La Trappola di Hezbollah
di Robert Fisk
Il Libano, come al solito, paga il prezzo del conflitto tra israeliani e Hezbollah, cosa che senza dubbio gli hezbollah avevano calcolato quando mercoledì hanno varcato la frontiera israeliana e catturato due soldati israeliani nei pressi di Marwaheen.
Ma chi sta vincendo la guerra? Non certo il Libano, con gli oltre 90 civili morti e molte infrastrutture distrutte a seguito delle centinaia di raid aerei israeliani. Sta forse vincendo Israele? L’attacco missilistico di venerdì sera contro una nave da guerra israeliana al largo delle coste del Libano fa pensare piuttosto il contrario. Sono morti quattro marinai israeliani, due dei quali finiti in mare quando un missile teleguidato di fabbricazione iraniana ha colpito il natante della classe Hetz al largo di Beirut al crepuscolo.
I libanesi che sull’autostrada costiera avevano sopportato per anni il fuoco delle navi israeliane hanno gioito. Può anche darsi che non amino gli hezbollah, ma sicuramente odiano gli israeliani
Tuttavia solo in queste ore sta emergendo un quadro più autentico, e spaventoso, della battaglia per il sud del Libano. L’attraversamento del confine israeliano, la cattura dei due soldati e l’uccisione di altri tre erano pianificati, secondo Hassan Nasrallah, il leader hezbollah sfuggito alla morte venerdì sera, già da oltre cinque mesi. E l’attacco missilistico di venerdì contro l’imbarcazione israeliana non è stato frutto dell’ispirazione dell’ultimo momento di un membro di hezbollah cui era capitato di scorgere il natante.
Appare ora del tutto chiaro che la leadership di Hezbollah – Nasrallah era il comandante militare dell’organizzazione nel sud del Libano – aveva calcolato con attenzione le conseguenze facendo affidamento sulla crudeltà della risposta israeliana per mettere a tacere ogni eventuale critica che dall’interno del Libano potesse essere mossa contro la loro azione. Hanno avuto ragione, le cose sono andate come previsto. La rappresaglia israeliana e’ stata persino più crudele di quanto immaginato da alcuni leader hezbollah e rapidamente i libanesi hanno messo la sordina a tutte le critiche nei confronti del movimento guerrigliero.
Hezbollah aveva previsto che gli israeliani avrebbero attraversato il confine libanese dopo la cattura di due soldati e hanno fatto saltare in aria il primo carro israeliano Merkava quando aveva superato il confine di appena dieci metri. Tutti e quattro i membri dell’equipaggio sono morti e l’esercito israeliano ha bloccato la sua avanzata. I missili iraniani a lungo raggio esplosi successivamente su Haifa erano stati preceduti solo qualche settimana prima da un aereo hezbollah senza pilota che aveva sorvolato per ricognizione il nord di Israele e poi aveva fatto ritorno atterrando nel Libano orientale dopo aver scattato una serie di foto. Queste foto non solo avevano fornito preziose indicazioni per la rotta dei missili hezbollah volti a colpire Haifa, ma avevano individuato anche il centro militare top-secret per il controllo del traffico aereo di Miron.
L’attacco successivo – mantenuto segreto dai censori di Israele – era diretto contro questa struttura. In questa struttura, che si trova a Miron e il cui nome in codice è “Apollo”, gli scienziati militari israeliani lavorano in grotte scavate nelle viscere della montagna e in bunker protetti da torrette, cani da guardia e filo spinato e osservano tutto il traffico aereo in arrivo e in partenza a Beirut, Damasco, Amman e altre città arabe. Gli hezbollah quindi prima di lanciare i missili su Haifa ne hanno lanciati diversi su Miron. Le grotte sono irraggiungibili, ma il fatto che gli hezbollah avessero preso di mira questo obiettivo ha profondamente colpito gli alti comandi militari israeliani. Il “centro del terrore mondiale” – o comunque immaginino il Libano – non solo poteva violare le loro frontiere e catturare i loro soldati, ma anche attaccare il centro nevralgico del comando militare del nord di Israele.
