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Alberto Biraghi
Bombon el perro
Juan Villegas è forse l'uomo più dolce del mondo. Incontri il suo sorriso alla prima inquadratura e lo lasci, non senza dispiacere, coi titoli di coda. La sua è una storia comune nell'argentina depressa dell'inizio del nuovo millennio, un Paese ridotto sul lastrico, senza denaro e senza speranze di trovarne, in cui il baratto torna prepotente come mezzo privilegiato per procurarsi i beni. Juan ha perso il suo lavoro di meccanico alla stazione di servizio, così cerca di sbarcare il lunario intagliando manici di coltello e facendo qualche occasionale riparazione. Una di queste è destinata a scombussolare la sua vita, perché in cambio dell'aiuto dato a una donna rimasta in panne, riceverà un cane. Non uno qualunque, ma uno splendido esemplare di Dogo Argentino che gli aprirà un mondo nuovo e sconosciuto.
Condotto sul filo di un'ironia delicata,
il nuovo film del regista argentino
Carlos Sorin è un piccolo capolavoro di garbo e misura. I personaggi si muovono in un mondo ovattato, fatto di grandi spazi, discorsi brevi e lunghi silenzi. Una regia delicata quanto la storia indugia spesso sui volti dei protagonisti, incluso il cane, per dare allo spettatore che vive frenetico nelle grandi città una dimensione di serenità d'altri tempi. E' come una buona tisana, mette serenità
03.07.06 14:15 - sezione
cinema