La scrittrice israeliana Manuela Dviri: le manifestazioni contrapposte sono un gioco tutto interno alla politica italiana
«Bene Prodi, ma non apprezzo i cortei divisi»
di Cinzia Zambrano
«Trovo molto importante il ruolo di mediazione che sta svolgendo Prodi nella guerra tra Israele e Libano. Delle dichiarazioni di affetto, che riceviamo da Fini a Berlusconi, sinceramente non so che farmene. La vera amicizia di un popolo verso l’altro si dimostra con i fatti, con un coinvolgimento attivo. Trovo, però, insopportabili le manifestazioni che si sono svolte in questi giorni in Italia, una a favore di Israele e l’altra a favore del Libano. Non capisco perché debbano essere contrapposte? È un gioco politico interno tutto italiano che non mi piace, e soprattutto si gioca sulle nostre teste, noi laggiù ci rimettiamo la pelle». Manuela Dviri, scrittrice israeliana di origini italiane, si è sempre distinta per il suo coraggio e la sua instancabile lotta contro ogni forma di guerra. La raggiungiamo al telefono, in Italia, per chiederle cosa pensa di quello che sta accadendo in Medio Oriente e se ritiene, come Amos Oz, che quella israeliana sia un’offensiva giusta.
«Le guerre sono sempre sbagliate, portano sempre a degli errori e sono sempre causate da mancanza di negoziati. L’offensiva israeliana però è comprensibile: un Paese viene attaccato da un altro Paese e reagisce. Lo farebbe qualsiasi Paese sovrano. La domanda però che mi faccio io è cosa succede dopo? Chi e come riuscirà a fermare la violenza prima che la situazione scappi di mano?».
Lei cosa si risponde?
«Intanto, ho la speranza che nei prossimi giorni l’esercito israeliano comincerà a fermarsi. Ci sono dei segnali che lo indicano. Nei giorni scorsi c’è stato il risveglio di Israele dalla bolla di apparente normalità, a volte di indifferenza, in cui viveva e la nascita di un forte senso di patriottismo e fermezza nel dire “arriviamo fino alla fine”. Ma la fine qual è? La fine, naturalmente, è il negoziato. E l’Occidente deve aiutarci a riavviarlo. Penso sia molto importante quello che sta facendo Prodi, offrendosi come interlocutore e sollecitando l’invio di una forza internazionale che faccia da cuscinetto tra Israele e Libano. Questa mi sembra un’assoluta priorità. L’Occidente può aiutarci attivandosi in questo senso, e non con manifestazioni contrapposte, come vedo fare in Italia, pro Libano o pro Israele. Le trovo insopportabili. Perché non si fa tutti insieme una manifestazione per la pace, non si capisce perché i pacifisti siano quelli che urlano “Libano” e quelli che urlano “Israele” non lo siano. Non capisco perché debbano essere contrapposte? Sinceramente tutto ciò mi sembra un gioco politico italiano interno, non solo cinico ma anche dannoso, perché si fa sulle nostre teste, noi laggiù ci rimettiamo la pelle. Poi, delle dichiarazioni di affetto, che ci dicono “abbiamo perfettamente ragione”, che riceviamo da Fini a Berlusconi, non so che farmene. La vera amicizia di un popolo verso un altro popolo si dimostra con i fatti, attivandosi in un ruolo di mediazione. Se non si agisce subito, la situazione peggiorerà».
Lei pensa sia possibile aprire una trattativa con gli Hezbollah?
«Non con gli Hezbollah, ma di certo con il Libano. L’esercito libanese non ha reagito. Spero ci siano quanto prima negoziati con Beirut. Il vero problema rimane la questione israelo-palestinese che va risolta il prima possibile».
In che modo?
«Con la convivenza di uno Stato palestinese accanto a uno Stato israeliano. Sono certa che il giorno in cui ci sarà uno Stato palestinese, che collabora con Israele, Teheran non avrà più nessuna scusa e nessun alibi per le sue dichiarazioni. Idem per Hamas».
Manuela Dviri con molta pacatezza nonostante la preoccupazione per la tragedia che si sta evolvendo im modo drammatico, indica l'unica via per uscire dalla spirale di violenza in atto da oltre 60 anni. Due stati sovrani, Israele e la Palestina che collaborano fra loro per il futuro dei due popoli, le cui maggioranze senza voce vogliono solo pace e benessere. Riflettendo dovremmo lasciare più spazio alle donne nelle trattative di pace, perché pagando il più alto tributo di dolore e di sangue durante tutti i conflitti sono fondamentalmente
portatrici di pace. Ci sono purtroppo le eccezioni (vedi Condoleeza Rice).
