L’informazione spezzata
di Furio Colombo
Una linea di conflitto attraversa l’Italia. Ci sono giornalisti da una parte e giornalisti dall’altra, come nei Tre giorni del Condor.
Il conflitto non è quello contro il terrorismo né quello in Iraq o in Afghanistan. E i legami di presunta lealtà e di presunta contrapposizione non si prestano a essere interpretati come pro americani o anti-americani. Per farlo bisognerebbe dire quali americani.
Infatti la spaccatura che sembra traversare l’Italia, e ci rimanda una immagine di faglia strana e misteriosa, si presta a una sola, fortissima analogia, quella con il giornalismo americano.
Il 5 luglio, lo stesso giorno in cui tutti abbiamo saputo dell’arresto di alti funzionari del Sismi e del pedinamento e delle intercettazioni dei due giornalisti di Repubblica D’Avanzo e Bonini, quel quotidiano ha pubblicato un articolo apparso il giorno prima sul New York Times, con la firma congiunta di due direttori (New York Times e Los Angeles Times).
In esso ci sono tre punti chiave. Il primo è: siamo rivali, ma ci unisce il dovere di non oscurare le notizie. Nessun governo può chiederci - o continuare a chiederci - di farlo.
Il secondo è la esemplare citazione del giudice della Corte Suprema statunitense Hugo Black che ha scritto, in difesa di giornalisti accusati di “tradimento” ai tempi del Vietnam: «La nostra Costituzione vieta che il governo censuri la stampa, affinché la stampa sia libera di censurare il governo».
Il terzo è una affermazione almeno altrettanto importante. Noi giornalisti non siamo i titolari di un potere speciale. Il potere risiede nei cittadini, che lo esercitano attraverso il diritto di essere informati.
Dunque i giornalisti che protestano quando si tenta di impedire o intimidire il loro lavoro, non stanno rivendicando l’autonomia di una corporazione e diritti professionali violati.
Rivendicare la libertà di stampa è un impegno sacrosanto. Ma il vero titolare di questo diritto, vale la pena di ripetere, sono i cittadini. È in difesa dei cittadini che vanno difesi i colleghi messi, a quanto pare, sotto una sorveglianza che non ha nulla di democratico.
I cittadini italiani sanno di essere testimoni di una situazione con molte facce, alcune delle quali sono false, molte versioni, alcune delle quali sono inventate, alcune tragedie (la pratica delle “rendition” o rapimenti di presunti nemici sottratti a qualunque garanzia giuridica del nostro mondo e del nostro tempo) e alcuni attori che, in questo film misterioso, forse hanno svolto due o più parti.
Alcuni giornalisti sembrano avere svolto la missione tipica della professione, informare, cercando ogni volta di saperne un po’ di più delle versioni ufficiali.
Altri giornalisti sembrano essersi attribuiti il compito di cancellare le tracce, ripulire le impronte e spostare altrove la narrazione, forse per depistaggio, forse per lealtà a un centro d’influenza diverso dal giornalismo (e dunque lontano dal dovere nei confronti dei cittadini che si fidano delle notizie ricevute). Forse per persuasione politica. È bene ricordare che la vicenda di cui stiamo parlando si ambienta ai nostri giorni, nel periodo di Berlusconi, quando anche le più formali dichiarazioni ufficiali erano false, e in cui è purtroppo naturale che la disinformazione si sia ambientata e sia stata praticata come espressione di lealtà a quel tipo di governo.
È bene ricordare che siamo nello stesso passato prossimo della vita italiana in cui nessuno (di governo) e nessuno (nel giornalismo di governo) ha voluto sapere niente della uccisione di Nicola Calipari.
È lo stesso strano periodo della storia italiana in cui per mesi nessuno si è interessato della sorte o del corpo di Baldoni, e ha dedicato sarcasmo e risate alla cattura prima, alla liberazione poi delle due Simone.
Sappiamo tutti che ai coni d’ombra e alle zone oscure della vita italiana, che sono state coltivate con cura, (anche giornalistica, apprendiamo ora) si aggiungono più vasti coni d’ombra e zone oscure della vita internazionale. Lo spaventoso danno del terrorismo è anche questo, avere disattivato e indebolito alcuni punti chiave della vita democratica, che sembrano essere restati sotto le immense macerie delle Torri gemelle, insieme a tante vite umane.
È importante perciò definire quali saranno - in questa brutta storia che ha il difetto di essere vera e di essere in pieno svolgimento in questi giorni, in queste ore, durante il governo dell’Ulivo - i punti di riferimento, le linee di comportamento, l’impegno verso i cittadini.
Primo, è in corso un procedimento giudiziario che non ammette tifoserie ma verso il quale non si devono tollerare screditamenti e calunnie. L’impegno è impedire che la magistratura e i giudici di questa indagine siano vilipesi o attaccati secondo la ormai consolidata prassi Berlusconi-Previti-Dell’Utri.
