Caro Direttore,
morti, distruzioni, missili, guerra e pace in Medio
Oriente, da dove comincio? Quale parte di me devo prima coinvolgere per
offrire ai lettori di "Liberazione" un punto di vista che sicuramente
risulterà avverso o provocatorio per la maggior parte di loro?
Comincio dalla testa, dalla razionalità , perché non voglio che i miei
sentimenti di ebreo comunque vicino a Israele e alla difesa della sua
esistenza, possano in qualche modo farmi scudo se pronuncio idee non
condivise: vorrei che il confronto fosse razionale e non emotivo.
1°:
Israele, nella guerra in Libano, difende se stesso, i suoi abitanti e
il suo territorio dall'aggressione di un nemico spietato, votato alla
sua distruzione, emissario politico-militare del pan-sciismo iraniano
di Ahmadinejad, unico leader mondiale vivente sinceramente antisemita,
negazionista della Shoah e profeta della distruzione di Israele;
2°: la
mia opinione è che Israele combatta una guerra anche per l?Occidente
che - consapevole o no - incontra nel rischio-Iran, con la sua corsa
alle armi non convenzionali, nel suo proporsi come leader di un
movimento sciita anti-occidentale, un rischio mortale di cui le milizie
armate di Hezbollah sono l'avanguardia;
3°: la questione
"sproporzionale", la linea di politica estera del governo Prodi, si è‰
configurata in queste settimane, con coraggio e coerenza, seguendo
quattro principi:
a) l'inizio della crisi Libano/Israele è dovuta all'aggressione Hezbollah;
b) Israele ha diritto di reagire e di difendere
la sua sopravvivenza
c) la reazione di Israele è sproporzionata in
rapporto alla quantità di vita umane innocenti perse e alla distruzione
di infrastrutture civili
d) la reazione di Israele e i missili di
hezbollah devono ora fermarsi per permettere poi l'interposizione di
una forza di pace internazionale.
Condivido i primi due punti. Sul
terzo punto condivido lo sgomento per i morti civili di qualsiasi
nazionalità e per il peso distruttivo che la struttura civile del
Libano ha dovuto sopportare.
Resta tuttavia inevasa la domanda che ho
rivolto da tempo: come si combatte una guerriglia armata fino ai denti,
capace di colpire obiettivi civili da grande distanza, che non ha
nessuna legittima rivendicazione territoriale da avanzare? Come si
combatte chi spara missili mortali dall'interno di un complesso
residenziale civile? Come si contrasta chi nasconde gli armamenti in
gallerie situate sotto villaggi i cui accessi sono all?interno delle
abitazioni?
Certo, nessuno toglierà mai dai nostri occhi le immagini
dei bambini innocenti morti a Cana, uccisi dal bombardamento
israeliano, nessuno potrà mai scusarsi abbastanza, nessuno potrà
giustificare, così come nessuno dovrebbe mai sostenere inutilmente che
esistono guerre chirurgiche, bombe intelligenti o tecnologie belliche
non-invasive.
Qualche anno fa, nei bombardamenti della NATO sul Kosovo
i morti civili furono centinaia e centinaia, come ben sanno i lettori
di "Liberazione". Il governo italiano considerò quell?intervento
legittimato da uno scopo umanitario, che anch'io condivisi: il che
dimostra che vi sono casi in cui l'uso della forza, ancorché
devastante, può esser legittimato anche da governi di centro-sinistra.
Se si condivide quindi il diritto di Israele a reagire, rimane aperta -
non retoricamente e con tutta la consapevolezza del dramma della
perdita di vite umane innocenti - la domanda sul come si combatta la
guerriglia che si nasconde tra i civili, o addirittura si fa scudo di
essi.
Questa domanda senza risposta non ridarà la vita a coloro che
muoiono senza colpa in Libano, in Israele, in Palestina.
Questa scia di
morte deve finire. A questo serve la politica.
Ma mentre mi è chiaro
perfettamente il finale che vorrei fosse scritto quanto prima per
quanto riguarda il conflitto israelo-palestinese, e cioè la nascita di
uno stato Palestinese in pace, accanto allo stato di Israele, con
confini coincidenti con quelli precedenti all'occupazione del 1967, e
quindi con la liberazione di quei territori da parte di Israele, non mi
è affatto chiaro quale sia il quadro finale dell'eventuale processo
politico che dovesse prendere il posto del conflitto tra Israele e
Hezbollah.
Vi sono domande su questo punto che non possono essere
taciute: l'Iran e la Siria vogliono veramente un Medio Oriente
pacificato? Non credo, ma ciò non mi impedisce di ritenere che va
perseguita comunque la strada di un cessate il fuoco con interposizione
internazionale. L'unica soluzione che riesco a immaginare per il
confine nord di Israele è quella di una separazione con disarmo di
Hezbollah.
Detto questo però nessuno può dimenticare l'altro conflitto.
I Palestinesi, le cui condizioni umanitarie, sociali, economiche, nei
Territori sono drammatiche e non più sopportabili, sono disponibili una
volta per tutte, con il governo di Hamas, a rifiutare il terrorismo e a
riconoscere Israele? Israele è disponibile a trattare con Hamas e Abu
Mazen sulla base di un mutuo riconoscimento, sulla base di un percorso
interrotto che prevedeva territori in cambio di pace, e oggi eventualmente di
interposizione di forze internazionali?
Tra Israele e Palestinesi serve
la riapertura di un tavolo politico di trattativa, tra Israele e
Hezbollah serve il disarmo di Hezbollah e poi la separazione forzata.
