Così di primo acchito più che comunismo sembra la comunanza dei beni praticata dalle prime comunità cristiane e ripristinata (almeno inizialmente) dal mormonismo. Indubbiamente un fatto positivo:)
Speriamo che non si trasformi mai nel comunismo di Cuba o in quello di certi Paesi ex-sovietici, altrimenti gratuita' e solidarieta' gli abitanti possono scordarsele!
Doctor, ci manca Dio per avere quello che dici tu, per cui è molto più vicino al comunismo (ovvero al cristianesimo spogliato di tutto quanto è sacro e divino...).
Dov'è Alberto? Sono anni che vado in Grecia e non l'ho mai vista quest'isola! Quasi quasi ti raggiungo...
la cosa più bella nei viaggi è ancora avere la capacità di sorprendersi quando, per caso, ti capita di essere in luoghi del genere. E per fortuna, ne sono sicuro, ce ne sono ancora molti. Alcuni nascosti, altri ce li abbiamo sotto gli occhi, li guardiamo ma non li vediamo. Ti trasmettono il luogo, il senso di un luogo, una identità forte. E quando questo accade forse non serve piu una ideologia. Sono gli uomini che lo vivono e che fanno di esso un luogo, sia fisico che culturale. Troppo spesso samrriamo il senso del luogo. Buoni viaggi a tutti!
Le coordinate, vogliamo le coordinate!
beh, se vuoi. Il prossimo anno si può vedere.
buone vacanze
e se alberto avesse trovato l'isola che non c'è?
ci ritorna con il vestitino verde e il berrettino con al seguito tutta la truppa dei bambini terribili?
io voglio fare campanellino!
chi fa capitan uncino?
maria
stavolta mi sembra un commento ricco di demagogia berluscoide all'incontrario !!! il comunistmo non è nella natura dell'uomo anche se ci si può abiutare !!
:-)
Omnia sunt communia!
per emmebi, ma a cuba ci sei stato? o parli solo per sentito dire?
Hm, alla mia ironica domanda "A quando la vittoria finale della gloriosa rivoluzione comunista?" un mio caro amico a- e, per certi versi, anticomunista rispose serafico "Mai, perché l'umanità non se la merita."
Adimant, sono in parte d'accordo con te, ma se ci pensi bene il cristianesimo delle origini predicava l'abbandono dei beni materiali. Cristo è da molti considerato il 1° socialista o comunista che dir si voglia. Allora correggo il tuo post dicendo non il cristianesimo spogliato di tutto quello che è sacro e divino, ma di tutto quello che è cattolico-protestante e quindi materiale. Vallo a dire alla gente di oggi che si deve spogliare dei beni materiali e poi guarda cosa ti risponde. Chi è che rinuncerebbe ad avere una macchina più grossa o a farsi delle belle ferie? Io sono anni che non mi muovo per le ferie (per fortuna abito vicino al mare) e i miei unici viaggi li faccio per andare in ritiro spirituale al tempio che abbiamo in Svizzera (ma almeno c'è l'aria di montagna che è buona). Inoltre, anche se guadagno 1.000 euro al mese e devo mantenerci un figlio e moglie studentessa, ogni mese pago la decima e altri soldi li devolvo in beneficenza per un totale di circa 160 euro al mese. Questo non lo dico perché credo di essere migliore degli altri, ma per dirti che nella religone che professo c'è ancora gente che pratica il distacco dai beni materiali...vallo a dire ai benestanti cattolici e guarda che ti rispondono.
"Chi è che rinuncerebbe ad avere una macchina più grossa"
evidentemente frequenti brutte compagnie
Questa non l'ho capita. Io guido una punto del '96 che ha fatto 142mila Km
Senza arrivare ad estremi come quelli di cui parli, Doctor Pappiana, e premesso che in buona parte concordo con quanto dici, penso che il punto non sia non fare le ferie (quelle, fortunatamete, sono un diritto acquisito dei lavoratori) e magari evitare di andare in bei posti (se i bei posti ci sono, vanno visitati, bisogna conoscere, fa parte della natura umana, e ogni tanto bisogna anche distrarsi); il problema restano le differenze economiche tra chi la vacanza alle Maldive la può fare senza privarsi di niente e chi non la farà mai; io non contesto il diritto di Berlusconi o chiunque altro a farsi la vacanza da sogno, ma pretendo che questo sia diritto di tutti o di nessuno... Utopia? Non ne sono convinto, credo ancora che una adeguata ridistribuzione delle risorse mondiali apporterebbe beneficial 90% dell'umanità. Come farlo capire a tutti e soprattutto come farlo accettare al 10% restante?
Qual'è la tua strada, Doctor Pappiana, la preghiera? La beneficienza? La rinuncia alla macchina più bella? E qui che comincio a non essere più d'acordo: la preghiera dal mio punto di vista è tempo perso, la beneficienza non risolve nessun problema, la mia rinuncia è inutile se nessun altro ne tiene conto. Il problema è complesso, la soluzione forse non esiste... Un giro nell'isola si Ikaria però me lo andrò a fare, tanto per vedere che aria tira.