Secondo, non esistono servizi segreti buoni e servizi segreti cattivi. Esistono i servizi segreti di un Paese civile e democratico che rispondono al Governo, il quale risponde al Parlamento, il quale (almeno la sua nuova maggioranza) rappresenta i cittadini e ad essi rende conto. Tutto ciò che risulterà estraneo a questa sequenza di responsabilità e di regole, dimostrerà di non essere al servizio della Repubblica.
Terzo, i giornalisti hanno il diritto-dovere di svolgere secondo le libertà garantite dalla Costituzione il proprio impegno professionale.
Inevitabilmente alcuni di loro dovranno rendere conto, non ad assembramenti mediatici o a giudizi politici ma alla magistratura, della decisione di servire una causa piuttosto che di dedicarsi al mestiere di informare, decisione resa più grave, se vera, dall’essere occulta e coperta dalla tessera giornalistica.
Insomma niente è personale, niente è corporativo e niente è politico (nel senso partitico) in questa vicenda.
Una parte riguarda il governo e il far luce che ci aspettiamo. Una parte riguarda la magistratura, e il corso libero e intatto delle sue decisioni e delle sue indagini. Una parte riguarda il Parlamento, che non potrà sottrarsi alla richiesta di chiarezza e al dovere di rendiconto. E una parte riguarda i cittadini, che hanno il diritto di aspettarsi risposte di inequivocabile chiarezza e il diritto di credere alle fonti che il sistema democratico mette loro a disposizione. E tutto ciò senza sospensioni o tempi lunghi o anche involontarie divagazioni.
Praticamente il bue che del cornuto all'asino, temo.
È bene ricordare che la vicenda di cui stiamo parlando si ambienta ai nostri giorni, nel periodo di Berlusconi, quando anche le più formali dichiarazioni ufficiali erano false,
Le dichiaazioni ufficiali sono sempre false; sotto tutti i governi.
inevitabilmente alcuni di loro dovranno rendere conto, non ad assembramenti mediatici o a giudizi politici ma alla magistratura,
ah, adesso scopriamo gli "assembramenti mediatici", perchè ci vanno di mezzo due pennaioli. Negli altri casi, invece, vox populi vox dei, nevvero?
il governo che e' appena passato era formato da piduisti: gente che era abituata a depistare la magistratura che indagava sulle stragi. pertanto ne sono moralmente collusi e responsabili. anche se non li potremo processare mai.
il governo che e' appena passato come si e' insediato ha preso a randellare e a far sparare in piazza ai suoi sgherri. ha organizzato e gestito i pacchi bomba, gli estremismi e i contro estremismi.
il governo che e' appena passato controllava TUTTE le reti televisive, ammorbando l'aria quotidiana con sguaiate falsita', dileggi a pagamento e innalzando i piu' beceri figuri del giornalismo puttana a seri e autorevoli 'opinionisti'.
il governo che e' appena passato e' la piu' oscena fucina di bassezze fasciste e semplice merda liquida che questo paese non vedeva da 50 anni.
queste merde ci hanno persino fatto rimpiangere i democristiani (che e' veramente tutto dire)
ora il radicalotto ci dice che tutti sono uguali. sara'. ma allora non si capisce cosa lui faccia nella politica partitica. sara' mica che vuole accedere al desco per imbrogliare e mangiare?
se queste, dedalus, sono le tue idee, allora e' meglio per il paese che tu scompaia. perche' tu sei pericoloso socialmente tanto quanto quella manica di fascisti che ci stavano sul groppone.
e lascia che sia io e chi sta fuori dal sistema a criticarlo. tanto ne' io ne' i miei andremo mai al potere. non e' quello che vogliamo ne' cerchiamo.
e' invece quello che stronzi come te inseguono sempre.
giustio cielo tonii
sei caduto nella trappolicchia
"perche' tu sei pericoloso socialmente"
termine curioso sulla bocca di uno che passa quanto meno per "antagonista". Da chi hai tratto la nozione di "pericolosità sociale"? Stai studiando il maccartismo?
(peraltro io non avevo parlato di questo o quel governo, limitandomi a dire che le "versioni ufficiali" sono sempre false..)
qualsiasi bugia, se ripetuta frequentemente, si trasformerà gradualmente in verità
e
la propaganda non ha bisogno di rispettare la verità
queste due frasi, assiomi che hanno governato la vita e soprattutto le opere del gerarca zoppo goebbels, sono alcune delle più forti armi di disinformazione finora elaborate. derivano la loro devastante potenza dall'improvviso sviluppo tecnologico che visse l'occidente, e in parte anche il resto del mondo, dopo la prima guerra mondiale.
in particolare l'uso generalizzato della radio, che entrò improvvisamente in tutte le case, anche quelle più umili, fece da boost alla menzogna come principale fonte di informazione.
da allora non ce ne siamo più allontanati (come specie), e chi non ha intenzione di contribuire allo sviluppo di un discorso collaborativo, ma intende invece intralciare il corretto svolgimento di una dialettica finalizzata, ne fa uso continuamente.