Poi sono arrivati i missili su Haifa e l’attacco all’imbarcazione israeliana. È ormai chiaro che anche questa riuscita operazione militare – gli israeliani erano talmente sprezzanti nei confronti del loro nemico che sebbene la loro nave da guerra fosse equipaggiata con cannoni e mitragliatrici Vulcan, non di meno non disponeva di dispositivi anti-missile – era stata pianificata mesi fa. Quando le imbarcazioni della classe Hetz hanno fatto la loro comparsa, Hezbollah ha posizionato una batteria di missili sulla costa a ovest di Beirut non lontano da Jnah e gli addetti ai missili si erano preparati per settimane per questo attacco. Ci sono voluti meno di 30 secondi per il missile di fabbricazione iraniana per arrivare sul bersaglio, colpire l’imbarcazione a mezza nave, mandarla in fiamme e uccidere i marinai.
Per ironia della sorte gli israeliani solo poche ore prima avevano invitato alcuni giornalisti ad unirsi alle unità della marina – avevano avuto il permesso di filmare i cannoni delle navi che sparavano sul Libano – e nel momento in cui Hezbollah ha colpito venerdì scorso l’imbarcazione israeliana, la stazione televisiva di Hezbollah, Al-Manar, ha cominciato a mostrare le immagini realizzate dagli operatori “al seguito”. Una scaltra mossa propagandistica.
Ieri gli israeliani insistevano sul fatto che il missile era di fabbricazione iraniana considerandola una prova del coinvolgimento dell’Iran nella guerra in Libano. Strano modo di ragionare. Dal momento che quasi tutti i missili impiegati negli ultimi quattro giorni per uccidere i civili sono stati fabbricati a Seattle, a Duluth e a Miami negli Stati Uniti, milioni di libanesi sono autorizzati a pensare che ci sia l’America dietro il bombardamento del loro Paese.
Perché Fisk fa il tifo per Hezbollah?
Dimostrazione, evidente, che non è la questione palestinese che muove gli hezbollah. Bensì l'imperialismo panarabo e islamico. I veri nemici di questo perido.
Correggo: "il vero nemico" (singolare)
Perché non aveva magliette di Cannavaro
L’Inghilterra, capitale del crimine Mondiale
http://etleboro.blogspot.com/
-Il Libano, come al solito, paga il prezzo del conflitto tra israeliani e Hezbollah, cosa che senza dubbio gli hezbollah avevano calcolato quando mercoledì hanno varcato la frontiera israeliana e catturato due soldati israeliani nei pressi di Marwaheen.-
Fonti siriane [Sami Moubayed, «It’s war by any other name», Asia Times, 15 luglio 2006] dicono che l'attacco Hezbollah è stato causato dal sconfinamento di truppe israeliane, come sempre è difficile sapere la verità su come iniziano certi avvenimenti.
-Bensì l'imperialismo panarabo e islamico. I veri nemici di questo periodo.-
Scusa Daniele ma l'imperialismo secondo me stà da altre parti, in fondo chi è che ha invaso due paesi del medio oriente? Di paesi occidentali invasi da paesi arabi al momento non me ne vengono in mente.
Maurizio Blondet
16/07/2006
Vedere su La7 Alain Elkann che intervista la Bonino, la più likudnik del governo detto di sinistra, già spiega molto.
In questi momenti, Israele non si fida di spargere propaganda attraverso i suoi giornalisti noachici più servili o pagati; chiama in servizio direttamente i suoi figli diletti.
Elkann e Bonino sono d'accordo, Israele è aggredito, l'accusa di reazione spropositata è antisemita. Su La Stampa, Fiamma Nirenstein, su l'Unità, Furio Colombo martellano lo stesso concetto: il bene è Israele, il male Hezbolla, Hamas, Siria, Iran, e gli europei che guardano sgomenti e non danno del tutto ragione allo Stato giudaico.