Alberto, cosa fai! Ora arrivano gli USA ed impongono l'embargo!
A me inquieta il passaggio:
"le feste dionisiache d'agosto che durano dal pomeriggio all'alba, che il partito Comunista usava come fonte di finanziamento e che oggi sono diventate feste di tutti."
Che è una sorta di festa orgiastica per richiamare un po' di turismo sessuale?
Insomma non è che come a Cuba il comunismo è andato un po' a puttane? (Scusate il francesismo)
Riporto un articolo apparso sul settimanale di "famigghia", PORNORAMA; così, mi è parso "abbastanza discutibile"
L'ultima provocazione di Chávez
di Enzo Bettiza
9/8/2006
Il caudillo venezuelano ha acquistato da Mosca forniture belliche per 3 miliardi di dollari. Uno schiaffo all'embargo decretato da Washington.
Nei testi della sociologia terzomondista ricorre un motto esemplare dedicato all’esplosione combinata della natalità con la miseria: «Il letto è sempre ricco dove il piatto è quasi sempre povero». Lo stesso motto si potrebbe oggi applicare, con una significativa variante politica, ai devastanti sciali di denaro e di potere del dittatore venezuelano Hugo Chávez: il trono dell’ex colonnello e caudillo di Caracas è infatti ricchissimo mentre il piatto dei suoi sudditi resta miserrimo. Quest’ultimo erede del castrismo sudamericano, grazie ai giacimenti di petrolio del Venezuela, è facoltoso al punto di concedersi il lusso di foraggiare le casse del suo maestro Fidel, impoverite dal comunismo e dall’embargo Usa, con miliardi di dollari e 80 mila barili al giorno. Da otto anni al potere, con la volontà e la possibilità di rimanervi insediato il più a lungo possibile, egli promette non si sa quale giustizia sociale ai denutriti venezuelani spandendo non si sa quanti soldi per fomentare una chimerica resistenza contro gli imperialisti di Washington.
Che Chávez sia divenuto ormai il Creso dei movimenti populisti e regimi antimperialisti dell’America Latina lo rivela anche il suo recente viaggio in tre paesi che si segnalano per i difficili rapporti con gli Stati Uniti: la Bielorussia del satrapo Alexander Lukashenko, la Russia dell’autoritario Vladimir Putin, l’Iran del fanatico presidente sciita Mahmud Ahmadinejad. Prima il presidente venezuelano ha fatto breve scalo nella città argentina di Cordoba, dove si teneva un convegno del Mercusur, sorta di fiacco e litigioso mercato comune sudamericano capeggiato da Argentina e Brasile: Chávez, presentandovisi nelle vesti di un condottiero globale, è riuscito a raccogliere la promessa di un largo appoggio alla sua aspirazione di far entrare il Venezuela fra i membri ruotanti del Consiglio di sicurezza dell’Onu.
La stessa promessa promozionale l’ha poi ottenuta a Minsk e a Mosca, aprendo generosamente la doppia borsa dei petrodollari e della demagogia imbevuta di bolivarismo e veteroleninismo. Ha lusingato il «fratello» Lukashenko, ultimo tiranno europeo in una Bielorussia internazionalmente isolata, dicendogli: «Voi avete realizzato il sogno di Lenin di mettere fine allo sfruttamento dell’uomo sull’uomo». E intanto, mentre agitava una mano esclamando «I nostri due paesi devono tenere in pugno le spade!», con l’altra siglava un vantaggioso contratto di scambi commerciali. Ma il meglio lo ha dato nell’incontro al Cremlino con Putin. La borsa del danaro ha nettamente prevalso a Mosca sulla borsa della polemica ideologica con l’America, bollata tuttavia da Chavez come «la più grande minaccia per il mondo». Putin, presidente ancora fresco del vertice G8 a Pietroburgo, socio planetario degli americani, è stato cauto lasciando parlare i fatti più delle parole. La sola presenza in Russia dell’acceso antimperialista di Caracas assumeva il peso di una severa risposta al capo della Casa Bianca, che aveva appena incontrato a Washington il presidente della Georgia Michail Saakashvili, considerato dai russi come un insidioso nemico filoamericano in agguato sulla frontiera caucasica.
Alla replica politica russa, incarnata con astuzia da Chavez, si è aggiunta la provocazione insieme strategica ed economica: l’acquisto da parte venezuelana di forniture belliche per un valore di 3 miliardi di dollari. Trenta cacciabombardieri Sukhoy, 50 elicotteri da combattimento, una licenza di produzione dei famosi fucili mitragliatori con munizioni Kalashnikov, più l’accesso tecnologico della Gazprom alle pipeline di Caracas. «Una manna dal cielo» secondo la strabiliata stampa moscovita, e un vero schiaffo all’embargo imposto dall’amministrazione americana alla vendita di armi al megalomane erede di un Castro in declino e sostituto di un subcomandante Marcos del Chiapas ormai in pensione.
