molti presidi sono contrari a denunciare, ma ciò non c'entra con la distribuzione geografica/sociale dei fenomeni violenti. qui a Milano c'è, proprio in tutte le scuole centrali, la cosa del "caricone" - la classe meno uno prende di mira quell'uno con calci, pugni, lanci di banchi anche in questo caso etc., a oggi ce n'è già una vittima che sedrà forse per sempre su una sedia a rotelle -; i traffici di estorsione fra minorenni, il vandalismo e le cose tipo il commercio di telefonini rubati. mica sempre problemi "dei poveri"!
spero che la collega stia meglio. quanto ai 35 alunni per aula, in molte università comunque ci sono gli accampamenti, almeno in Italia. cerca di pensare che hai un grande pubblico che ti segue! ;-)
Con affetto,
Carol
Lo so, non penso assolutamente che sia un problema di "poveri". Il disagio, le difficoltà di organizzazione...tutto questo fa riflettere.
In Francia poi la rentrée è un fenomeno sociale, commerciale, politico. Non si parla d'altro. Sarkozy e Royal dibattono, senza mai incontrarsi, sulla scuola: lui propone alcune cose, alcune nemmeno oscene, altre completamente fuori da ogni logica; lei afferma che bisogna rivedere il metodo di assegnazione alle scuole (qui i ragazzi sono obbligati ad andare nella scuola attribuita loro dall'amministrazione; chi vuole e può riesce a evitare; il risultato è che talvolta c'è poca mescolanza di classi sociali e culture). I negozi pubblicizzano vestiti per la rentrée (!!!), viaggi per le prossime vacanze... Insomma, al centro di tutto è la rentrée, ma mi sembra che si parli ben poco della rentrée di coloro che la rentrée la fanno, e cioè i bambini.