Carlo Leoni
«I quotidiani di partito hanno svolto un ruolo fondamentale nella vita e nello sviluppo della democrazia nel nostro paese», ed oggi «sono chiamati a compiti preziosi e delicati perché garantiscono che il rispetto del pluralismo non sia delegato solo al mercato editoriale» e «riportano, con correttezza ed esattezza, le posizioni dei partiti. Inoltre, consentono, spesso quanto e talvolta più delle stesse strutture di partito, di mantenere diretto e costante il rapporto tra le basi e i vertici delle comunità politiche, favorendo oltretutto il senso di appartenenza dei cittadini a quelle istituzioni nelle quali i partiti operano.
Questi quotidiani sono «strumento privilegiato di confronto e dibattito interno, e di conseguente coesione, sia per l’Unione che per la Cdl, e permettono alle forze politiche distanti e contrapposte di conoscersi, di confrontarsi, di scontrarsi anche, magari in modo deciso ed aspro; ma di farlo sempre sulle reali intenzioni e posizioni reciproche: la base imprescindibile di una vera e vitale democraziaL a questione del finanziamento dovrà entrare il prima possibile nei lavori delle aule parlamentari, per essere affrontata e risolta nel modo più corretto ed efficace».
Il vicepresidente della Camera, Carlo Leoni (DS), non è sfiorato dal dubbio che forse i quotidiani di partito (fogli che salvo eccezioni vendono quanto bollettini parrocchiali, ma costano come Repubblica) dovrebbero essere finanziati - appunto - dai partiti, prelevando dalle ingenti finanze che già questi succhiano ai cittadini. Ma ovviaamente anche questa volta, alla faccia nostra, la decisione sarà bipartisan a favore di
aprire i cordoni della borsa.
Chissà che farebbe il signor Carlo Leoni se dovesse cavarsi di tasca qualche soldo suo per finanziare la Padania (questa frase può apparire demagogica, in realtà chi scrive tiene preziosa la ricevuta del versamento di un milione di vecchie lire che inviò a l'Unità dopo l'accorato appello che precedette un fallimento che il partito cercò con ferrea determinazione unita a solare incapacità gestionale). Cosa fece il signor Carlo Leoni all'epoca? E ancora: lo stesso partito che mandò a rotoli l'Unità, tentò ancora con grande impegno di
comprometterne il fortunato rilancio silurando l'artefice della rinascita, Furio Colombo, per compiacere i gerarchi e finanziare i loro mercimoni con Berlusconi. Non è bizzarro che oggi non si vergognino di chiedere altri soldi pubblici?
Domanda: esiste nel parlamento italiano una persona una con il minimo di onestà intellettuale e senso della decenza necessari a gridare che questa richiesta è una vergogna che grida vendetta?