Una questione di coscienza
di Gian Carlo Caselli
Miracolo o inciucio. Se Brutti e Pecorella, Pisapia e Cicchitto son d’accordo su un rilevante tema di giustizia, non vedo alternativa: o miracolo o inciucio, appunto. Il dilemma si pone per il recente disegno di legge sull’indulto. Per provare a scioglierlo, conviene partire da un dato di fatto: l'assoluto stato di necessità in cui versano le carceri italiane.
Il sistema giustizia fa acqua da tutte le parti, i processi sono sempre più lenti e barocchi, ma le carceri sono sempre più piene. Negli ultimi 15 anni siamo passati dai 25.804 detenuti del 31 dicembre 1990 ai circa 61.000 detenuti di oggi. Di questi, il 33% circa sono stranieri ed il 27% circa tossicodipendenti. A fronte di questa situazione, l’obiettivo da porsi è qualcosa di meglio della repressione e del diritto penale. Nel senso che il consumo degli stupefacenti si può affrontare più utilmente nell’ambito della tutela della salute che in sede di repressione. E nel senso che il diritto penale è strutturalmente inidoneo a governare - come invece si vorrebbe che facesse - fenomeni sociali epocali come le migrazioni. C’è dunque uno stato di necessità, per così dire, strutturale, legato al fatto che il carcere è sempre più “discarica sociale” piuttosto che luogo di possibile rieducazione. Con negative conseguenze anche sulla sicurezza dei cittadini, perché un carcere che non prova neanche a rieducare è un carcere che non fa nulla per ridurre la spirale perversa della recidiva che produce sempre nuova insicurezza. Questo stato di necessità strutturale si intreccia inestricabilmente con uno stato di necessità contingente, di tipo logistico (a ben vedere un problema di civiltà), derivante dal sovraffollamento delle carceri. Se mancano circa 20.000 “posti branda”, mancano persino gli spazi fisici (aule, laboratori...) per qualunque tentativo di recupero. E alla privazione della libertà si aggiunge una sanzione (che non sta scritta in nessun codice) consistente nell’inciviltà dell’esecuzione della pena detentiva.
Impossibile lavarsene le mani, di questo doppio stato di necessità. Intervenire per decongestionare l’insostenibile situazione carceraria (creando nel contempo i presupporti per una riforma organica del sistema penale) è perciò cosa buona e giusta, responsabile e seria. Ma se qualcuno profitta dello stato di necessità per infilarci la soluzione di casi particolari, ecco che i problemi si complicano. Nella pretesa di estendere l’indulto ai reati finanziari e di corruzione (altrimenti di indulto manco a parlarne!) si può vedere il tentativo di strumentalizzare la sofferenza di migliaia di detenuti per ottenere benefici anche per altri soggetti, quei “colletti bianchi” che già beneficiano del fatto che il nostro sistema penale si caratterizza ormai per la compresenza di due distinti codici: uno per i cittadini “comuni” e l’altro per i “galantuomini” (cioè le persone giudicate, in base al censo, comunque per bene...); “galantuomini” che a volte pretendono addirittura di essere liberati da ogni regola mediante condoni o leggi “ad personam”. Ora, appoggiarsi ad un problema di carattere generale (la situazione delle carceri) per farne la sponda utile a risolvere un problema di pochi (si calcola che siano un’ottantina i “colletti bianchi” in espiazione di pena, oltretutto quasi sempre “extra moenia”, cioè fuori del carcere), non è come legiferare brutalmente “ad personam”, ma è espressione di una logica che appare contigua, apparentata a quella che nella passata legislatura ha prodotto proprio un susseguirsi tale di leggi “ad personam” da mettere a rischio lo stesso equilibrio istituzionale.
Ed ecco il dilemma: il riaffiorare, sia pure per vie indirette, di logiche siffatte è un prezzo accettabile, perché senza subirlo sarebbe impossibile risolvere il grave stato di necessità di cui si è detto? Oppure si tratta di uno strappo troppo profondo per consentire un bilanciamento, alla fin fine tollerabile, di esigenze tutt’affatto diverse? Chi pensa nel primo modo, potrebbe parlare di (mezzo) miracolo. Chi preferisce il secondo parlerà di (mezzo) inciucio. Spetta alla coscienza di ciascuno scegliere. Come nel caso dell’articolo 416-ter del Codice Penale (scambio elettorale politico-mafioso) emerso da ultimo nel dibattito parlamentare.
