Facce di Betulla e di Placanica
di Giuliano Giuliani
Recentemente l'Unità si è occupata di Betulla in una pungente cronaca di Simone Collini sul meeting di Rimini. Non sfoglio mai la carta stampata di cui Betulla è vicedirettore, neppure d'inverno quando porto i guanti, e quindi devo ringraziare Collini per avermi informato di un titolo («Oggi botte, domani di più») e di una preveggenza («Se avessi più coraggio scriverei: oggi sarà il giorno del morto»), comparsi su quella carta stampata la mattina del 20 luglio 2001. Collini ricorda opportunamente che l'agente del Sismi (era già in forza da due anni, se non erro) arrivò in piazza Alimonda qualche minuto dopo l'omicidio di Carlo. Aggiungo io, insieme ad un altro arredo della libera informazione, Toni Capuozzo, che pensò di realizzare uno scoop stupefacente: un vicequestore della polizia che insegue un innocente manifestante gridandogli «bastardo, tu l'hai ucciso, col tuo sasso». Se non che le fotografie dimostrano senza ombra di dubbio che quella scena è un set cinematografico, e che l'attribuzione di una colpa tanto grave al manifestante serve solo a cercare di nascondere che un carabiniere aveva spaccato la fronte di Carlo con una pietrata quando era moribondo e circondato da un robusto cordone.
Avendo presenti una serie di filmati, posso aggiungere che Betulla è straordinariamente presente, nella giornata di venerdì 20 luglio, in altri episodi «forti» della giornata, quali ad esempio le ingiustificate cariche dei carabinieri al corteo dei disobbedienti, cariche che sono all'origine dell'episodio più grave della giornata. Un gran fiuto per la notizia, non c'è che dire.
Delle facce di Betulla ha scritto anche Marco Travaglio in un suo Uliwood party. A proposito del carabiniere che sparò a Carlo e che vorrebbe i danni dai genitori, commenta che «è un tantino eccessivo», ma dice anche che «nessuno vuole colpevolizzarlo per quel tragico gesto».
Provo a dire perché non sono per niente d'accordo con Travaglio. La «non colpevolezza» deriva da una decisione del pm e del gip, presa quindi in assenza di qualunque contraddittorio in un aula di tribunale, di dichiarare la legittima difesa e archiviare il caso. Una decisione della magistratura, quindi. No, una decisione di due magistrati. Il dovere di rispettare e difendere l'autonomia della magistratura non limita la possibilità di valutare il comportamento di un singolo magistrato.
Travaglio sa bene che vi sono stati addirittura magistrati che delinquono. Ebbene, il giudizio di legittima difesa (il gip aggiungerà per soprammercato l'uso legittimo delle armi) origina dalla constatazione che il carabiniere ha sparato per aria, il più in alto possibile. Cosa assolutamente falsa, come dimostrano le immagini e la stessa relazione autoptica, che parlò a suo tempo di colpo diretto.
Che la storia del proiettile deviato da un sasso la inventino gli inaffidabili consulenti è grave, gravissimo che la avallino un pm e un gip. Per riacquistare credibilità dovrebbero essere loro stessi a riaprire il caso.
Forse vale la pena di approfondire quel commento di «non colpevolezza».
Non vi è dubbio che la principale responsabilità ricade sul potere politico che ordinò la repressione durante le giornate di Genova e sulla catena di comando che quell'ordine gestì nel modo più brutale e violento. Non vi è dubbio che, anche in piazza Alimonda, i maggiori responsabili sono i quadri di comando che ordinano una carica assurda e immotivata e poi scappano a gambe levate invitando i manifestanti a seguirli e a cadere così nella trappola preparata. Ma decisivo, al fine di riconoscere i vari gradi di colpevolezza, è individuare lo sparatore. Da tempo non sono per niente convinto che a sparare sia stato Placanica, e non aver fatto chiarezza su questo punto fondamentale è certamente una sua colpa grave.
Per questa ragione è necessario un processo, dove nessuno dei protagonisti possa avvalersi della facoltà di non rispondere, e dove tutte le contraddizioni possano essere messe a confronto per ricavarne finalmente la verità. Quanto alle responsabilità politiche e della catena di comando basta ripetere ancora una volta che è assolutamente necessaria la commissione parlamentare d'inchiesta.
Non dovrebbe anche dire da quali indizi ha tratto questa deduzione?
"Da tempo non sono per niente convinto che a sparare sia stato Placanica"
Qualcuno ne sa qualcosa?
mauro, ti consiglio di vederti il filmato "Quale verità per piazza Alimonda?", scaricabile da qui: http://www.piazzacarlogiuliani.org/carlo/iter/veritadvd.php
E, nello stesso www.piazzacarlogiuliani.org , la controinchiesta di Pillola Rossa.
grazie ^_^
Ne sono successe troppe di cose gravi cinque anni fa. E' importante far circolare quel video...
Per questa ragione è necessario un processo, dove nessuno dei protagonisti possa avvalersi della facoltà di non rispondere,
ottimo, abbiamo un nuovo codice processuale..
sarei interessato alla modalità con la quale indurre testimoni ed imputati a rispondere, che so i carboni ardenti, una scaldatina ai testicoli, un lavoretto alle unghie..