Dopo la polemica tra i due studiosi sulla valutazione della mostra del Mantegna. Il filosofo: tutto è nato da un equivoco
Sgarbi: «Zecchi se ne vada». «No, decide il sindaco»
L'assessore: venuta meno la fiducia per la nomina agli Arcimboldi. Il sovrintendente: non mi dimetto
di Maurizio Giannattasio
Vittorio Sgarbi «licenzia» Stefano Zecchi. Da sovrintendente degli Arcimboldi. Anzi. «Prendo atto della rinuncia di Zecchi, è evidente che dopo le sue dichiarazioni abbia rinunciato a fare il sovrintendente del teatro. L'Arcimboldi dipende dal mio assessorato e non credo goda più della fiducia dell'assessore». Replica Zecchi: «Non mi dimetto da niente perché sino ad ora ho soltanto ricevuto una lettera dal sindaco che chiedeva la mia disponibilità a cui ho risposto affermativamente».
Sta diventando il feuilleton di fine estate. Chi vincerà? A dividere Sgarbi e Zecchi, la mostra sul Mantegna. Scientifica, poco scientifica, turistica, celebrativa e affini. Sembra un pretesto. Altre scintille avevano incendiato i già difficili rapporti tra le due etoile. Come quando Sgarbi cassò la mostra al Pac dei giovani artisti voluta dall'ex Zecchi. Difficile però non pensare che la scintilla primigenia sia stata la scelta della Moratti di affidare la Cultura a Sgarbi, nonostante Zecchi abbia lavorato nel comitato dell'allora candidato sindaco.
Fatto sta che ieri si è arrivati al redde rationem. Sgarbi dopo aver letto le dichiarazioni di Zecchi sull'opportunità o meno di spostare quadri per mostre come quella di Mantegna ha alzato il tiro. Prima una frase lapidaria che ingenera più di una confusione: «Prendo atto che il dottor Zecchi non desidera fare il sovrintendente all'Arcimboldi». Poi la spiegazione di quello che si può definire «licenziamento passivo»: «Gli Arcimboldi - continua Sgarbi - dipendono dal mio assessorato. E a questo punto non esiste più un rapporto di fiducia con l'assessore». Il motivo? «Invece si scusarsi, continua a far polemiche sulla scientificità della mostra di Mantegna. La mostra può essere brutta, ma non può non essere non scientifica visto il livello dei nomi presenti nel comitato. Quindi, dopo, si potrà dire che il comitato scientifico ha fatto una brutta mostra. Non prima. Se lui si occupa di estetica, io mi occupo di logica». E avanti con l'attacco: «Uno che mi paragona al Duce... C'è un limite a tutto. Se lo si supera, vuol dire che non può fare il sovrintendente di un teatro legato al mio assessorato». Ma la nomina del sovrintendente non spetta alla Moratti? «Il sindaco gli farà dirigere il Corrierino dei piccoli».
Non ci sta Zecchi. Anche perché per adesso non è sovrintendente. «Non mi dimetto da nulla perché fino ad ora ho semplicemente ricevuto una lettera dal sindaco in cui veniva chiesta la mia disponibilità». E qualcuno fa girare la delibera del 21 luglio in cui la giunta indicava l'organigramma degli Arcimboldi: «Punto 2.7. Il sindaco nomina il presidente, il sindaco nomina il sovrintendente e i direttori di settore». Come dire, Sgarbi non ha nessun potere di nominare o licenziare il sovrintendente. Ma alla fine uno spiraglio si apre: «Per principio - conclude Zecchi - non smentisco mai i giornali, perche Montanelli mi diceva che il giorno dopo i quotidiani vengono usati per incartare insalata. Se l'interpretazione sui quadri in prestito poteva essere letta come una valutazione negativa della mostra di Mantegna, è stato un equivoco. Un equivoco su un mio presunto giudizio di assenza di scientificità, per una mostra, che tra l'altro, aspetto di vedere».
Due creazioni di Maurizio Costanzo, ma almeno Sgarbi ha passione e competenza sull'arte, Zecchi invece è il vuoto.
beh Duce mi sembra eccessivo..Sgarbi è un liberale, nel senso del liberale che vuole essere libero di farsi i cazzi suoi,e non impone nulla a nessuno...e almeno esatto, lui è competente sull'arte e non solo, essendo una persona molto colta(anche se per nulla intelligente..)
Concordo sugli attributi di Sgarbi... ma io lo vedo molto intelligente e poco colto.
La sua intelligenza sta nella capacità di vendere cose che non conosce.
La sua antipatia me lo rende comunque simpatico