Cambiamo le leggi Bossi Fini e quella sulle droghe e mi pare che il problema del sovraffollamento di riduca notevolmente.
Poi l'indulto per i reati meno gravi di piccola deliquenza può notevolmente aiutare a rendere le carceri un luogo di riabilitazione sociale.
Certo l'indulto per i reati di corruzione e contro la pubblica amministrazione che prevedono arresti domiciliari o custodia ai servizi sociali, non serve. Chi usa il tema della piccola criminalità per ottenere l'indulto per i reati di cui sopra, lo fa secondo me in malafede. Previti non è in carcere, mentre i ragazzi di Milano si sono fatti quasi cinque mesi, senza prove visto che sono stati incarcerati e condannati per "concorso morale".
Questa è ipocrisia e malafede.
Dunque cambiamo le leggi Bossi-Fini sull'immigrazione e Fini sulle droghe, per incominciare.
Grande proposta: ci sono centinaia di isole e isolotti in vendita in tutto il mondo...invece di construire nuove carceri perché lo Stato non acquista qualcuno di questi isolotti, ci porta i detentuti a coltivare canna da zucchero o quella-minchia-che-volete?
Due risultati in uno: i detentuti imparerebbero a lavorare la terra, che è bassa e si fa fatica, e come arredamento avrebbero albe e tramonti e qualche temporale tropicale da paura invece delle mura del 5° braccio, che non è il massimo. Qualcuno di voi c'è mai stato lì dentro...? Molto meglio il temporale tropicale.
Mi vergogno di aver votato questi bambini, purtroppo non c'èra alternativa, rimpiango anche i cinque € chè ho donato alle primarie
quanto dichiarato da caselli è la prova che la sinistra non è un giocattolo con cui trastullarsi facilmente, chiunque ponga questioni di tale importanza e pensi di legiferare senza fare i conti con il proprio elettorato sa perfettamente che non può prendere decisioni senza scottarsi le mani e senza rischiare di inimicarsi chi ha creduto in questo governo.
il mandato ricevuto non è assimilabile a quello che riceve il centrodestra, il nostro elettorarato è completamente diverso, primo perchè ha una coscienza sociale di alto valore, secondo perchè il bene collettivo prevale su quello individuale, terzo perchè non è barattabile in cambio di impunità di basso profilo.
se chi è stato eletto favorito da una legge elettorale costruita ad hoc non terrà conto di ciò non potrà ripresentarsi confidando nella casualità e nel senso civico degli elettori .
a torino la cgil-fiom sta raccogliendo firme contro l'indulto per coloro che si sono macchiati di delitti contro la salute dei lavoratori e che hanno favorito infortunui gravi e mortali, violante ha dichiarato che il sito dei ds è stato assalito da e-mail di protesta se dovesse passare un indulto che non tenga conto degli abusi fatti dai potenti di turno.
si avverte il dovere di continuare a puntare il dito contro coloro che in parlamento non diranno esattamente come stanno realmente le cose.
maria
pa.ro: giusto, ma non sempre nell'intervenire su un qualsiasi tipo di problema si può cominciare da dove si vorrebbe. Se per esempio un'infiammazione non curata si estende creando riversamenti interni ed ulcerazioni, prima devi ridurre e suturare questi, magari anche in condizioni di urgenza, poi seguire una terapia di stabilizzazione e solo alla fine intervenire sulle cause originarie. Se cambi l'ordine delle operazioni il parente ci può restare secco, o la cura può rivelarsi del tutto inutile. Se devi fare un lavoro di ammodernamento delle strutture carcerarie o di ripensamento di tutta l'organizzazione delle carceri prima devi ridurre la pressione dovuta al sovraffollamento: in condizioni di continua emergenza non riuscirai a combinare assolutamente nulla, perché tutte le energie si perdono nell'impedire il collasso, invece che nel cercare di recuperare.
