Sui sudari di plastica i nomi dei bambini di Cana
di Robert Fisk/ Cana
Hanno scritto i nomi dei bambini morti sui sudari di plastica. «Mehdi Hashem, sette anni – Cana», era scritto col pennarello sul sacco che conteneva il corpicino del bambino. «Hussein al-Mohamed, 12 anni – Cana», «Abbas al-Shalhoub, 1 anno – Cana». E quando il soldato libanese ha sollevato Habbas, il corpicino senza vita gli è rimbalzato sulla spalla come il bambino avrebbe potuto fare sulla spalla del padre sabato scorso. In tutto le vittime sono state 60 e sono state portate nell’ospedale pubblico di Tiro e in altri ospedali, e delle vittime 37 erano bambini. Quando li hanno tirati fuori dai sacchi di plastica hanno avvolto i corpi nelle stuoie. I capelli erano sporchi di polvere e alla maggior parte usciva il sangue dal naso.
Dovete avere il cuore di pietra per non provare la rabbia che abbiamo provato noi che abbiamo assistito a questo spettacolo. Questo massacro è stata un’oscenità, un’atrocità, sì, se è vero che l’aviazione israeliana bombarda, come sostiene, con «chirurgica precisione», allora questo è stato anche un crimine di guerra. Gli israeliani sostenevano che gli uomini di Hezbollah avessero sparato i missili dalla cittadina di Cana nel Libano meridionale, come se questo potesse giustificare il massacro. Il primo ministro israeliano, Ehud Olmert, ha parlato di «terrore musulmano» che minaccerebbe la «civiltà occidentale», come se ad uccidere questi poveretti fosse stata Hezbollah.
E guarda caso proprio a Cana. Infatti appena 10 anni fa questa cittadina è stata teatro del massacro di 106 rifugiati libanesi ad opera di una batteria di artiglieria israeliana mentre i rifugiati cercavano riparo in una base dell’Onu in città. La metà di quei 106 libanesi erano bambini. In seguito Israele dichiarò che non disponeva di foto scattate sul luogo del massacro da aerei da ricognizione senza pilota, una dichiarazione rivelatasi falsa quando The Independent scoprì un video che mostrava un aereo da ricognizione in volo sopra un campo in fiamme. È come se Cana – i cui abitanti sostengono che è questo il villaggio in cui Gesù trasformò l’acqua in vino – fosse condannata dal mondo, fosse destinata a subire per sempre il peso della tragedia.
E non ci sono dubbi sul missile che ha ucciso tutti quei bambini. È di fabbricazione americana e su un frammento c’era scritto «da impiegarsi sulla bomba teleguidata MK-84 BSU-37-B». Senza dubbio i fabbricanti lo definiscono «testato in battaglia» visto che ha distrutto l’intero edificio a tre piani nel quale vivevano le famiglie Shalhoub e Hashim. Si erano rifugiati in cantina per sottrarsi a un pesante bombardamento israeliano e lì la maggior parte di loro ha trovato la morte. Ho trovato Nejwah Shalhoub nell’ospedale di Tiro con la mandibola e il viso coperti di bende come Robespierre prima dell’esecuzione. La donna non piangeva, non urlava anche se il dolore lo portava scritto in faccia. Suo fratello Taisir, 46 anni, era morto. E così sua sorella Najla. E la stessa sorte era toccata alla nipotina Zeinab che aveva appena sei anni. «Eravamo nascosti in cantina quando la bomba è esplosa all’una del mattino», mi dice. «In nome di Dio cosa abbiamo mai fatto per meritare tutto questo? Moltissimi morti sono bambini, vecchi, donne. Alcuni bambini erano ancora svegli e stavano giocando. Perché il mondo ci fa questo?».
Con i morti di Cana il bilancio è arrivato ad oltre seicento civili morti in Libano da quando il bombardamento aereo, navale e terrestre di Israele ha avuto inizio il 12 luglio dopo che alcuni membri di Hezbollah avevano varcato il confine israeliano, avevano ucciso tre soldati e ne avevano catturati altri due. Ma il massacro di Cana ha posto fine a oltre un anno di antagonismo all’interno del governo libanese in quanto sia i politici filo-americani che quelli filo-siriani hanno denunciato con forza «l’odioso crimine».
