La Notte Bianca di Roma
Marco Simoni ha scritto per OneMoreBlog:
Sono le tre e otto minuti di notte e, purtroppo, sono dovuto tornare a casa presto. Infatti, qua a Roma oggi è la Notte Bianca, quando tornare a casa alle tre è un po' andare a letto con le galline. Ho dunque deciso di scrivere qualcosa per raccontarla ai lettori di OMB, che immagino in maggioranza milanesi, anche se forse mi sbaglio. E' stata una bellissima serata, la prima per me: venendo da una lunga permanenza estera non ero a Roma nelle scorse edizioni. La cornice è favolosa, ma questo non è merito del sindaco, dato che i Fori, il Colosseo e il Campidoglio, hanno preceduto Veltroni di qualche anno. Però l'arco di Costantino illuminato di lilla non l'avevo mai visto, e nemmeno il Circo Massimo con una banda di ottoni che suonavano “Oh when the Saints” che non erano nemmeno nel programma, ma solo dieci bravissimi ragazzi e ragazze che occupavano la scena di uno spettacolo appena finito.
Li avevo visti provare giorni addietro, durante una passeggiata mi chiedevo perché fossero proprio al Circo Massimo all'imbrunire, e l'ho scoperto oggi. I grandi concerti e alcuni spettacoli sono deliranti di persone, come piazza Venezia stracolma per sentire Gigi Proietti. Ma si sa, noi di sinistra siamo sempre un po' sospettosi delle masse, e preferiamo nasconderci dietro il teatro Marcello a sentire Gioele Dix accompagnato da una suite jazz (il pianista, bravissimo, arpeggiava il pianoforte a coda pizzicando le corde con le mani, oltre che batterle con i tasti) che ci racconta il libro di Giona, profeta che si incazza con Dio un bel po'. E dopo la palla intellettuale giudaico-sinistrorsa che ci fa sentire a posto con noi stessi (bisogna aver presente che eravamo praticamente al Portico D'Ottavia), per fortuna vicino alla Bocca della Verità c'è un bel concertazzo con il salsicciaro che ci smorza la fame, e un bicchiere di vino rosso tutto per noi. Le salsicce sono mediocri ma la musica è ottima. Sono i Ladri di Carrozzelle, la cui cantante ha una delle più belle voci rock (quasi metallica) che abbia sentito in lingua italiana, forse la più bella in assoluto. E le loro canzoni sono belle e vivaci, compresa una spiritosissima cover di “Un giudice” di De Andrè.
A questo punto l'anima sinistrorsa-pallosa cerca di riprendere il sopravvento su di noi spingendoci verso una riedizione della Vita di Galileo di Brecht, a San Pietro in Vincoli, che sta grosso modo sul colle sopra il Colosseo. Tuttavia, nel percorso veniamo catturati dal palco davanti all'Arco Lilla di Costantino dove hanno montato una specie di arpa elettronica con cavi lunghi circa 20 metri che un tipo vestito strano suona a ritmi fusion (che sarebbe a dire che non ho capito di che musica si trattasse). Però la sua collega violinista è molto carina, ehm, brava a fare una specie di danza contorsionista e l'atmosfera è suggestiva. Talmente suggestiva che decidiamo che si tratta di una emerita boiata e che siamo moderni, sinistrorsi, e pallosi, ma stronzi no. Piuttosto, è l'ora per un paio di birre. A questo punto, come nella scarpetta di Cenerentola sono quasi le tre, e la più giovane vuole andare a dormire. Lasciamo la Notte Bianca rinunciando a Brecht e soprattutto a Capossela alle sei del mattino al Pincio. Dove qualche Marine di destra che non beve, non fuma e si sveglia prima dell'alba, avrà il piacere di avvertire sensi collettivi, e sensi individuali. Ma la Notte Bianca è bella soprattutto per quello che non si ha tempo di vedere o di sentire, e si immagina solamente.
10.09.06 09:22 - sezione
news