Gli interventi legislativi richiedono tempo per essere approvati, per entrare in vigore e per produrre dei benefici. Che si fa nel frattempo?
Antonio, hai certamente ragione, ma come riescono a trovare un accordo su questo indulto, potrebbero trovare un accordo per liberare un po' di popolazione carceraria, detenuta iuntilmente, come per gli extracomunitari che hanno solo reiterato l'illecito di clandestinità.
Se non lo vogliono trovare, mi viene da pensare che l'indulto sia solo fumo negli occhi per corprire il loro vero intento: rimettere in libertà i corrotti e i corruttori.
In più speculano sulla buona fede e sul vero garantismo di uomini di sinistra, sinceramente attivi per liberare i detenuti più svantaggiati economicamente.
Sarò, forse, poco di sinistra su questo tema, ma io sono assolutamente contraria allo svuotamento delle carceri.
In Italia c'è fin troppa impunità. rimettere a piede libero decine di migliaia di delinquenti non farà di certo bene al miglioramento della qualità della vita dei cittadini onesti.
si vuole fare un favore ai detenuti?
si costruiscano nuove carceri, invece che stare anni e anni a parlare di indulti e amnistie.
si mandino i tossicodipendenti a curarsi, i criminali a scontare la pena per intero, gli stranieri vengano rimpatriati se ciò non li espone a rischio di incolumità fisica nei paesi di provenienza.
e poi io sarei per i lavori "coattivi". scippi una vecchietta e le rompi un femore? lavoro, le infrastrutture si fanno più in fretta e costano di meno.
l'Italia non ha bisogno di pene esemplari ma di pene certe, c'è una bella differenza.
ovviamente alla certezza della pena si devono poter applicare tutti gli strumenti atti alla riabilitazione del reo.
buttare diecimila persone per strada, delle quali piu' della metà non arriverà a sera senza aver commesso qualche altro reato mi sembra un'assurdità.
http://www.repubblica.it/2006/07/sezioni/politica/indulto-di-pietro/mastella-camera/mastella-camera.html
pezzenti venduti.
e chi li vota piu'.
da oggi non mi considero piu' un'elettrice dell'unione.
e a votare non andrò piu' finchè anche l'ultimo di questi cialtroni non sarà mandato dove merita.
ognuno puo' fare di sè stesso quello che vuole, anche vendersi, ma non puo' speculare sulla dignità di chi si è fidato di lui.
Forse qualcuno si aspettava qualcosa di diverso dal questa cosiddetta "sinistra"? Forse qualcuno credeva davvero che costoro fossero diversi dai loro predecessori e dai predecessori dei predecessori? Forse qualcuno ingenuamente ancora crede che si possa sedere in parlamento o in senato, o sulla poltrona di qualsiasi carica istituzionale senza essere collusi con interessi privati o di gruppi di vario genere, senza truffare milioni di italiani, che ci sia gente che sta li per fare davvero gli interessi del paese? Qualcuno ancora crede che esistano ideologie, che esistano distintamente una destra e una sinistra? Qualcuno realmente ancora crede a ciò che questi individui dicono?
E non ditemi ora "eh ma la soluzione non può essere l'anarchia", lo so bene. Ma la soluzione potrebbe essere anche quella di dare dei segnali chiari. La politica oggi la fanno i cittadini quando comprano, usano e si informano su cosa comprano e cosa usano. Chi ha l'abbonamento a Sky lo disdica, chi ha l'assicurazione alla Unipol cambi compagnia, chi va a fare la spesa alla Standa o alla Coop torni al mercato. Questa è la sola rivoluzione, il resto sono solo chiacchere di gente come Bertinotti che alla prova dei fatti dimostra di essere ciò che realmente è.
Una sola cosa sul serio mi da una profonda tristezza. Il fatto che anche stavolta, come è sempre successo, dimenticheremo in fretta chi sono queste persone e saremo pronti di nuovo a farci imbonire dalle loro facce alle prossime elezioni.