Il difetto di questo ragionamento è evidente: è da almeno 20 o 30 anni che pur avendo tutte le possibilità di farlo non ci riescono. Ormai trovo dimostrato come sia inutile continuare per le solite strade (decisioni unilaterali o azioni individuali di qualche sporadica persona di buon senso che sia stata eletta per sbaglio da una parte e/o dall'altra). Il problema è nella mentalità dei popoli e si risolve o con un lento (e improbabile) processo culturale interno, o con l'intervento di entità esterne. Dal mio punto di vista la questione mediorientale ci riguarda tutti, è una minaccia ben più tangibile di qualsiasi gruppo terroristico, quindi è nostro diritto utilizzare gli strumenti dell'ONU anche senza bisogno di ottenere il permesso di chicchessia. Israele ad esempio in seguito alla ventilata proposta di mettere dei contingenti di interposizione ONU sui confini con il Libano, ha dichiarato che "lo vede difficilmente realizzabile", che tradotto significa "questa è la nostra guerra, state fuori dalle balle".
Mah, le riflessioni della sig.a Dviri, come sempre, mi lasciano un certo nonsochè ......
Cito: "le guerre sono sempre sbagliate" (eh, già !) però : "l'offensiva israeliana è comprensibile" (manco a dirlo). Beh, io sono una personcina qualunque, ma proprio di comprendere l'offensiva israeliana ed in particolare QUESTA offensiva proprio non mi riesce. Giuro che mi sono sforzata, davvero, ma proprio non la capisco .
E poi: "un paese attaccato reagisce:lo farebbe qualsiasi paese sovrano" . Si, non fa una grinza. Ma QUALE altro paese reagirebbe in questo modo??
Eppure , lei è certa che il problema si risolverà "il giorno in cui ci sarà uno stato palestinese CHE COLLABORI CON ISRAELE " . Eh, certo, devono essere i Palestinesi a collaborare con Israele (magari che ne so, proclamando subito un suicidio di massa per togliere il disturbo il prima possibile); non sia mai che magari pure Israele cerchi di collaborare con i Palestinesi , anzichè occupare le loro terre e farli fuori come mosche, per esempio .
Io, personcina qualunque, proprio di sfilare come vorrebbe la Dviri, anche sotto la bandiera di Israele proprio non ci riuscirei . Mi sentirei a disagio. E vorrei davvero che qualcuno mi provasse a spiegare come potrei farlo senza vergognarmene . Seriamente .
Diciamo che mi sento di condividere per filo e per segno l'opinione di Larry .
Barbara
Non bisogna far passare la teoria che la reazione di Israele è comprensibile e magari non sproporzionata! Per le guerre precedenti Internet non esisteva e quindi le immagini che potevamo vedere di guerre lontane erano filtrate dai media, adesso invece non è più così:
ATTENZIONE IMMAGINI MOLTO FORTI
http://fromisraeltolebanon.info/
Come si fa a dire che tutto questo è comprensibile?
azzzz...
nessun massacro è comprensibile...!!!
e non importa chi lo effettua..., sempre massacro rimane...!!!
ed è quindi giusto, nonchè doveroso prenderne le dovute distanze, nonchè far sentire l'indignazione che ne deriva...
>>«Le guerre sono sempre sbagliate,
Fin qui va bene
>> portano sempre a degli errori e sono sempre causate da mancanza di negoziati.
Qui già andiamo malino, se uno stato vuole fare guerra c'è ben poco da negoziare, la fa e basta.
>>L’offensiva israeliana però è comprensibile:
Beata te che riesci a comprendere
>>un Paese viene attaccato da un altro Paese e reagisce.
Allora, andiamo con ordine: Il rapimento dicivili è un crimine grave, la CATTURA di soldati in situazioni di conflitto (anche in quelle di guerra) è una cosa molto meno grave. E dei CIVILI palestinesi RAPITI? e dei soldati palestinesi RAPITI e UCCISI?
Secondo il tuo ragionamento ora Israele dovrebbe essere desertificata dai bombardamenti.
E non puoi di certo tirare fuori la storia dei razzi, sono iniziati DOPO i bombardamenti Iraniani.
>>Lo farebbe qualsiasi Paese sovrano. La domanda però che mi faccio io è cosa succede dopo?
Succede che se non vi date una mossa a risolvere il problema del sionismo che avete in casa porterete il mondo alla terza guerra mondiale.
>>Chi e come riuscirà a fermare la violenza prima che la situazione scappi di mano?»
A me viene in mente per ora ISRAELE