Non è un pettegolezzo ricordare che Alain è padre del noto Lapo Elkann, né che Colombo ha scritto romanzi pedofili.
Il «bene» oggi è definito da cuori di tenebra.
In USA è lo stesso.
Alla CNN bellicista ha preso il comando il capo del suo ufficio di Washington, Wolf Blitzer, che è stato giornalista al Jerusalem Post e agente dell'AIPAC, American-Israeli Public Affair committee, il braccio più direttamente politico della lobby.
Lo scopo di Blitzer, in queste ore, è essenzialmente svalutare il numero dei morti civili, che sono centinaia più di quel che dicono i media controllati.
Gli americani non sanno dei due pulmini mitragliati a Beirut, con 23 persone a bordo, di cui nove bambini, tutti massacrati.
I «giornalisti» di Davide sono lì per questo.
Filtrano le immagini, soprattutto.
Che non si vedano i corpi di bambini morti nei crateri delle bombe e fra le macerie, che coraggiosi reporter stanno mandando a rischio della vita.
Né che si parli dei turisti - anche americani in gran numero, come vedremo - bloccati nell'aeroporto bombardato senza preavviso.
Ma che si parli invece di guerra: guerra della terza potenza mondiale contro un Libano che non ha esercito.
Bisogna, al minimo, contrastare l'evidenza di queste foto.
O di reportages incontrollati, come quello che manda Giuseppe Zaccaria da una cantina di Beirut alla Stampa: «Qui per colpire gli hezbollah si sta annullando l'esistenza di un Paese intero, le vie di comunicazione sono interrotte, porti e centrali elettriche bombardati, e così strade, ponti, minareti, impianti idrici e distributori di gas»... Zaccaria, girando in auto, scopre che «l'aviazione israeliana ha colpito anche i piccoli ponti sulle strade secondarie».
Un lavoro minuzioso, per portare un Paese moderno all'età della pietra.
A fianco, però, Fiamma Nirestein, israeliana, intervista l'analista israeliano Lerman: «Non possiamo lanciare caramelle».
Eppure non sarebbe una cattiva idea, visto che metà della popolazione è fatta di bambini.
Ma lo scopo urgente della «giornalista» israeliana è di contrastare l'evidenza che quelle foto e quei reportages rischiano di mostrare: un orrendo delitto è in corso.
Perché Israele ha tutti i mezzi per attacchi «chirurgici», missili teleguidati, teste cercanti, e li ha spesso usati.
Ma i crateri che la sua aviazione apre in Libano dicono che non sta usando quei mezzi: sono crateri enormi e profondissimi, da cui affiorano auto e corpicini.
Bombe di enorme potenza, armi di distruzione di massa per massacri indiscriminati.
Israele spara su tutto e su tutti.
Ha sparato, colandola a picco, su una nave egiziana da trasporto che si trovava in acque internazionali davanti a Tartesso in Siria.
Dodici marinai soccorsi hanno riferito di essere stati attaccati da una lancia «che sparava a caso in ogni direzione».
Fa paura che il ministro italiano della Difesa abbia mandato nell'area una nave e due C-130.
Il bene è all'opera, e non guarda in faccia a nessuno.
E ci considera già nemici, perché esitanti.
E' la guera finale per lo Stato messianico.
Così la saluta esultante William Kristoll, il super-ebreo direttore di Weekly Standard, organo ufficiale dei neoconservatori.
Mentre a beneficio del pubblico noachico si piange sulle perdite ebraiche colpite da Hezbollah, nel pezzo di Kristoll, inteso ad addetti ai lavori, si esulta per la «divina sorpresa» dell'aggressione in Libano, inizio della grande vittoria apocalittica. (1)
«Perché se la Siria e l'Iran sono nemici di Israele, sono anche nemici degli Stati Uniti. Noi [noi americani, intende: quando fa comodo, Kristoll calza il cappello statunitense] non abbiamo fatto abbastanza per opporci ad essi e per indebolirli… siamo stati troppo deboli, e abbiamo consentito di essere percepiti come deboli. La debolezza è provocante.
