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Alberto Biraghi
La doppia vita degli orsi
Questo
libro è un'occasione sprecata. Xavier Hanotte ha capito una cosa che pochi sanno, l'orso è l'essere più perfetto ed evoluto dell'universo. Saccente, scontroso, intelligentissimo, pigro, carismatico, l'orso è in grado di gestire la propria vita e quella di chi gli sta attorno con una furbizia e un'efficacia insospettabili a chi "non sa". hanotte sa, ma non abbastanza, quindi arriva a descrivere un frammento del vero mondo degli orsi, ma non riesce a coglierne la personalità sfaccettata (evidentemente i suoi incontri sono stati ravvicinati sì, ma non abbastanza). Per esempio non gli è chiaro che benché l'orso adori vestirsi in modo elegante (meglio se firmato) e camminare su due zampe, tuttavia non abbia alcuna difficoltà a girare nudo e a camminare a quattro zampe.
Non gli è chiaro che l'orso è sempre sicuro di sé, che raramente ha cedimenti (in genere se per qualche ragione scarseggia il miele). Soprattutto, non sa che l'orso non ama perdere il proprio tempo in chiacchiere futili e viene sempre al sodo, a differenza di quanto fanno i personaggi un po' irreali di Hanotte. Questo libro ha tuttavia un merito (sempre che lo sia davvero, bisognerebbe sentire cosa ne pensano gli orsi): dire al mondo che il peloso plantigrado che immaginiamo sempre occupato a strappare bacche e dormire nelle grotte in attesa della primavera, in realtà conduca una vita intensa, salvo spostare avanti di un'ora la sveglia nel periodo del letargo.
A tratti divertente, a tratti noioso, è un libro importante solo per chi abbia voglia di cominciare a entrare nell'ordine di idee che tra poco l'orso governerà il mondo.
07.08.06 00:30 - sezione
libri