Per fortuna che c'è Scalfarotto, basta fare un giro sul sito della RAI e segnalare le inchieste di Report per candidarsi a leader della Sinistra radical-chic?
Almeno il 90% degli impiegati italiani che dedicano 5 minuti in ufficio ad andare sul sito di Beppe Grillo potrebbero candidarsi o no?
Già fatto all'epoca della trasmissione.
Ma davvero nessuno ne sapeva niente?
Sinceramente è stata la puntata di Report che mi ha inquietato di meno, in assoluto. Certo 700 milioni possono essere un po' troppi, ed è giusto esigere una riduzione degli sprechi e delle storture, ma spero vivamente che nessuno dubiti della necessità di sovvenzionare la stampa con denaro pubblico.
Verrebbe il sospetto che Larry lavori per un giornale.
In quale legge di natura sarebbe scritto che i giornali vanno sovvenzionati con denaro pubblico?
dai ma sul serio esiste uno che si chiama scalfarotto? :)
Semplice, Moreno: perché gestire un quotidiano è un'attività generalmente in perdita, e quindi preferisco che la stampa venga sovvenzionata dallo stato piuttosto che da privati con agende non troppo chiare, per usare un eufemismo.
Secondo me la calura vi fa dare i numeri: non si tratta di finanziamenti alla stampa, bensì di finanziare quei fogli che risultano essere organi di partito; talvolta anche di partiti inesistenti.
QUanto alla stampa .. ehm... libera se chiude in perdita è giusto che chiuda definitivamente, altro che sovvenzioni dallo stato.
Bravo charlie!
Le sovvenzioni pubbliche servono a pagare la pubblicità che si fa gratuitamente la politica con la stampa, infatti abbiamo quasi tutti commentatori politici e pochissimi veri giornalisti d'inchiesta.
Report in altri paesi sarebbe la norma come trasmissione giornalistica, da noi è un faro che apre squarci nel buio.
Possibile essere così ciechi?
Pubblicare un quotidiano non è obbligatorio, i quotidiani non sono onlus, i giornalisti che cercano di fare il loro mestiere sono comunque pagati al pezzo (a cottimo si direbbe in edilizia)ed i "soloni" hanno comunque stipendi non commisurati (per eccesso naturalmente)a ciò che esprimono con i loro colti editoriali; deve esistere il finanziamento all'editoria per pagare lo stipendio di Feltri(€ 14.000/mese) o Ferrara (€9.000/mese)che magari come hanno dimostrato arrotondano con Servizi (ma... Segreti!)???
No, sinceramente è più utile finanziare quelli che magari (meglio) senza far casino si sbattono per migliorare l'esistenza degli altri e non fomentino contrapposizioni (tanto per rimanere all'attività dei due individui sopra nominati).
Il manifesto, che pure fruisce di questi finanziamenti, sta cercando di rimanere in vita coinvolgendo i lettori, ma per contro coloro che ci lavorano (direttore, redattori, tipografi...)pigliano tutti uno stipendio di pari importo... chissà com'è??
Il problema è che questi giornali non vendono. Vendono poche copie. Quindi vuol dire che io fondo un giornale con l'appoggio di un paio di parlamentari, becco i soldi, e poi il giornale può anche diventare cartapesta in una puntata di art attack... Pensate solo che Libero prende i soldi come organo del partito monarchico!! Anche Polito non esisterebbe, se non come direttore di Men's Health.
ricordo che il buon B. Traven nel 1919 riteneva giornali solo i giornali che non accettavano pubblicita' e si basassero solo sugli incassi delle vendite al pubblico. solo loro, diceva, erano liberi.
un giornale sovvenzionato dallo stato, poi, all'anarchico sarebbe sembrata piu' che una bestemmia: una forma di servitu'.
non vedo perche' oggi dovremmo accontentarci di qualcosa di meno. chi lo fa, evidentemente, ama i privilegi ottenuti a costo della sua propria liberta' ed e' un servo. ma, come dice Giocasta in una tragedia, e' proprio del servo non poter dire cio' che pensa.
Secondo me il finanziamento pubblico ai giornali, e TV, come ad altre mille attivita' piu' o meno chiare svolte dai burocrati mangiasoldi creano storture e corruzione. Lo stesso vale per la TV di stato. La RAI e' un trionfo di inefficienza, sprechi e scarsa qualita' che non si addicono ad un servizio pubblico, ma solo ad un pubblico di cani e di porci come quello delle reti fininvest. La RAI, oltre al danno di farci pagare il canone, ci beffa tempestandoci di pubblicita'.