Ho lasciato per ultimo il mio
cuore: ma non lo dimentico, anche se non pretendo di esprimere opinioni
dimostrabili. Il cuore mi dice che Israele fa la guerra perché vuole la
pace, Israele non ama la guerra, non ci sono feste in Israele per i 350
mila sfollati, per i 30 mila soldati al fronte, non ci sono feste per i
bambini uccisi a Cana, a Tiro, a Beirut o a Gaza: e ovviamente non ci
sono feste per i morti e i feriti di Haifa, Zfat o Kiriat Shmona.
Io
credo che Israeliani e Palestinesi vogliano in maggioranza la pace e
che ne abbiano diritto. A questo diritto va data una risposta il più
rapidamente possibile perché il diritto non salvaguardato diventa
rabbia, odio e guerra.
Ma l'Occidente - anche quando legittimamente
critichi certe scelte di Gerusalemme - non deve isolare Israele e gli
Ebrei che nel mondo ne difendono i diritti. E gli ebrei non controbattano a qualsiasi critica al governo di Israele con la contraccusa di antisemitismo.
Israele non dimentichi mai
le parole di Rabin: "Continueremo il processo di pace come se i
terroristi non esistessero; combatteremo i terroristi con tutte le
nostre forze come se non esistesse il processo di pace?"
Emanuele Fiano
E se non sono feste, le cerimonie con firma da parte dei bambini israeliani (innocenti vittime dei loro genitori) dei missili da sparare sul libano, questo signor ebreo ma imparziale (e da quando siamo diventati imparziali?lasciamolo fare agli ipocriti giornalisti anglosassoni questo esercizio di falsità) come le chiama? Giuste scaramanzie per la giusta difesa di un povero paese pacifista come Israele ha sempre dimostrato di essere? Io la risposta me la tengo per me, dato il grado di educazione ricevuto da piccolo.
e va bene allora, caro Andrea elMac, la tua è la classica risposta di chi non vuole sentire niente, non vuole vedere niente e rimane sempre e comunque sulle sue posizioni.
Se provi ancora a scavare, di "schifezze" israeliane ne troverai a iosa, ma potrei citartene a centinaia per l'altra parte. E' inutile allora provare a parlarsi quando le argomentazioni rimangono solo parole al vento.
fiano, hai letto dell'appello per l'accettazione del cessate il fuoco da parte di Oz, Grossman e Yeoshua?
hanno sentimenti e motivazioni simili alle tue ma non so perche' io sento forte lo stridio delle loro unghie sugli specchi.
"questa guerra e' giusta ma... i bambini di cana ma anche i bambini israelini... etc etc"
come se le infamie di hezbollah giustificassero gli infami bombardamenti su infrastrutture civili e popolazione.
e tu stesso come precedente non hai da portare altro che una solenne porcata come la guerra alla confederazione yugoslava del 1999, non e' bastato crescere con sabra e chatila e l'invasione del 1982 (col suo strascico di morti) per capire che fare la guerra ai vicini non serve a nulla?
Nel riconoscere il diritto ai palestinesi ad avere un proprio stato sovrano e democratico, credo non si possa negare il diritto d’Israele all’esistenza, quindi all’autodifesa.
Israele rappresenta l’unica vera democrazia nell’area, chi non riconosce cio’, certo non si adopera per la tanto auspicata pace.
L’Iran di Ahmadinejad, vorrebbe cancellarlo dalle carte geografiche, Hamas si limita a disconoscerlo.
Fiano scrive di pan-sciismo iraniano , ma in generale l’integralismo nell’area mediorientale si e’ drammaticamente rafforzato(la vittoria di Hamas in Palestina lo comprova),cio’ conseguenza anche delle politiche americane nell’area , quindi della fallimentare campagna bushista in Irak.
Specificatamente alla guerra in Libano mi sembra tangibile il fallimento delle operazioni militari israeliane.
L’esercito e l’intelligence d’Israele c’avevano abituati ad operazioni precise e mirate.
Questa guerra contro hezbollah, sta contrariamente rivelando un’inattesa inefficenza dell’apparato bellico israeliano.
Da una prospettata guerra mirata (non uso il termine intelligente), in breve tempo sul campo si e’ passati ad una guerra totale, con distruzioni di infrastrutture ed edifici civili, con conseguente e comunque ingiustificato, bagno di sangue. (almeno mille i morti).
Sfiancato da inaspettate difese e reazioni militari da parte dei miliziani del partito di Dio, l’esercito con la stella di David, ha mostrato e sta mostrando nervosismo , impazienza e negligenze gravissime.
La reazione sproporzionata, in rapporto alla quantità di vite umane innocenti perse e alla distruzione di infrastrutture civili ,d’ Israele , credo la si debba leggere in quest'ottica.
Purtroppo temo che Israele , finche’ non avra’ tamponato l’arsenale di hezbollah (almeno quello in grado di colpirne il suolo), non fermera’ le operazioni militari!
Scrivi "la mia opinione è che Israele combatta una guerra anche per l'Occidente".
Ma io NON VOGLIO che Israele combatta una guerra "anche per me". Spetterà A ME decidere se e quando devo combattere una guerra? Perché mai dovrebbe deciderlo il burattino di Halliburton e di varie altre ditte americane?
SARANNO QUEI CAZZI MIEI e non quelli di Israele di "combattere una guerra anche per me" (visto che io in Occidente ci abito).