«Un pazzo alleato di pazzi» dice lo scrittore peruviano Mario Vargas Llosa. Un pazzo dilapidatore che, affamando il proprio popolo, butta dalla finestra una cornucopia miliardaria per fronteggiare i fantasmi di una guerra immaginaria che probabilmente nessuno gli muoverà mai.
Il colmo di questo provocatorio giro del mondo in chiave antiamericana Chávez lo ha raggiunto durante i tre giorni a Teheran. Qui la demagogia ha prevalso sugli affari tra due stati a monoeconomie sottosviluppate, basate essenzialmente sul petrolio, che quasi si equivalgono con un sensibile margine di vantaggio per l’Iran. Per onore di firma e d’immagine Caracas e Teheran hanno comunque concluso un «accordo di cooperazione» petrolifera, dedicando però più tempo agli insulti agli Usa e all’esaltazione della «sovranità nucleare» dei paesi minacciati dall’imperialismo. Si tenga poi conto che la visita del nuovo líder maximo è avvenuta nel pieno della guerra in Medio Oriente, con gli hezbollah pilotati e armati dagli ayatollah iraniani: ecco perché non si può non sottolineare il lato significato antioccidentale, oltreché antiamericano, delle strette di mano con l’anacronistico Lukashenko, con il furbo Putin e, soprattutto, con lo scatenato Ahmadinejad.
Come sempre la propaganda fa il suo dovere per salvare la "vera democrazia".
Al'epoca dello sciopero dei produttori di petrolio contro Chavez due miei cari amici erano per lavoro in Venezuela ed uno di loro mi raccontò una serie di cose che sui nostri giornali non arrivavano neanche di striscio, e soprattutto mi perlò dell'enorme appoggio popolare a Chavez... Ora diventa una specie di dittatore filocastrista!
Credo poco a Panorama; credo pochissimo ai giornalisti italiani che nel 90% dei casi scrivono da casa loro di quello che succede dall'altra parte del mondo; non credo ad una parola di quanto scritto sopra.
Grazie Darth per l'articolo.
ancora peggio, il golpe dell'11 aprile fu fatto grazie e soprattutto attraverso l'utilizzo da parte di usa e oligarchia venezuelana dei canali televisivi, canali che attuano una vera e propria campagna denigratoria nei confronti del presidente democraticamente eletto ovvero hugo rafael chavez frias...su questo vi consiglio di vedere la rivoluzione non sarà trasmessa che potete trovare sul sito del comitato bolivariano del venezuela
Muone:
perchè purtroppo anche quell'isola è in uno stato capitalista che impone l'uso della moneta. :)
mi fido del fiuto di chi c'è. Se dice che è un buon posto potremmo crederci no? L'invidia è un brutto male, che tende a impedire ai peggio di migliorare, constringendo il meglio a degenerare, per mancanza di fantasia.
Io sono stato a Cuba x 2 sett in ferie e posso dire la mia inpressione di turista.E' un isola fantastica, con persone cordiali dallo sguardo pulito,con tanta voglia di vivere addosso, allegri, calmi rispettosi de loro prossimo,Tutto questo però lontano ma non troppo, dai luoghi turistici; si perchè l'uniche note stonate su quell'isola sono proprio i turisti, spesso non consapevoli dei loro comportamenti.Sono felice di sapere che nel mondo vi sono altri luoghi dove possiamo sentirci a casa nostra.Ciao a tutti e buone vacanze!
Ikaria è proprio così, una specie di incrocio tra un Eden molto mediterraneo e un'Arcadia molto sensuale. Niente turismo sessuale, per carità, anche perchè di turisti ce ne sono proprio pochini: i panaghiri sono feste dionisiache a base di grandi quantità di capra arrosto e vino rosso, in cui si balla in tondo l'"Ikariotiko" al suono ipnotico dei violini e delle fisarmoniche fino a che senti che ti può succedere qualsiasi cosa. Proprio qualsiasi cosa, compresa l'apparizione di Pallade Atena...Da Atene, sono circa sei ore di traghetto o un'ora di aereo (d'estate, tre collegamenti alla settimana). Per la cronaca, ci sono anche acque termali che sfociano direttamente in mare, una goduria mai vista, e la frutta più buona che abbia mai mangiato. Provare per credere...
Chiamare il comunismo incarnazione del passato potrebbe
suonare paradossale, dato che essi affermano di essere
ultramoderni. Ma noi abbiamo valutato le loro affermazioni
ed abbiamo riscontrato come esse siano solo un camuffamento.
Abbiamo riscontrato che che il comunismo, piuttosto che
nuovo e' molto vecchio, e' solo l' ultimo di una lunga
serie di rivolte degli elementi inadattabili, inferiori e
degenerati contro la civilizzazione, che li ha irritati e
che, quindi intendono distruggere.
LOTHRUP STODDARD,
The Revolt Against Civilization