è una tattica che s.b. ha utilizzato sempre, che i suoi servi hanno utilizzato a piene mani, che i fruitori dell'informazione hanno ormai tragicamente assorbito.
e qualche frase che risponde in pieno a queste tecniche comunicative distorsive, purtroppo, la leggo anche su questo blog.
Il nocciolo dell'articolo di Furio Colombo sta in questa sua frase: "...alcuni di loro (giornalisti, n.d.r.) dovranno rendere conto, non ad assembramenti mediatici o a giudizi politici ma alla magistratura, della decisione di servire una causa piuttosto che di dedicarsi al mestiere di informare...".
Non sarebbe più semplice dire che il nostro ha descritto, come sempre, alla perfezione la situazione delle libertà democratiche, prima durante e dopo ?
Invece di arzigogolare a vuoto ?
IO CREDO CHE FURIO COLOMBO CON TUTTO IL RISPETTO CHE MERITA ABBIA SCOPERTO L'ACQUA CALDA, LA CENSURA, LE OMISSIONI, I SILENZI STAMPA E STORICI SONO COSE SECOLARI. ANCORA DOBBIAMO SAPERE COME SONO STATI SCELTI I VANGELI, IN NOME DI COSA SONO STORICI? DOBBIAMO SAPERE LA VERITA' SUL NAZISMO E SUL FASCISMO, SULLA SECONDA GUERRA MONDIALE, SU USTICA, MORO, PECORELLI,LA CIA,COSA HA FATTO ANDREOTTI, BERLUSCONI,LA MAFIA SICILIANA E AMERICANA, QUELLA RUSSA E GIAPPONESE, QUELLA CINESE O ALBANESE, L'11 SETTEMBRE, ECC...ECC.... ANCORA TUTTE LE VERITA' SONO DA SAPERE E FORSE NON LE SAPREMO MAI NON E' QUESTIONE DI STATI CONTROLLORI E CONTROLLANTI E' ANCHE QUESTIONE DI CORAGGIO QUALCUNO INZIA AD AVERLO.
IL MIO CARO FURIO COLOMBO INVECE DI CHIEDERSI CHI INCOMINCI A CHIEDERSI COSA CI NASCONDONO E SU CHI E SCRIVA DELLE VERITA' ALLA FILOSOFIA SPICCIOLA SAPPIAMO PENSARCI TUTTI.
UNA KOGLIONA DI SINISTRA SICILIANA INCAZZATA CHE DOPO UNA VITA CHE STUDIA E LEGGE E' CONSAPEVOLE DI NON SAPERE NIENTE.
@rota è vero è l'atteggiamento tipico del troll che arriva e insinua o magari afferma sicuro delle storie inventate a l solo scopo di screditare
mi viene in mente uno stronzo che accusò prodi di una cosa mai fatta e a sostegno portò una legge che non esisteva neanche
pensa quando lo fanno in tv e senza contraddittorio e con l'eventuale rettifica a mezzanotte .
intendevo esattamente ciò, anto_c
Scusate, e il diritto dei 120.000 lettori di Libero, dove lo mettiamo?
A chi giova realmente, economicamente e politicamente lo smantellamento di uno dei due giornali di riferimento per il CDX?
Ma proprio voi che siete sempre attenti ai complottismi stavolta fate orecchie da mercante per...ragion politica?
Boh...
(ma come cazzo è che ogni volta che si scrive il termine t r o l l ne spunta fuori uno... prima o poi dovrò fare uno studio sui poteri evocativi della rete)
Bubbolo piantala lì, non attacca. nessuno vuole smantellare Libero, lo sai bene. Perché insisti a spacciare queste fregnacce? Fai il bravo...
bubiddolo, chi hai mai scritto ciò che affermi?
soprattutto, esprimi il tuo pensiero su farina e sulle sue azioni, sarei (non credo l'unico) molto felice di sapere.
Non ho idea di quale sia il reato contestato a Farina, ammesso che ce ne sia uno.
Anche fosse vero che Farina ha contatti con i servizi segreti, scusate, ma chi se ne frega?
Che Libero sia stato e sia un giornale scomodo non v'è dubbio alcuno: al di là della appartenenza politica i suoi reportage sulla malagestione e le spese folli degli enti locali (di destra e sinistra) hanno irritato parecchio.
E' forse l'unico giornale ove trovano spazio papisti come Farina e Socci, laici gianduiotti come Feltri e teste di minchia tipo Mingardi.
In questo è realmente libero...
mesaggio OT x Alberto, ma della Palestina e di quello che sta succedendo nessuna discussione?