Per tutta la giornata gli abitanti di Cana e gli operatori della protezione civile hanno scavato tra le macerie dell’edificio con le vanghe e scansato con le mani la fanghiglia per riportare alla luce i cadaveri ancora vestiti con abiti dai vivaci colori. Tra le macerie hanno trovato ciò che restava di una sola stanza con 18 cadaveri all’interno. Dodici dei morti erano donne. In tutto il Libano meridionale si vedono scene come questa, forse non di queste proporzioni, ma altrettanto terribili perché gli abitanti di questi villaggi hanno paura di restare e hanno paura di andarsene. Gli israeliani avevano lanciato volantini su Cana ordinando agli abitanti di abbandonare le loro abitazioni. Ma già due volte dall’inizio del massacro gli israeliani hanno ordinato agli abitanti dei villaggi di abbandonare le loro case e poi li hanno attaccati con gli aerei mentre ubbidivano agli ordini e se ne andavano. Ci sono almeno 3.000 musulmani sciiti intrappolati nei villaggi tra Qlaya e Aiteroun – vicino al teatro dell’ultima incursione militare israeliana a Bint Jbeil – ma non hanno il coraggio di andarsene per paura di morire lungo la strada.
E la reazione di Olmert? Dopo aver espresso il suo «profondo rincrescimento» ha annunciato: «Continueremo le operazioni e, se necessario, le intensificheremo senza esitazione». Ma fino a che punto potranno essere intensificate? Le infrastrutture del Libano sono state completamente distrutte, i villaggi rasi al suolo, la gente è sempre più terrorizzata dai cacciabombardieri israeliani di fabbricazione americana. I missili di Hezbollah sono di fabbricazione iraniana ed è stato Hezbollah a dare inizio a questa guerra con la sua incursione illegale e provocatoria oltre frontiera. Ma la brutalità di Israele contro la popolazione civile ha profondamente colpito non solo i diplomatici occidentali rimasti a Beirut, ma centinaia di operatori della Croce Rossa e delle principali agenzie umanitarie.
Oltre 750.000 libanesi sono fuggiti dalle loro case, ma non ci sono dati certi sul numero di civili ancora intrappolati a sud. Khalil Shalhoub, sopravvissuto al massacro di Cana, ha detto che la sua famiglia e anche gli Hashim erano troppo «terrorizzati» per abbandonare il villaggio e mettersi in cammino sulla strada che è sotto il fuoco israeliano da oltre due settimane. Le sette miglia di autostrada che uniscono Cana a Tiro sono piene di abitazioni civili distrutte e di autovetture private bruciate. Giovedì la radio dell’esercito israeliano, al-Mashriq, che trasmette in Libano meridionale, ha detto ai residenti che i loro villaggi sarebbero stati «completamente distrutti» nel caso in cui dai villaggi stessi fossero partiti missili diretti in territorio israeliano. Ma chiunque abbia assistito ai bombardamenti di Israele in queste ultime due settimane, sa benissimo che, in molti casi, gli israeliani ignorano da dove gli hezbollah sparano i missili e – quando lo sanno – spesso mancano il bersaglio.
Come può l’abitante di un villaggio impedire agli hezbollah di sparare razzi dalla sua strada? Gli hezbollah si nascondono dietro le abitazioni civili – esattamente come hanno fatto la settimana scorsa le truppe israeliane che entravano a Bint Jbeil. Ma questo può essere un pretesto per un massacro di queste proporzioni?
Intanto l'ONU "deplora" e sta a guardare. Aspetta il cessate il fuoco (ovvero le due settimane di cui ha bisogno Holmert per ridurre alla fame il Libano) per intervenire.
Sarà utilissimo l'intervento dei caschi blu, tra un paio di settimane... utile per contare i morti.
Olmerd ribadisce che "non ci sarà tregua finché la minaccia di Hezbollah non sarà eliminata". E autorizza l'allargamento delle operazioni militari di terra. Contrariamente a quanto annunciato domenica, non c'è la sospensione dei raid aerei sul Libano: continuano per tutta la giornata, anche se in misura ridotta. Così come continuano i bombardamenti d'artiglieria. Dalle macerie dei villaggi del sud recuperate decine di cadaveri.
