Non è peccato - La Quinceañera
Cominciamo dall'aspetto positivo:
questo film è un buon modo per imparare qualcosa sulla realtà della Los Angeles
chicana, dove a una dignitosa povertà si va lentamente sostituendo una società caucasica rampante, che si incunea tra le tradizioni importate dal Messico, facendo leva sulla voglia di rivalsa e benessere delle nuove generazioni. Magdalena è la Quinceañera - una ragazza al pelo della tradizionale festa messicana dell'ingresso nell'età adulta - che resta incinta vergine non per miracolo divino, ma a causa di uno spermatozoo maratoneta. Magdalena, ripudiata dal padre predicatore bacchettone, trova rifugio a casa dello zio assieme a Carlos, anche lui ripudiato per la sua omosessualità.
Tutto questo potrebbe essere molto interessante, perché racconta un processo di trasformazione sociale in atto nei quartieri poveri delle metropoli americane, da New York (Harlem) a L.A, passando per Chicago. Purtroppo il buono del film si ferma qui, perché per mostrare questa evoluzione sociale il regista e sceneggiatore (esordiente e si vede) si gioca male la briscola, propinando allo spettatore un film lento, sgraziato, noioso, con ritmi sballati e inquadrature dilettantesche. Dopo due ore si scappa dalla sala conoscendo ogni pelo de collo di Carlos, aitante ragazzotto gay che sogna lo show-biz mentre lavora al car-wash, ma - per esempio - senza la percezione chiara del luogo topico del film, la casa del vecchio zio, unico ad accogliere con amore e senza giudizio la disavventura della protagonista. Una sorta di neorealismo di riflusso, ma in cui si avverte sempre la mancanza di un regista vero. Sceneggiatura e fotografia sono a livello della regia.
09.09.06 11:09 - sezione
cinema