Vendita di Metroweb Il presidente Scarselli: non voterò a favore
di Elisabetta Soglio
Il debito è in calo (da 227 milioni di euro del 2003 a 194 del 30 giugno scorso) e «nel giro di 6-7 anni lo potremmo azzerare». Il fatturato è sostanzialmente stabile e gli utili sono aumentati. Il prezzo di 232 milioni di euro cui Metroweb verrebbe ceduta, comprende anche i 200 da versare ad Aem per coprire il debito. Questi i dati della semestrale che il presidente di Metroweb, Aldo Scarselli, ha annunciato durante la commissione Bilancio che si è svolta ieri a Palazzo Marino, confermando la sua contrarietà al progetto di cessione al fondo inglese Stirling Square. L'operazione dovrebbe venire discussa oggi dal consiglio di amministrazione di Aem: «Non posso votare a favore — ha anticipato Scarselli — fin quando la società inglese non avrà presentato un piano industriale che oggi non esiste».
Scarselli si è presentato in commissione come garante di una serie di progetti che erano stati proposti al Comune per valorizzare la fibra (in materia di controllo del traffico, di assistenza domiciliare e monitoraggio dell'inquinamento): «Finora non si è fatto nulla, ma la rete ha molte potenzialità che garantirebbero sul futuro prospero della società». L'opposizione ha insistito sulla necessità di lasciare Metroweb in mano pubblica. Sulla stessa linea alcuni esponenti del centrodestra, tra i quali il leghista Giancarlo Pagliarini («Stiamo svendendo una società strategica»), il forzista Fabio Altitonante («Molti aspetti vanno chiariti»), Carlo Fidanza di An («Il sindaco aveva chiesto rassicurazioni definite sulla sintonia tra piano industriale e patrimonio pubblico. Attendiamo ancora prima di cedere»).