Maria Teresa Fernandez, la femminista che incanta la Spagna
di Giancesare Flesca
Sebbene sia nata proprio a Valencia nel giugno di 57 anni fa, la vice-presidente del Consiglio Maria Teresa Fernandez de la Vega non parteciperà neppure lei, come Zapatero, alla messa che domani Benedetto XVI offrirà agli spagnoli. Ma la notizia non sta qui. Il fatto clamoroso è che nei sondaggi d'opinione e nella valutazione dei media.la senorita de la Vega risulta il personaggio politico più amato e più rispettato della gerarchia governativa,anche più del suo stesso capo.Forse si può dire che questo è il compimento della «rivoluzione rosa» voluta dai socialisti, quella che su sedici ministri ne ha voluto otto, la esatta metà, di sesso femminile. L'avvenimento è stato celebrato con una foto di gruppo della rivista Vogue, al centro, elegantissima, c'era Maria Teresa, che da allora molti chiamano «de la Vogue» anche perché una delle sue poche debolezze sta nel badare molto a vestirsi. Piccola, minuta, indossa con grazia abiti firmati ed è senza dubbio la più ricercata della compagine femminile, un peso piuma che nei fatti è diventata il peso massimo della nomenklatura madrilena. Fatto tanto più strabiliante che il fenomeno «Zapatera» (chiamiamola così) nasce in una società fortemente macista com'è sempre stata quella spagnola. C'è chi dice che a dare il dito a una signora così, quella ti prende la mano. Sciocchezze. Forse. Ma allora come spiegare il fenomeno?
Intanto c'è da premettere che la decisione di trattare con l'Eta ha fatto scendere la popolarità di Luis Zapatero. E poi c'è da aggiungere che il primo ministro ha ceduto alla sua vice molte deleghe e molti poteri, a cominciare da quello del rapporto con la Chiesa cattolica e da quello dell'immigrazione. La Zapatera se l'è cavata finora egregiamente.L'ultimo punto che ha portato a casa il mese scorso è la possibilità per i trans di cambiare nome all'anagrafe anche prima dell'intervento chirurgico. «Questo provvedimento, ha detto, contribuirà a rendere più degna la vita di migliaia di persone che si trovano in questa situazione». È dotata di un grande talento nel rapporto (e anche nella manipolazione) con i media. I giornalisti spagnoli sanno bene che quando lei dichiara qualcosa, ci sarà sempre polpa per i loro articoli. Così la Zapatera ha spiegato in pubblico dopo un consiglio dei ministri che col ritiro dei soldati dall'Iraq, i rapporti fra Washington e Madrid erano addirittura «migliorati», e che il governo avrebbe ulteriormente rafforzato l'amicizia con gli Stati Uniti. E quando vuol ferire, la senorita ci va di sciabola e non di fioretto. Mentre ancora viveva papa Woityla raccontò alla stampa dei lunghi viaggi compiuti in Africa nel corso degli anni (praticamente l'ha girata tutta) per concludere che Giovanni Paolo II «ha chiuso gli occhi di fronte all'Africa».
La de la Vega è una lavoratrice instancabile e ha spiccate doti di organizzazione e di comando degli uomini. E profondamente femminista. Un sentimento che le viene dalle zie Elisa e Jmena che riuscirono a laurearsi in medicina ai tempi in cui le ragazze perbene non erano ammesse allo studio dell'anatomia. «Sono state il miglior esempio di rigore, forza, lotta per la giustizia, per l'eguaglianza e per la solidarietà. Con questo corredo tanto impegnativo, la Zapatera lascia Valencia e si trasferisce per studiare legge a Madrid. all'Università complutense. Dopo la laurea agli inizi dei '70, va a fare il suo dottorato a Barcellona, dove si iscrive al Partito Socialista Unificato della Catalogna mentre Franco è ancora vivo. Quando torna a Madrid il vecchio dittatore non c'è più, e le sue simpatie vanno direttamente al Psoe di Felipe Gonzalez e al movimento di «Giustizia democratica» di cui diventa una degli esponenti più in vista. Da lì spicca il salto per una carriera ricca di esperienze che la portano a trasformarsi nell' «uomo politico» più rispettato di Spagna.
Eddio santo, finalmente una donna con..le palle!
Que viva la Zapatera!! (senza togliere nulla a Zapatero)
Sarà una donna con le palle, ma allora l'uomo ce l'ha (ancora) le palle ?
Quanto al rifiuto di partecipare alla Messa celebrata dal papa (sia che lo si ami sia che lo si detesti) da parte di organi istituzionali dello Stato spagnolo è un gesto stupido, maleducato ed infantile.
Se la Zapatera avesse avuto le palle avrebbe imposto allo Zapatero di comportarsi da adulto.
Rifiutarsi di partecipare è scontato, non raprpesenta ovviamente alcun obbligo. Tantomeno quando l'officiante ti attacca da anni, ben più pesantemente di quanto osi fare con governi dittatoriali coem quello cinese.
Svegliati Mandrake, Porta Pia è caduta.....
Mandrake! Ma quale rifiuto? Da Repubblica.it di sabato:
"La Moncloa non ha fornito spiegazioni per la mancata presenza di Zapatero alla messa, che non era stata mai confermata ufficialmente ma di cui si parlava come di un fatto quasi certo".
si può parlare come di un fatto quasi certo di qualunque cosa, ma non vuol dire che sia vera.
Poi la notizia prosegue:
"La delegazione governativa alla grande messa all'aperto sarà guidata dal ministro degli esteri Miguel Angel Moratinos".
Mica poco.
E infine:
"Zapatero accoglierà Benedetto XVI domani al suo arrivo all'aeroporto di Valencia insieme ai reali di Spagna che si incontreranno col papa più tardi nel pomeriggio alla sede del governo regionale. Zapatero sarà invece ricevuto successivamente da Ratzinger nella sede dell'arcivescovado.
Secondo quanto si crede di sapere, a Valencia l'incontro durerà 15-20 minuti, poi si unirebbero la moglie di Zapatero e forse i figli".
Di nuovo: quale rifiuto? Quelli sono incazzati proprio perché non hanno neanche appigli di accusare Zapatero di essere anticlericale. Sarebbe stato stupido se avesse fatto sparate ideologiche, ma di fatto il premier spagnolo si è proprio comportato "soltanto" come un premier.
Carolina
Grazie per la correzione, Carolina, le dò atto di una puntualità sempre gradevole.