Metroweb, conti in ripresa. Ma è scontro a Palazzo Marino
di Elisabetta Soglio
I conti di Metroweb vanno bene: il cda della società del cablaggio ha approvato ieri il bilancio esaminando i dati della semestrale che la prossima settimana arriveranno in assemblea. Dalle indiscrezioni circolate, risulta che l'utile è in deciso aumento, come il margine operativo lordo. Il debito pregresso, di 200 milioni di euro, sarebbe in via di riassorbimento: la conferma delle cifre e di questo trend positivo si avrà lunedì pomeriggio, quando il presidente della società, Aldo Scarselli, si presenterà in commissione Bilancio, dove è stato convocato per un'audizione.
Nel frattempo, fa discutere la possibilità che un accordo fra Provincia (attraverso la sua holding Asam) e Comune cambi il futuro della società, messa in vendita lo scorso anno e «promessa» al fondo inglese, Stirling Square.
L'onorevole Maurizio Lupi, sub-commissario di Forza Italia, la mette sul politico: «Credo sia una boutade che Penati (presidente della Provincia, ndr) usa per creare divisioni. La politica non può avere un clima da Baci Perugina, come giustamente hanno osservato alcuni colleghi di opposizione: è un confronto fra le parti in cui si evidenzia la diversità. È giusto collaborare fra istituzioni, ma non possiamo essere conniventi in un progetto in cui le amministrazioni pubbliche creano monopòli e tornano ad essere imprenditori, proprietari e gestori di un servizio». Lupi contesta anche il fatto che una operazione del genere violerebbe l'articolo 13 del decreto Bersani-Visco: «Un governo di centrosinistra — attacca Lupi — ha stabilito che le società pubbliche non possono svolgere prestazioni di servizio a favore di altri soggetti pubblici o privati e non possono partecipare ad altre società o enti pubblici. Asam è una società pubblica e quindi la strada indicata è oggi impraticabile».
Si schiera tra i favorevoli il vicepresidente del consiglio comunale, Davide Corritore: «Vedrei con grande favore un'operazione che avrebbe grande valenza per Metroweb. La società potrebbe diventare player metropolitano, estendendo i confini del suo agire anche nei comuni dell'hinterland. Questa collaborazione fra Comune e Provincia faciliterebbe la creazione della più diffusa infrastruttura di fibra ottica del mondo».
Basilio Rizzo della Lista Fo fa un distinguo: «Dobbiamo rispettare la linea scelta da Aem, che, se ritiene che Metroweb non sia più strategica, ha il diritto di liberarsene.. Altra cosa è auspicare, come faccio anche io, che Metroweb resti in mano pubblica: in questo contesto, se Comune e Provincia o qualche altra istituzione, vogliono acquistare quote azionarie, sono d'accordissimo. E trattiamo un prezzo congruo». Via libera anche da Andrea Fanzago leader dell'Ulivo: «E importante che Metroweb rimanga in mano pubblica. Decisiva sarà l'audizione di Scarselli: se si dimostra che Metroweb sta andando bene, sarebbe davvero un suicidio cederla».
E perchè mai dovrebbe rimanere in mani pubbliche?
Per regalare stipendi ai vari porcellini comunali e provinciali (ed ai loro parenti)?
Le funzioni pubbliche -ammesso che questa lo sia- possono essere svolte benissimo dai privati.
Lo stato pensasse al welfare (e ad abolire le province, enti inutili e costosi; oltre a tutte le holding comunali e ragionali che stanno fiorendo qua e la').
Vi riproduco l'art. 13 del decreto Bersani, che da solo spiega perchè Lupi dice una stupidaggine.
Infatti i divieti citati nell'articolo si riferiscono solo alle società pubbliche che producono beni o servizi strumentali all'attività degli enti pubblici.E in questa fattispecie non ricade sicuramente ASAM (società della Provincia che dovrebbe secondo le cronache entrare in Metroweb) la cui finalità non è certo fornire beni e servizi strumentali agli enti pubblici...
Insomma mi sembra che Lupi non sia solo un sub- commissario ma anche un sub-esperto..
In buona fede o in mala fede?
Art. 13. Norme per la riduzione dei costi degli apparati pubblici regionali e locali e a tutela della concorrenza
1. Al fine di evitare alterazioni o distorsioni della concorrenza e del mercato e di assicurare la parità degli operatori, le società, a capitale interamente pubblico o misto, costituite o partecipate dalle amministrazioni pubbliche regionali e locali per la produzione di beni e servizi strumentali all’attività di tali enti in funzione della loro attività, con esclusione dei servizi pubblici locali, nonché, nei casi consentiti dalla legge, per lo svolgimento esternalizzato di funzioni amministrative di loro competenza, devono operare esclusivamente con gli enti costituenti o partecipanti o affidanti, non possono svolgere prestazioni a favore di altri soggetti pubblici o privati, né in affidamento diretto né con gara, e non possono partecipare ad altre società o enti. Le società che svolgono l’attività di intermediazione finanziaria prevista dal testo unico di cui al decreto legislativo 1º settembre 1993, n. 385, sono escluse dal divieto di partecipazione ad altre società o enti.
E' ormai assodato dalla scienza economica che ogni MAN è un "monopolio naturale" e in quanto tale non può che essere pubblico (come i trasporti pubblici, la sanità, l'istruzione), per definizione e per sua natura (magari rileggiti Martin Geddes che spiega con chiarezza il perché e percome).
La MAN non può infatti avere come finalità il profitto, ma la gestione di servizi per il cittadino che a volte possono comportare perdite per il gestore (può servire riguardarsi Paul, Mick e gli altri per riflettere sulle motivazioni di questa affermazione).
Ovviamente se vuoi dire le solite stronzate qualunquiste su "è tutto un magna magna" sei libero di farlo. Ma restano - appunto - stronzate.
Se lo dici tu..stiamo a vedere (e poi ne riparliamo).