Ti consiglio di guardare anche filmtv.it, secondo me è il più fico! Cmq nn mi è mai capitato qualcosa del genere, no, nooooo.... ;-)
ti tiene in sospeso fino alla fine perche' vorresti capire, ma io non ho capito niente.
forse ha dovuto tornare a bali per ritagliarsi i baffi li.
secondo me ricorda a tratti il film di David Linch Mulholland drive che era come se si rincorresse in un cerchio per poi ricominciare lo stesso Linch diceva che in effetti non voleva dire nulla ma dimostrava come la magia del cinema potesse tenere incollata la gente davanti allo schermo senza per questo essere propositivi e anche questo film francese sembra giocare finendo con l'inizio e tentando di spezzare il cerchio con l'anticipato taglio dei baffi.
Per certi versi lo trovo un po' pirandelliano perche' no? La percezione che gli altri, un prossimo molto ma molto vicino, hanno di noi che si discosta dalla ns. personale essenza.
Una ripetitività di sequenze, vedi il prendere posto sul bateaux ad Hong Kong, che sembrerebbe non abbiano senso ma che in realtà rappresentano il processo di autoidentificazione del protagonista nella massa poiche'lui, oggettivamente in fuga, ma senza esserne conscio, da un menage che si trascina, non e' ancora in grado di ritrovare se stesso nell'isolamento della sua anima, ormai svuotata.
Da questo film non ho avuto risposte - è vero - ma va bene così. Mi è piaciuta molto questa domanda aperta - spalancata e vertiginosa addirittura - sul dubbio che le nostre vite rappresentino solo una vuota apparenza, che il "guardarci" e il "guardarsi" siano pratiche sospette, soggette alla folle causa dell'arbitro e della convenienza. Dov'è l'essenza dell'uomo?Nelle mille relazioni con i suoi simili, forse? Colleghi? Amici? Mogli? Mariti? Amanti? Il senso di un uomo è altrove: bisogna perdere tutto (qui/ora) per ritrovare ogni cosa nei luoghi dell'anima. Bello!
Inquietante..come è inquietante la mente umana.
Schizofrenia,sogno e realtà si fondono in un'unica immagine..
anche se dal punto di vista narrativo lo trovo piuttosto pasticciato.
I particolari che dovrebbero essere la chiave di lettura, alla fine sembrano buttati li a casaccio.
a volte l'eccessiva ricerca di originalità porta a risultati opposti. l'ambiguità ossessiva di questo film che tenta invano di confondere lo spettatore in un susseguirsi di realtà e finzione alla fine si risolve in uno sterile e striminzito finale assolutamente sbrigativo (al contrario del resto del film, descrittivo e lentissimo, stile francese) al quale ciascuno può dare la propria risposta. sono i film che la critica premia perchè non li ha capiti e non vogliono fare brutta figura. ma non c'è niente da capire.. in realtà se non si hanno storie da raccontare sarebbe meglio starsene zitti e trovarsi un hobby invece di fare film inutili
QUESTO è UN CLASSICO FILM KE INCARNA PIENAMENTE L ESSENZA STESSA DELLA PALINDROMIA..DOPO QUESTO IL PROZAC HA PERSO SIGNIFICATO..UN COMPLIMENTO AL REGISTA KE CE L HA FATTA X LA PRIMA VOLTA A FARMI ADDORMENTARE AL CINEMA..