Il futuro? Un bel taxi ambientalista
di Paolo Hutter
Il conflitto sulle licenze dei taxi potrebbe risolversi, o almeno avere sviluppi di interesse maggiore, tenendo conto dei problemi della mobilità e del ruolo che una nuova concezione del taxi può avere per risolverli. La posizione del governo sarebbe più valida se comprendesse, per esempio, incentivi ai taxi a metano e a bassa emissione e disincentivi ai taxi diesel e non euro 4. E se prendesse in considerazione di operare per favorire taxi collettivi. I taxisti stanno in trincea sulle licenze. Ma forse sarebbe anche loro interesse vedere i taxi in una prospettiva più ampia, come strumento di nuove politiche di mobilità sostenibile, per contrastare la congestione, lo smog, l’eccesso di auto. Quindi come un mezzo a emissioni bassissime e usato frequentemente da utenti diversi, a tariffe accessibili, non come un’auto tradizionale sulla quale è molto caro salire e viaggiare.
Possono anche ottenere, adesso, di bloccare per un po’ l’aumento delle licenze da parte del comune: ma poi? Vogliono continuare a essere un servizio sottoutilizzato da pochi, principalmente da visitatori occasionali delle città che viaggiano con i rimborsi della ditta ? Si è lavorato qualche anno fa per introdurre i taxi collettivi, mezzi a chiamata utilizzabili da utenti diversi contemporaneamente, condividendo tratti di percorso. Ma il progetto è fermo, il governo Berlusconi non sosteneva più questi esperimenti, e i taxisti nicchiavano o si opponevano dappertutto. Il taxi collettivo potrebbe raccogliere quegli utenti che non sono servibili o non sono comodi con le linee dei mezzi pubblici, ed evitare che siano spinti a usare la propria auto. Ma anche un taxi individuale con tariffe più sopportabili potrebbe servire. Soprattutto se ci fossero più corsie riservate ad essi – e ai mezzi pubblici. Meno spazio per le auto private darebbe più spazio ai taxi. Non sarebbe l’alternativa quotidiana per gli automobilisti (del resto se uno prendesse tre taxi al giorno forse non ci sarebbe vantaggio ambientale ) ma poter contare su un taxi ogni tanto potrebbe consentire a molti di organizzarsi la vita senza auto propria, organizzandosi con un mix di auto condivisa (car sharing o pooling) bici mezzi pubblici. Come succede infatti in molte altre città del mondo, ma non in Italia.
Il decreto del governo non è stato pensato per la mobilità sostenibile, ma per abbattere i corporativismi.
Ora che il conflitto è aperto, però, puntare sulla sostenibilità, sulle Zone a Traffico Limitato, sul taxi a metano servirebbe contemporaneamente all’ambiente e al futuro dei taxisti.
sarebbe solo un primo piccolissimo passo, per cominciare a ripensare le città in maniera "moderna".
Ho messo le virgolette alla parola moderna, per il significato che dovrebbe assumere nel contesto in cui si inserisce.
Domanda: è più moderna l'auto, inquinante, lentissima in città, che ti costringe in un abitacolo che sfiora i 50° d'estate, che ti sfianca nel traffico, che ti riduce i nervi a fior di pelle e la pelle a fior di fragola? o è piu mederna la bici, leggera, non inquinante, non hai problemi di parcheggio, piu duttile in città e ti costringe a fare un po di moto?
Taxi e sostenibilità allora?
sarebbe solo il primo piccolissimo passo. Ma sarebbe un passo importante cominciare a parlare di città sostenibile.
Ottime considerazioni, che possono essere fatte proprie dalla maggioranza in sede di conversione del decreto-legge.