantire l'equo accesso alla risorsa primaria senza discriminare alcun cittadino. Proviamo a introdurre il mercato in questo tipo di settore quale è l'istruzione e mi dica lei che cosa si può verificare (e già si verifica). Un uomo di sinistra è molto vicino a questi temi e non necessariamente legato alla statalizzazione. Liberalizzare a volte significa anche raggiungere questi obiettivi. Occhio alla parole liberalizzazione non privatizzazione quindi passaggio da monopolio statale (e nasce proprio per effetto di un monopolio naturale alle spalle) ad un monopolio privato. E il monopolio in tutte le scuole economiche del mondo non è la forma di mercato pareto efficiente!!!! che ne dice ?
aggiungerei un piccolo inciso gianni, un bene, un servizio non produttivo, che non sarà mai appetibile dal privato poichè oneroso e improduttivo, faccio l'esempio della cura dei disabili, degli anziani, ,ma possono essere mille altri esempi, deve essere assolutamente controllato e diretto da un ente pubblico.
s'immagini , ogni tanto alla scoperta dei ricoveri e comunità lager con disabili e anziani denutriti, ridotti a larve e magari legati ai letti.
ci sono servizi e servizi, ognuno di essi merita particolare attenzione e grande responsabilità.
maria
Hai ragione Mira, dimenticavo forse la parte più importante che contraddistingue noi animalus di sinistra. Desidererei conoscere cosa ne pensano gli amici di destra in merito a questi servizi essenziali che dimostrano come un uomo utilizzando la ragione, si contraddistinge dall'animalus che utilizza l'istinto e la natura e pertanto arriva a mercanteggiare anche queste attività.
Maidi, il prezzo dei farmaci in italia è negoziato, non imposto. Chiaro che sia terreno comune di scontro fra le lobby delle aziende farmaceutiche, dei farmacisti e lo stato ed è naturale che sia così.
Detto questo ciò che il decreto mira a sollecitare è la fine della "casta" dei farmacisti, dell'esclusività della licenza in favore della grande distribuzione per tutti quei prodotti detti "da banco" che non hanno bisogno di prescrizione e di particolari indicazioni da parte del farmacista (come se oggi non fossero già dei commessi al 95%), il tutto con la presenza obbligatoria nel punto di vendita di un laureato in farmacia che gestisca questo tipo di vendita proprio in ragione della sua particolarità. Fatto, questo, che negli altri paesi che hanno già liberalizzato non avviene. Questo si dovrebbe tradurre nella riduzione dei prezzi a vantaggio dei consumatori.
Sarà la multinazionale degli oscuri laureati in farmacia a volere questa epocale rivoluzione, sicuramente.
Che poi io avevo scritto anche altre cose, più utili alla discussione, evidentemente non hai tempo da perdere. è una cosa che rispetto.
Accidenti a lei, Gianni Esposto, un uomo di 26 anni di sinistra ed europeista, ho letto la sua triplice risposta e non posso che congratularmi: è stato di una chiarezza e lucidità eccellenti, anzi eccezionali.
Sono sincero.:-)
Le posso suggerire di farne un articolo, magari presentandolo a L'Unità per la pubblicazione ?
Comunque, grazie, io terrò memorizzate tutte e tre le risposte, unificandole, per rileggermele, di tanto in tanto.
Temo di avere commesso una 'gaffe', sugggerendole di formare un articolo e pubblicarlo su L'Unità: non è così ?
Mi sono ripromesso di leggere a fondo quanto pubblicato su 'Il tavolo di Voltaire'.
Poi, ne riparleremo, spero.
per Mandrake: la ringrazio per il complimento. Spero solo di esser stato chiaro e soprattutto di aver stimolato il confronto intellettuale. E' sui contenuti che credo sia utile dover impostare un discorso qualunque ambito riguardi.Odio chi specula sulla mancanza di informazioni o peggio le distorce a proprio vantaggio.