La risposta giusta è una forza rinnovata a fianco di Israele, e nel perseguire cambi di regime in Siria e Iran. Perciò dovremmo valutare un attacco militare contro le installazioni nucleari iraniane. Perché attendere? E' più facile agire in anticipo, che poi. Sì, ci saranno ripercussioni: e saranno sane e giuste, perché mostreranno un'America forte che ha rifiutato ulteriori concessioni (appeasements)».
«Ma un simile colpo militare richiederà qualche tempo per essere preparato. Nel frattempo, Bush potrebbe lasciare lo stupido G8 di San Pietroburgo, che non farà che trasmettere un messaggio di confusione morale e di indecisione politica, per recarsi a Gerusalemme, la capitale della nazione che sta al nostro fianco, ed ha la volontà di combattere con noi, contro i nostri comuni nemici».
Se abbiamo citato a lungo questo delirio, è perché dice quel che avverrà dopo il Libano.
E' già deciso.
Ancora una volta, i neoconservatori riprendono in mano la situazione su cui avevano perso in parte la presa: ancora una volta Israele forzerà gli Usa a partecipare alla sua guerra, perché li convincerà che la sua guerra «è la nostra guerra».
Basta concessioni, basta appeasement, basta diplomazia.
E' l'ultima battaglia del «bene» contro il «male», quella tanto attesa dei «cristiani rinati» americani, l'Armageddon.
E ad Armageddon, non sono più possibili neutralità e distinguo.
Il «bene» è ridotto agli USA e ad Israele, il «male» sono tutti gli altri, da Putin all'Europa.
La prossima fase è attaccare l'Iran.
Gli USA lo faranno perchè glielo ordina il suo alleato.
«Ci saranno conseguenze?»
Tanto meglio, gioisce Kristoll: perché non si potrà tornare indietro alla diplomazia
e ai processi di pace.
Guerra, guerra finalmente.
E' la strategia sharoniana della rottura, del fatto compiuto e del forzare la mano, finchè non ci sia altra strada che la fuga in avanti nella violenza.
Agisce qui uno spirito tenebroso in molti sensi: anzitutto, il fatto di avere armi strapotenti invoglia ad usarle.
Ciò significa che sono le armi a dettare la strategia, e non il contrario.
All'opposto, il pensiero militare europeo di Clausewitz, secondo cui la guerra è «politica con altri mezzi»; qui la politica è la guerra, semplicemente «perché abbiamo i mezzi».
Mezzi che sono sproporzionati per Gaza e il Libano, ma che diventano proporzionati
per Armageddon.
Dunque, li si usino.
C'è anche il fondo trotskista, da cui questi ebrei neocon derivano: la «rivoluzione permanente», che sta per arrivare finalmente al suo compimento, che è l'instaurazione del regno d'Israele, e con esso la fine della storia.
E c'è la pulsione ebraica più profonda: mettersi in pericolo per «mettere alla prova Dio», costringerlo a salvare il suo popolo eletto, forzare la mano anche a Lui.
L'invito a Bush a volare a Gerusalemme ha questo chiaro senso: nella battaglia finale questo è il posto della superpotenza, nella città santa da cui tutto comincia e in cui tutto finisce.
Ripercussioni?
Conseguenze?
Kristoll se ne infischia.
Prospetta con gioia a tutti noi un inverno prossimo senza riscaldamento, petrolio a 200 dollari, magari anche ricadute radioattive; le vittime non contano, nella battaglia finale.
Israele avrà il suo regno, o ci trascinerà tutti nel suo abisso.
I cristiani «rinati», saranno rapiti al cielo.
Tutti gli altri, resteranno nella giusta «tribolazione» che li attende sulla terra, le tenebre nucleari, le piaghe, la fame, il freddo.
