I farmaci del Buzzi
di Giuseppe Remuzzi
Al Buzzi si poteva abortire con il methotrexate, che è in commercio. Adesso non è più possibile. Ma cos'è il methotrexate? E poi, è giusto usarlo per abortire?
Il methotrexate inibisce la sintesi del Dna, e così impedisce alle cellule di moltiplicarsi. Si usa per certi tumori e per l'artrite reumatoide. Serve anche per interrompere la gravidanza quando l'embrione si impianta fuori dalla sua sede naturale. È stato usato anche per interrompere gravidanze normali. È efficace (funziona nel 90% dei casi) e gli effetti negativi sono modesti. Va dato insieme a un altro farmaco, ma qualche volta non basta, e serve l'intervento chirurgico.
L'Oms ha messo in guardia i medici dall' usare il methotrexate perché è tossico e se la gravidanza continua — succede nel 4% dei casi — ci possono essere malformazioni. A questo si può ovviare con l'intervento chirurgico.
S'è detto che al Buzzi si sia violata la legge. È vero? No. La legge non fa riferimento al metodo da impiegare e nemmeno se debba essere medico o chirurgico. Si può dire che il farmaco sia stato usato in modo improprio? In un certo senso sì. L'uso di methotrexate per l'aborto non è previsto dalla scheda tecnica. Ma se un farmaco è efficace, è giusto vietarne l'impiego solo perché non c'è scritto nel foglietto illustrativo? È giusto, se no sarebbe anarchia, e i medici stessi avrebbero difficoltà ad orientarsi. Ma il sistema per non privare gli ammalati di cure efficaci c'è, comunque. Ma solo quando non ci sono «alternative terapeutiche valide». Per l'aborto le alternative vere sono il mifepristone — è l'RU486 che molti conoscono, che non è in commercio in Italia e si può utilizzare solo nell' ambito di sperimentazioni autorizzate — e l'intervento chirurgico. Se il medico giudica che la chirurgia non sia una buona alternativa (ma saranno casi particolari) può usarlo, il methotrexate (purché la donna sappia e sia d'accordo), in base alle conoscenze della letteratura e prendendosi la responsabilità di eventuali effetti negativi. Un altro modo per usare un farmaco al di fuori delle indicazioni è fare una sperimentazione. Qui serve l'autorizzazione di un comitato etico. Nel caso dell'aborto si potrebbe confrontare l'effetto di methotrexate (che va associato a misoprostolo, una prostaglandina) con quello di RU486 e misoprostolo. Un confronto così non c'è, e servirebbe. Chi ha deciso di abortire — e per molte donne, a Milano, è solo perché non hanno abbastanza soldi per allevare un figlio — avrebbe comunque la possibilità di accedere ad una terapia medica (più semplice della chirurgia) e poi, sperimentare metterebbe fine alle polemiche e porrebbe la faccenda methotrexate nell' ambito delle regole della buona medicina (e del buon senso).
1) l'OMS vorrei sapere se ha depennato l'omosessualità dal suo elenco di patologie (in cui fino a poco tempo fa l'annoverava).
2) per il Buzzi, e le questioni mediche, ho ben due buone conoscenti se non amiche che ci lavorano e chiederò.
3) di solito gli stessi delle farmaceutiche il foglietto illustrativo lo definiscono "il bugiardino", quindi consiglio di sentire in proposito anche medici e pazienti.
4) e poi bisogna vedere sempre quanto quelle ditte siano sul serio aggiornate, e indipendenti (il punto a favore delle farmaceutiche è la mole dei dati di cui dispongono, non particolarmente l'amore per la ricerca).
5) ci son farmaci semplicemente antiemicrania che per ragioni assicurative hanno fra gli effetti collaterali segnalati "la morte". e li prendono tutti, figuriamoci. tranne quelli che dai bugiardini si terrorizzano... e che poi rischiano più grosso che se prendessero le medicine (salvo porcate ovviamente).
6) tutte le critiche alla società in quel di Milano sono sacrosante.
Carolina
ps (scusami Al se sono andata "a rate"). Dimenticavo il dolorismo di quei cattolici che non adottano il metodo laico. le mie conoscenti e quasi amiche passano la vita a battersi contro quella mentalità, che non riguarda solo i tanto citati "temi etici", ma anche roba che finché una persona ha i dolori mestruali e non il cancro adotta comunemente anche se è ciellina, tipo gli antidolorifici. il dolore e la sofferenza vanno combattuti sempre, sono regolarmente "inutili", non insegnano proprio un cazzo tranne forse tecniche di sopravvivenza (che avrebbero anche gli animali non umani). Poi al limite, se non fosse così, posto che Ci si creda, dopo la morte che non sia così ce lo spiegherebbe D-o, e non un politicante piuttosto che un banale ciellino. Altrimenti è barbarie.
Carolina