Verso il partito della libertà. L’identità, i valori, il progetto.
di Silvio Berlusconi
Mondadori 2006
Euro 15,00
"Credo che dare all’Italia un grande partito dei moderati e dei riformisti
sia un’impresa storica. Se ci riusciremo avremo lasciato un segno nella storia
politica e non soltanto politica del nostro Paese". Con queste parole, pronunciate
di fronte all’Assemblea costituente del partito unitario della Casa delle
Libertà, Silvio Berlusconi ha sancito l’importanza dell’obiettivo che le
forze del centrodestra, dopo cinque anni di esperienza di governo, si sono
date per la prossima stagione politica. Quale sarà, dunque, l’identità di
questo nuovo partito? Innanzitutto, non sarà né di destra né di sinistra,
né esprimerà un moderatismo senza coraggio riformista. Sarà, invece, un partito
postideologico, democratico, popolare, federale; un partito che cerca le
soluzioni per accrescere il grado di civiltà del nostro Paese.
La nascita del nuovo partito, infatti, non sarà semplicemente il risultato
di un accordo di vertice tra i leader della maggioranza, bensì il frutto
di un nuovo e ampio processo di aggregazione che, riportando tutti i moderati
sotto il tetto di una Casa comune, stimoli una rinnovata e più forte partecipazione
dei cittadini che hanno a cuore le sorti dell’Italia. Perché ciò sia possibile,
occorre non solo rinsaldare l’unità di convinzioni, di valori, di ideali
tra le forze che hanno guidato il Paese in questo difficile inzio di secolo,
ma soprattutto coinvolgere chi, pur condividendo le stesse convinzioni, gli
stessi valori e gli stessi ideali, non ha ancora operato una chiara scelta
di campo. Difesa e rilancio dell’Occidente, riforma dello Stato, economia
sociale di mercato sono i tre pilastri su cui costruire una nuova formazione
politica che superi in una sintesi originale le attuali appartenenze e raccolga
le indicazioni sempre più precise degli elettori.
e sul popolo italiano calò la notte della grande confusione!
PAOLO CI HA PRESO IN PIENO
Ma permettetemi una provocazione.
Ci vedete qualcosa che non potrebbe stare in un qualche discorso fatto da Berlusconi o Bondi al Forum di Assago? Basterebbe cambiare due o tre parole, per esempio Democratico con Liberale o dei Moderati, Fassino con il sig. B., Pesaro con Milano e il gioco è fatto!
Forse noi di sinistra dovremmo riflettere un po' su quel che stiamo facendo.....
Postato da Paolo Zinna Domenica 06 Agosto 2006 alle 22:50
bravissimo paolo zinna!
gradirei qualche complimento pure io!
avevo segnalato che non poteva essere pesaro, perchè la festa de'unità ancora non era avvenuta.
date a paolo quel che è di paolo ma date a maria quel che è di maria!
maria!
bravissima maria!! :-)) posso proporti come risolutrice di enigmi per la caccia al tesoro di questa estate? :-))
vitto e alloggio compresi?
maria
assolutamente si! vitto, alloggio e mare!
dimmi dove e quando che preparo le valigie, scusa dimenticavo la mia tribù è numerosa, due figlie, due gatti, un cane e due tartarughe.
c'è posto per tutti?
maria
Il capolavoro è la definizione: "economia sociale di mercato".
E' un discorso che porta all'immobilismo sociale: fare le "riforme" gattopardesche, in cui si cambia tutto perchè rimanga tutto come prima.
Una critica va fatta pure ai movimenti di Sinistra, quando un Bersani (e oggi una Livia Turco con i primari della Sanità) vuole toccare i privilegi dei "soliti noti" e questi protestano, forse dovremmo scendere in piazza pure noi, a favore delle riforme e contro le "corporazioni" dei notai, dei farmacisti, dei tassinari, etc.
Non per "invidia sociale", ma perchè sono almeno 20 anni che ai lavoratori dipendenti vengono chiesti "sacrifici" per il bene del paese (tradotti in perdite di sicurezza sociale, blocco delle retribuzioni, riforme del sistema pensionistico) e costoro non hanno mai dato nulla, adagiati nella convinzione che "nessuno tocchi l'avvocatino".
Che senso ha fare fiaccolate in favore dell'abolizione di leggi ingiuste che danno privilegi a Berlusconi, mentre decine di migliaia di cittadini di certe categorie godono di privilegi da "intoccabili"?
Facciamoci sentire di più, non usiamo i finti buonismi, "il non sta bene" dire male di alcune categorie, il politicamente corretto quando riguarda il vicino di casa.
O forse si ha paura di andare contro quel 20% dei liberi professionisti che vota a Sinistra? Dimenticando che l'80% vota a Destra ed è un elettorato che non potremo mai conquistare con il moderatismo.
bellissima famiglia maria! dico davvero. Beh si! considerato che siamo sulla spiaggia, decisamente si: c'è posto per tutti! :-))
La parolina magica è "riformismo"
"riforma dello Stato, economia sociale di mercato"
non vi ricorda qualcosa?
"economia socialista di mercato"
cosi' la chiamava deng xiaoping...
Il problema è uno solo: ritornare al SOCIALISMO, al "socialismo possibile" di Rosselli, non quello utopico e fallimentare della rivoluzione violenta della dittatura del proletariato.
Finchè il "lavoro" non sarà un "valore" allora non potremo chiedere che sia dato "valore al lavoro".
Nessuno ha notato che nel "riformismo" di Berlusconi, ma anche in quello "dalemiano" la parola "lavoro" è scomparsa. Un caso?
moreno non ne parleranno perchè non hanno più pensato di inserire nell'agenda delle priorità il tema : "lavoro"?
maria
Moreno Puiatti: hai perfettamente ragione! l'unica possibilità di rifondare un partito della sinistra, che si collochi in Europa, ma anche nel mondo attuale in grande trasformazione sociale e politica sotto la spinta del capitalismo globale, è riscoprire le radici socialiste italiane ed europee. Dove il lavoro sia un valore e la democrazia un bene inalienabile. Anche il capitale sta riscoprendo la produzione ed i vegliardi stanno ritornando
a capo delle aziende di famiglia, che i figli
con master alla Colombia University stavano mandando in rovina per eccesso di finanza, comoda ma pericolosa se non ancorata alla produzione. Ma citando a memoria Turati "attenzione compagni ai piccoli borghesi, entreranno nel partito per saziare la loro fame atavica" . Da noi nell'Italia del dopoguerrra è già successo. Un partito ancorato alla storia del
movimento operaio, che sappia cogliere le inquietudini e le richieste dei nuovi soggetti sociali, per tradurle in azione politica.
Attilio non ha ragione, ha stra-ragione, ha ragionissima.
Storicamente in Italia la piccola borghesia bottegaia quando entra nel partito socialista lo trasforma in un partito corporativo fascista (Craxi in fondo è stato colui che ha ripercorso le orme di Mussolini dal PSI al fascismo).