Per questo l'amico Webster Tarpley teme per la sorte di 25 mila americani che sono rimasti in Libano bloccati dai bombardamenti, vittime dei loro alleati.
E non vengono evacuati. (2)
Persino la Fox News ha interrvistato una di queste americane, Silva Boghossian, che si lamenta dell'inazione del suo governo.
«Gli italiani e i sudafricani che stavano nel mio albergo sono stati tutti evacuati due giorni fa», ossia il giorno seguente i bombardamenti israeliani, dice.
Ora, il suo albergo è «pieno di americani» e solo di loro.
Bersagli per una provocazione false flag, da attribuire ad Hezbollah.
Per un nuovo 11 settembre che «costringa» l'America a scendere nell'Armageddon
a fianco di Israele.
Perché i soccorritori americani dispongono delle basi inglesi nella vicina Cipro, da cui far partire
gli aerei per caricare i loro cittadini rimasti bloccati sotto le bombe dell'amico.
E guarda caso, c'è una «forza di spedizione» che sta facendo esercitazioni nel Mar Rosso, con 2200 marines a bordo.
Ma anche con aerei da 200 posti, l'evacuazione richiederebbe un centinaio di voli.
E poi dove atterrare, visto che l'amico ha ridotto ogni pista in Libano a campi arati dalle bombe d'alta potenza?
Si dovranno usare elicotteri, lungo e lento viavai, ad ogni decollo il rischio di essere colpiti da missili «iraniani», manovrati da gente del Mossad e Shin Beth che parla arabo, o dai falangisti «cristiani» agli ordini di David.
In ogni caso, i voli di evacuazione avrebbero dovuto già essere cominciati; un Bush meno servo noachico avrebbe dovuto dichiarare Israele responsabile per quelle vite.
Ma abbiamo visto che cosa ha fatto l'11 settembre.
E come ha provveduto agli alluvionati di New Orleans.
Si è visto quanto gliene importi delle vite dei suoi cittadini.
Un segno di malaugurio in questo senso è che la CNN controllata dall'agente AIPAC ha intervistato, presentandola come «una cittadina americana bloccata in Libano», Caroline Chamoun.
Trattasi sicuramente di una parente di Camille Chamoun, il presidente del Libano che nel 1958, in obbedienza alla CIA, invocò forze americane nel suo Paese.
E' evidente che uno degli scopi della campagna è di attrarre forze USA nella crisi libanese.
Ci riusciranno.
Kristoll esulta.
A noi, non resta che pregare.
Prepararci spiritualmente a quello che avverrà.
E' stata progettata la fine di un mondo, quello che conosciamo, con le sue auto e i suoi consumi, la sua pubblicità e la sua fatuità senza scopo.
La resistenza non può essere che spirituale.
Maurizio Blondet
Note
1) William Kristoll, «It's our war», Weekly Standard, 24 luglio 2006.
2) Webster Tarpley, «Beware of false flag provocation», Total Information, 15 luglio 2006.
finalmente ricollego: dedalus = daniele. I sostenitori dell' integralismo neocon su onemoreblog ogni giorno che passa sono sempre meno, scopriamo che si sdoppiano per sembrare tanti, ma per fortuna sono 4 gatti. mi rincuora sapere che i seguaci dell' elefantino Ferrara sono e rimangono pochi e soprattutto non fanno proseliti!!
A noi, non resta che pregare.
Prepararci spiritualmente a quello che avverrà.
E' stata progettata la fine di un mondo, quello che conosciamo, con le sue auto e i suoi consumi, la sua pubblicità e la sua fatuità senza scopo.
La resistenza non può essere che spirituale.
questo ruggiero è davvero un comico..
"Su La Stampa, Fiamma Nirenstein, su l'Unità, Furio Colombo martellano lo stesso concetto: il bene è Israele, il male Hezbolla, Hamas, Siria, Iran, e gli europei che guardano sgomenti e non danno del tutto ragione allo Stato giudaico.
