Restare nell’Ulivo. Da sinistra
di Davide Ferrari, responsabile cultura Segreteria regionale Ds Emilia-Romagna
L’On. Folena ha presentato sull’Unità l’incontro di Orvieto di tre associazioni della sinistra. Almeno nella sua presentazione, il convegno propone l’allargamento di un’area di «Sinistra Europea», attorno a Rifondazione. Ogni processo unitario è, almeno fino a prova contraria, un bene in sé. Tuttavia vi sono almeno due rischi in quel tentativo. Il primo riguarda direttamente quelle aree della sinistra.
Sia permesso un commento anche a chi non ne é membro.
L'iniziativa precedente di Asor Rosa si rivolgeva a tutti i partiti ed alle molteplici espressioni politiche della «Sinistra radicale».
Qui si vuole unire, ma non tutti, e attorno al polo partitico maggiore. È più che legittimo, intendiamoci, resta il dubbio se sia il metodo più giusto per contribuire a dare un volto nuovo alla geografia dell'Unione. La speranza è che gli esclusi, Verdi, Pdci, non siano tentati di reagire, incrementando la ricerca della propria differenziazione. Sarebbe un problema per tutta l'alleanza che regge il Governo. Un’alleanza insostituibile, come il gruppo dirigente di Rifondazione positivamente ripete. C'è quindi il rischio di un contrasto fra volontà di unità e di governo e la specifica proposta di aggregazione che è stata presentata.
Vorrei però insistere sul secondo rischio, che riguarda più da vicino i DS, chi in loro ha militato o milita. L'aggregazione proposta si assegna il compito di rafforzare la capacità di proposta di una sinistra «alternativa», che vuole trasformarsi. Il compito è importante e può interessare alcune compagne e compagni che oggi sono nelle Sinistre dei DS. Anche chi come me non condivide la scelta di uscire dai DS deve auspicare che chi l'ha compiuta riesca davvero a svolgerlo. Ma, in ogni caso, questa scelta non può e non deve indebolire un altro compito ben più urgente per chi viene dal percorso delle Sinistre dei DS.
Il nodo è come rapportarsi alla nascita del partito dell'Ulivo.
Il compito è quello di fornire un contributo serio, non solamente di contrasto, ma non per questo arrendevole e sbiadito, alla scrittura della identità di questa proposta. Le Sinistre dei DS hanno certo avversato la prospettiva del Partito Democratico, nondimeno è stato forte e deciso il loro impegno per le liste dell'Ulivo alle Europee ed alla Camera. Una ragione ci sarà stata.
È rilevante ricordare come questo impegno abbia accomunato, e non certo per caso o solo per necessità, tutte le compagne ed i compagni che, come chi scrive, fanno parte delle componenti di Sinistra dei Ds. Componenti importanti per l'Ulivo, e dell'Ulivo. Un'esperienza politica che non va dispersa. Quella di chi ha afferrato il nocciolo dello scontro in atto, (contrastare e battere la destra), ha voluto rafforzare le forze più vaste e con maggiori responsabilità del centrosinistra (Ulivo, Ds e Margherita), ed insieme si è battuto per una visione di cambiamento più ampia di quella contenuta nella politica maggioritaria di queste forze.
Il contributo è stato importante e continua ad essere importante, ogni giorno, nelle assemblee elettive e nella società. Contribuisce a mantenere equilibrata e salda la coalizione dell'Unione, a non mettere barriere fra radicali e riformisti, a non lasciare l’«altra sinistra» senza interlocuzione nei Ds, soprattutto a dare attuazione ai programmi dell'Ulivo senza omissioni, dal piano sociale a quello della politica internazionale. Questi obiettivi non si perseguono fuori ma dentro il nuovo partito che si vuol costruire.
Serve la coerenza e il coraggio di tutti, ma mi ostino a credere che la responsabilità delle sinistre dei Ds sia specifica e maggiore. Così come è importantissimo il ruolo di quelle tante personalità che, nei movimenti, si schierano per una sorta di unitaria intransigenza, per un rapporto ravvicinato fra valori e politica quotidiana. Basti pensare all'ultima campagna per la salvezza della Costituzione.
Quelle persone, prendiamone atto, non sono, in larghissima misura, fuori e contro il Partito Democratico, pongono invece domande sul «come» e sul «perchè» di questo progetto.
Non è la prima volta che le «sinistre del riformismo» sono importanti. Avere una sinistra del PSI propositiva e coraggiosa aiutò grandemente la realizzazione di riforme che restano ancora oggi un patrimonio della democrazia. Era l'epoca lontana del primo centrosinistra, l'epoca di Lombardi, di Codignola. Opacizzare quella identità, radicale ma dentro un'ottica ed una forza politica che avevano scelto, senza remore, una prospettiva di governo, è stato gravido di serissime conseguenze per tutta la sinistra, ne ha allontanato l'unità, ne ha compromesso i destini per lunghi decenni.
Oggi il quadro è molto diverso. Sono passate epoche intere, ma sembra di poter dire che senza attive componenti che richiamino con maggiore integrità i valori della Costituzione, dalla pace alla progressività dell'azione di governo, sarebbe assai più debole il futuro Partito dell'Ulivo. E nessuno può credere che ciò rappresenterebbe un bene per la democrazia e per la Sinistra. Così non vedo come si consideri positivo, o quantomeno inevitabile, lasciare i DS, escludersi dal processo costituente della nuova forza politica e approdare a nuovi soggetti che inevitabilm
Sono abbastanza d'accordo.
Che c'entrano Consorte e Sacchetti ?