L'Onu rinvia la riunione per la forza multinazionale di pace
fuori israele dalla comunità internazionale per i suoi crimini di guerra e i suoi attacchi terroristici alla popolazione civile!
processare e condannare olmerd per i crimini e i vigliacchi assassinii da lui ordinati, della popolazione civile libanese!
Ma questa cosa che gli hezbollah si nascondono dietro le abitazioni civili non riesco a crederla.
Ieri ho letto la lettera di una cittadina israeliana, molto coraggiosa, che personalmente ammiro:
"Io vi accuso!
di Tsilli Goldenberg, cittadina israeliana
lunedì 24 luglio 2006
«Io, Tsilli Goldenberg, cittadina israeliana, vi accuso - Ehud Olmert, primo ministro di Israele, Amir Peretz, ministro della Difesa, Dan Halutz capo di Stato Maggiore dell'esercito israeliano - di commettere questo bestiale e barbaro macello in Libano.
Io vi accuso di commettere crimini contro l'umanità verso il popolo palestinese. Io vi accuso di abbandonare i nostri soldati, quando le loro vite potrebbero essere salvate mediante negoziati, e io vi accuso di aver iniziato una guerra ingiustificata in mio nome.
Haniya, primo ministro del popolo palestinese, voleva negoziare con noi non solo il rilascio del soldato Gilaad Shalit, ma anche un cessate il fuoco a lungo termine, che avrebbe concesso al popolo di Israele e della Palestina sicurezza e salute mentale. Voi avete rifiutato.
Nasrallah voleva negoziare il rilascio dei soldati rapiti al nord.
Voi avete rifiutato.
Invece avete messo in pericolo le vite di centinaia di migliaia di israeliani, avete causato la morte di 27 israeliani [fino ad ora], civili e soldati.
Voi avete causato l'uccisione in massa di più di 350 libanesi, molti dei quali bambini, avete causato 500.000 profughi libanesi, e continuate a uccidere e ad affamare bambini palestinesi, solo perché essi vivono nella loro terra.
I palestinesi non sono i miei nemici, e neppure i libanesi.
Voi siete diventati il mio nemico.
E vi combatterò e altrettanto faranno molte altre persone sane di mente in tutto il mondo».
Tsilli Goldenberg
Gerusalemme"
Ci vogliono 100, 1000 altre Tsilli
C'è un reportage di Salon che sta girando molto e che contraddice la tesi, tanto assoluta quanto inverificabile per noi, che il braccio armato di Hezbollah operi dall'interno della popolazione:
http://www.salon.com/news/feature/2006/07/28/hezbollah/index_np.html
In ogni caso la strategia israeliana, come ricordato da Fisk, è di un attacco indiscriminato a tappeto. Insomma il problema non sta nell'imprecisione dell'intelligence e delle ricognizioni ma nelle consegne generali date all'esercito, cioè di non preoccuparsi della presenza dei civili (tanto sono stati avvisati tutti, fatti loro se si fanno trovare in mezzo).
Per il resto non so più cosa dire; era una situazione che andava presa in mano molto tempo fa, prima dell'ennesimo aggravamento del confronto nei territori. Ma eravamo tutti impegnati a lodare Sharon e il ritiro unilaterale o la vittoria delle colombe Olmert e Peretz o a compiacerci dei sofferti ed equilibrati editoriali di Amos Oz. Mentre l'Unione (europea) si interrogava su come aderire alla linea statunitense riducendo al minimo il danno (un pasticcio inconcludente di incoerenza), cosa che di fatto ha avvallato il peggio dei loro piani deliranti.
Premesso che la cosa non giustificherebbe il massacro di Cana, ma merchè siete tanto propensi a credere che gli Hetzbollah non utilizzino, come scelta militare e propagandistica, la strategia di far partire gli attacchi missilistici da zone abitate da civili?
In realtà abbiamo notizie troppo incomplete per decidere se è vero o no che hezbollah usa i civili come scudi umani. Sul MAnifesto di oggi c'è un articolo di M. Giorgio che fa due osservazioni non verificabili ma, credo, verosimili: 1. gli hezbollah non piazzano batterie di missili vicino a centri abitati perchè temono i collaborazionisti; 2. neppure Israele sa con precisione da dove partono i missili.
Comunque: non è che se un rapinatore prende un ostaggio la polizia butta una bomba e ammazza tutti e due no?