Non è un pettegolezzo ricordare che Alain è padre del noto Lapo Elkann, né che Colombo ha scritto romanzi pedofili.
Il «bene» oggi è definito da cuori di tenebra. "
Volevate sapere chi è blondet, ecco questo è un suo brano. Con tanto di chicca ("Colombo ha scritto romanzi pedofili" e che Elkann è il padre di uno che andava con i trans).
In realtà, ad oriente (islam) e ad occidente (integralismo cristiano)forze a dir poco oscure si stanno levando contro la cosiddetta "libertà occidentale" ed il mondo ebraico, ad essa storicamente e culturalmente legato.
onebloger: cosa abbiamo fatto di male per beccarci citazione integrale di _tutti_ gli articoli di Blondet, con tutte le fonti più affidabili e attendibili, anche di critica, che ci sono in circolazione? Al limite anche un link basta.
Alberto N.: tifo per Hezbollah?
Paquero: l'operazione di Hezbollah è con ogni probabilità stata pianificata nei dettagli da tempo, mi pare che ci sia stata una dichiarazione da loro stessi in questo senso. Come anche l'azione di stretta a morsa su Gaza, e nell'arresto dei membri del governo e nella distruzione sistematica delle infrastrutture, è la messa in atto di progetti vecchi di almeno un anno. Da una parte e dall'altra si aspettava il pretesto adatto.
Le opinioni di Blondet, un cristiano omofobico di destra, possono non essere condivisibili su certi aspetti. ma essendo un Giornalista, cerca di riportare i fatti e soprattutto cita le fonti. purtroppo anche chi la pensa diversamente da lui su molte questioni, per esempio sui gay, sulla religione, non puo' che condividerne la critica politico strategica che fa', perchè si basa sui fatti e sulle parole scritte direttamente dai neocon o dai giornali israeliani piuttosto che da quelli americani. In sintesi: Blondet ricerca i fatti, li analizza e cerca di darne una spiegazione logica coerente al suo pensiero, altri giornalisti, molto piu' autorevoli, come colombo, seguono il pensiero unico e adattano le loro critiche a questo, senza ne coerenza ne onesta intellettuale. Mentre Blondet o Giulietto chiesa (altro giornalista scomodo) parlano di Neocon, dei loro scritti, dell' 11/9, delle strategie sioniste, altri giornalai continuano la propaganda, disinformando e creando nell' opinione pubblica una visione distorta dalla realtà, che non si basa sui fatti veramente accaduti, ma solo su opnioni di parte e su una realtà ufficiale falsa che gli stati occidentali impongono all' opinione pubblica pecorona.
Dedalus: hai dimenticato l' integralismo Israeliano, che strumentalizza l' uno e l' altro!!
se non ti resta che pregare, allora coerentemente fallo con i nuovi amici di israele, tipo Gianfranco Fini.
Guarda, jello, che "non resta che pregare" lo diceva onebloger, non io (notoriamente ateo).
Io non penso esista un integralismo israeliano, piuttosto due linee di politica estera, una più dura ed una più x la trattativa.
Ovvio che tutti siamo x una soluzione con due stati, uno israeliano e l'altro palestinese.
Il problema è che, da quelle parti, è in corso una grande offensiva (politica e terroristica) da parte di alcuni (larghi) settori del mondo arabo ed islamico che vogliono cancellare israele e qualunque cosa "puzzi" di occidente, per instaurare una sorta di impero islamico.
Non capirlo è veramente da fessi.
caro dedalus, finalmente iniziamo a capirci, perchè partendo dalle tue premesse raggiungiamo le stesse conclusioni: se secondo te 'è in corso una grande offensiva (politica e terroristica) da parte di alcuni (larghi) settori del mondo arabo ed islamico che vogliono cancellare israele', allora i governanti israeliani, per difendere il loro popolo, sbagliano a sparara a qualunque cosa si muova intorno a loro, causando vittime che si trasformano agli occhi dei popoli arabi in martiri. Dovrebbero secondo logica cercare di avere buoni rapporti di vicinato, visto che ne avrebbero tutto da guadagnare, sia a livello economico che a livello di pace e prosperità per il popolo ebraico. Perchè questo non succede?