Daniele delle dinamiche nello svolgimento dei combattimenti sappiamo poco o niente. Il poco di cui disponiamo sono prevalentemente le dichiarazioni dell'esercito israeliano. Che più che delle informazioni sono dei concetti astratti: gli Hezbollah operano in mezzo ai civili. Senza che si sappia con esattezza come e con quali modalità, in quali zone del paese, se sono presenti esclusivamente nei centri abitati, se prendono possesso di interi quartieri o cercano intenzionalmente di mischiarsi alla popolazione. Questi particolari non sono secondari: la guerra è anche guerra di informazione e come vedi questa è una delle giustificazioni cardine addotte da Israele per spiegare la sua conduzione della guerra. Il concetto che Hezbollah si nasconde tra i civili è talmente generico che diventa una qualifica immanente, come terrorista e non ha più bisogno di essere circostanziata. Non è che si dice a Tiro vicino alla tal palazzina che abbiamo raso al suolo c'era una postazione HB collocata a questa precisa distanza e che ci ha ingaggiato con le seguenti conseguenze. O a Cana. O riguardo al posto di osservazione UNIFIL. O a proposito di quell'ambulanza o quella colonna di aiuti umanitari.
No, quando esplode un incidente grande o piccolo che sia basta suggerire che nei pressi c'era una postazione HB.
E funziona, nel senso che l'idea passa e viene considerato un elemento acquisito in ogni senso: perciò nell'introdurre un editoriale critico nei confronti di Israele, il commentatore si sentirà di dover premettere che "nonostante HB si nascondano tra i civili". Diventa automatico.
Credo che in queste condizioni porsi delle domande sia il minimo. Fermo restando che non ho difficoltà a credere che per perseguire i loro obbiettivi HB non si faccia scrupoli di sorta. Però va dimostrato.
Quello che si può provare a dedurre dal poco che si sa è quanto affermato da Pino qui sopra, che è quello che si dice anche nell'articolo di Salon:
i guerriglieri fanno uso degli edifici come basi, ma non sono soliti collocarsi in aree popolate (a differenza per esempio delle armate palestinesi) perché sono un corpo fortemente disciplinato e irrigimentato, che non cerca il contatto con estranei.
Dimenticavo un elemento: l'esperienza insegna che è pratica comune dell'esercito israeliano mentire e non dare resoconti affidabili. Ragione in più...
@Antonio: potresti postare l'articolo di Salon intero (giusto per evitarci l'ennesima 'registrazione')
grazie
tonii: non si apre? A me ha chiesto solamente di cliccare su un link prima di accedere, niente registrazione. Fatemi sapere se no posto.
confermo antonio, basta cliccare un paio di volte, e si può leggere l'intero articolo.
grazie gente.
che ci volete fare? a me cliccare su "visa" faceva impressione!!!
Hai capito,un paio di click,loro guadagnano qualcosa
e tu ti leggi una bella storia di morti e sangue
fredda,asettica,funzionale logica del profitto
Le Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) hanno pubblicato una stima sugli sfollati e le vittime in conseguenza alla guerra: 1200 sfollati, 823 martiri, 200 bambini massacrati, 4.220 feriti.
Il Consigliio Libanese dello Sviluppo e delle Costruzioni ha pubblicato un rapporto sulle conseguenze economiche:
-1.150 milioni di dollari stimati di danni ai palazzi nel sud e nella periferia di Beirut.
- 700 fabbriche distrutte completamente o in parte, il capitale di queste fabbriche ammonta a 180 milioni di dollari con una capacità di 3.500 lavoratori ed impiegati.
- 68 ponti distrutti, 66 autostrade e strade bombardate, stessa cosa con 3 aeroporti e 5 porti, per un danno di 721 milioni di dollari. In aggiunta a 180 milioni di dollari per elettricità, 85 milioni di dollari per le comunicazioni, e altrettanti per le fonti idriche.
- 1o tonnellate di petrolio riversato in mare per un costo di 50 milioni di dollari per la bonifica.
ove 57 esseri umani sono stati schiacciati sotto le macerie, 27 sono bambini.
Questo massacro ricorda a tutti cosa è successo tempo prima, tutti noi abbiamo un orribile ricordo del massacro successo nello stesso villaggio nel 1996, quando le bombe israeliane lo hanno distrutto e hanno ucciso più di 100.