Ma dove l' hai letto che c'è l' intenzione di instaurare una sorta di impero islamico? Sul generatore automatico di articoli di Libero?
Da repubblica:
11:29 L'Unione europea ha risposto all'appello del G8 per l'invio di una forza multinazionale per far fronte alla crisi mediorientale
12:08 Israele dice no al G8 e rifiuta il dispiegamento di qualunque forza che non sia l'esercito di Beirut lungo il confine meridionale del Libano.
Perchè l' esercito di beirut (nemici) si e i caschi blu (amici) no?
Perché l'esercito di Beirut è inesistente, in pratica, e quello che c'è con grandissima difficoltà potrebbe assolvere al compito a cui è chiamato.
Jello: sì, hai tralasciato antisemita e creazionista (e non so cos'altro, non ho indagato oltre). Ma il punto non è, non la pensa come me e perciò non lo prendo nemmeno in considerazione (per quanto con questo curriculum sarebbe anche saggio), ma che trovo le sue analisi poco rigorose, fa un gran pastrocchio mischiando informazioni verificabili con supposizioni non accertate, inquadrandole sempre nel discorso sui neoconservatori, alleati ad israeliani e fondamentalisti; elementi noti e non nuovi, che non è dette siano la chiave giusta per interpretare e soprattutto raccontare ogni vicenda.
Secondo me la questione medio-orientale è già abbastanza carica di rimozioni e distorsioni, che un attento lavoro di ricostruzione dei fatti nudi e crudi è la cosa più utile e necessaria
Infatti io cerco di non leggere acriticamente blondet, parto dal presupposto che lui ha delle idee su molti temi che non condivido, per esempio il suo antisemitismo affatto celato. Ma per quanto riguarda l' esposizione dei fatti e delle prove, le indagini giornalistiche che fa, come quelle sugli attentati di londra (fu l' unico a dare la notizia in Italia della strana coincidenza che lo stesso giorno dell' attentato, nella metropolitana di Londra, un agenzia privata stava facendo un esercitazione contro un possibile attentato alla metropolitana!!), così come quelli sull' attentato di new york (dove è stato uno dei primi a raccogliere i documenti e le prove che hanno poì creato le basi per dubitare fortemente sulla verità ufficiale dell' 11/9), lo ritengo un giornalista libero e soprattutto che fa il suo mestiere pagando di persona per questo. Io sono un lettore del manifesto, ma purtroppo questo giornale, che reputo abbastanza libero, non mi da queste notizie. Alcune informazioni che rispondono alla visione di Blondet e quindi sono strumentali ai suoi teoremi, non sono per questo meno interessanti da leggere. Se tutti i giornalisti riportassero informazioni come lui, allora ognuno potrebbe farsi un' opinione personale libera dal pensiero unico. Poì, che i nostri valori e le nostre idee siano diametralmente opposte su alcune questioni importanti, è il bello della democrazia e di una società plurale. Per esempio: ha pubblicato integralmente l' intervista di Ahmadinejad a der Spiegel, chi altro lo ha fatto o ne ha parlato? Chi lo ha fatto ne ha tratto soltanto alcune frasi per stumentalizzarla, mentre lui non l' ha neanche commentata. Questo significa informazione.
Molto interessante il seguente file:
http://www.clarissa.it/documenti_ult/scarica.php?id=12&file=20060715220250cleanbreak.pdf
Fatemi sapere cosa ne pensate
dedalus dici:
è in corso una grande offensiva (politica e terroristica) da parte di alcuni (larghi) settori del mondo arabo ed islamico che vogliono cancellare israele e qualunque cosa "puzzi" di occidente
scusa ma dove l'hai letto?
da cosa lo hai dedotto?
Se ti riferisci alle frasi oramai famose di Ahmadinejad alla conferenza degli studenti del corano sappi che NON LE HA MAI PRONUNCIATE.
Ti invito a cercare in rete una traduzione che non sia quella del MEMRI o magari anche a farti tradurre da qualcuno che parli arabo direttamente il suo famoso intervento.
Scoprirai che è profondamente diverso da quello che ci hanno presentato i media.
Non voglio fare polemica, è un serio invito a documentare un po' meglio certe affermazioni che creano un contesto del tutto fantasioso agli eventi di questi giorni.
Il documento il cui link è postato da onebloger è molto interessante ad esempio e da una luce possentemente diversa a quanto sta succedendo.
"allora i governanti israeliani, per difendere il loro popolo, sbagliano a sparara a qualunque cosa si muova intorno a loro, causando vittime che si trasformano agli occhi dei popoli arabi in martiri. Dovrebbero secondo logica cercare di avere buoni rapporti di vicinato, visto che ne avrebbero tutto da guadagnare, sia a livello economico che a livello di pace e prosperità per il popolo ebraico. Perchè questo non succede?"
Io non so se gli israeliani fanno bene o meno a rispondere con durezza agli attacchi; non esistono controprove ne' in un senso ne' nell'altro.
I buoni rapporti sembrano piuttosto difficili, anche perchè la presenza di israele (al di la' dei problemi relativi ai palestinesi, che potrebbero anche essere risolti) pare assolutamente maltollerata dai vari dittatori arabi o non arabi che governano gli stati della zona. Il motivo (a parte un evidente revanscismo panarabo e islamico) è anche abbastanza evidente: indicando israele come la fonte di tutti i mali evitano che iccitadini dei loro paesi si accorgano di essere dei morti di fame, pur possedendo quantità enormi di petrolio.
L'errore della nostra sinistra è (stato ed è ancora) quello di sostenere sempre e comunque ogni forma di nazionalismo che si opponesse al cosiddetto "mondo occidentale"; in origine perchè questo favoriva la politica estera dell'urss, successivamente per terzomondismo. Politica, questa, che ha sempre trovato l'accordo dei cattolici (vedi onebloger) che un po' sono sempre stati antisemiti, un po' vorrebbero che gerusalemme passasse a loro, un po' -infine- detestano la modernità, con tutto il suo portato di libertà civili e relativismo.
una guerra del genere non si puo' che perdere da entrambe le parti.
l'accerchiamento non si coltiva, si rompe.
l'attuale politica "estera" israeliana conduce all'autodistruzione.
Dedalus ti sbagli, l'errore è di una parte della sinistra (oggi molto minoritaria). Altra parte della sinistra, ad esempio il filone laico, azionista e repubblicano è stato dalla parte della democrazia contro i pregiudizi verso Israele, mentre i massimalisti esaltavano Mao, Pol Pot, la Corea del Nord e i nazistelli arabi da Nasser a Komeini
P.S. io non sono dedalus (va bene essere paranoici e vedere complotti ovunque, ma non esageriamo)
dedalus:
"Io non so se gli israeliani fanno bene o meno a rispondere con durezza agli attacchi;"
Non stanno rispondendo, stanno attaccando e basta.
Con sta storia dell'autodifesa dove vogliamo arrivare? Non è una risposta al terrorismo è un'aggressione armata ad un paese. Chiamiamo le cose con il loro nome per favore
Terrorismo da parte di chi governa il libano.lestaat informati, va..
si, si, come no!
Almeno prima di trarre conclusioni potresti almeno leggere il documento postato da onebloger.
Guarda che è istruttivo.
non so sei siano peggiori i fascisti travestiti da "antimperialisti" criptoantisemiti o i fascisti travestiti da liberali filoebraici.
ma perche' non vi parlate nei vostri oscuri covi invece di impestare l'aria qui?