Niente Città per i Poveri
di Robert B. Reich
Ex ministro del lavoro nell'amministrazione Clinton, è professore di politiche pubbliche all'università di California a Berkeley e autore di «Perché i liberal vinceranno ancora».
Anche se l’economia nazionale continua a crescere, il numero di cittadini americani ridotti in stato di povertà non accenna a diminuire.
Secondo l’ultimo rapporto del censimento, i redditi familiari sono aumentati leggermente nel 2005. Eppure, 37 milioni di persone vivono tuttora al di sotto della soglia della povertà, più o meno la stessa cifra del 2004. (Una piccola consolazione: l’anno scorso è stato il primo in cui la povertà non è di fatto aumentata dal 2000, subito prima che Bush entrasse in carica).
Circa un abitante di New York su quattro, ad esempio, vive in stato di povertà. Il sindaco di New York ha nominato una commissione affinché trovasse dei modi per ridurre tale cifra.
Prima che arrivasse Katrina, anche un residente su quattro di New Orleans viveva in stato di povertà. Oggi, il tasso di povertà di New Orleans è assai inferiore. Ma il motivo non è che sono state fatte delle cose che New York o altre città dovrebbero tentare di emulare: New Orleans ha ridotto il tasso di povertà grazie a un'alluvione che ha spazzato via le case dei poveri e che ha poi reso assai difficile un loro ritorno. Più della metà delle persone che vivevano a New Orleans prima di Katrina non sono ancora tornate: i poveri non hanno un posto in cui tornare. Le case in cui vivevano sono andate distrutte, i progetti di edilizia abitativa sono fermi, i quartieri poveri come il Ninth Ward sono ancora devastati, le abitazioni a basso costo, anche quelle in affitto, sono difficili da trovare.
In realtà si tratta di una vecchia storia. Le zone di qualsiasi paese o città in cui le infrastrutture sono maggiormente ignorate - come gli argini dell'Industrial Canal che sono andati distrutti un anno fa - hanno i valori immobiliari più bassi. Ed è lì che vivono i poveri. Quando si ha un'alluvione o una perdita di rifiuti tossici o qualsiasi altra calamità, questi luoghi sono i primi a diventare inabitabili. Il che significa che spesso i poveri sono costretti ad andarsene. E la questione politica e morale è se c'è nessuno che sia sufficientemente interessato ad aiutarli a fare ritorno e a ricostruire.
A volte le città tentano attivamente di sbarazzarsi dei propri cittadini più poveri. Non molto tempo fa alcuni funzionari di Fall River, nel Massachussetts, hanno tentato di demolire un progetto di edilizia abitativa per persone a basso reddito senza sostituirlo con altri progetti economicamente accessibili. Si sa che altre città hanno dato ai poveri biglietti di autobus sola andata per lasciare lo stato.
Ma il più delle volte la questione è semplicemente che non si fa niente. Nel settembre scorso, il presidente Bush promise più di sessanta miliardi di dollari per le prime fasi della ricostruzione di New Orleans. Ma tale denaro venne subordinato alla definizione da parte del municipio di New Orleans di un piano di recupero. Il sindaco di New Orleans nominò una commissione a tale scopo, ma non se ne fece nulla. Il rappresentante del Congresso per New Orleans fece una proposta ma la Casa Bianca la rifiutò. Il consiglio municipale di New Orleans sembra trovarsi in una situazione di impasse. Il governatore della Louisiana ha anch'essa istituito la propria commissione ma anche questa non è stata in grado di proporre un piano. Non esiste un piano per ricostruire i quartieri più poveri della città, nessun alloggio per gli sfollati e pochissimo denaro per aiutarli.
E dal momento che i poveri che abitavano a New Orleans non hanno denaro proprio per ricostruire lì, se ne staranno probabilmente dove si trovano attualmente: a Houston o Dallas o Birmingham o Jackson, Mississippi. Almeno finché tali città non troveranno il modo per ridurre i propri tassi di povertà spedendo i poveri da qualche altra parte.
ahimè..., anche a casa nostra le cose non vanno poi così bene:
http://liberazione05.rifondazione.co.uk/Notizie05/11novembre05/05M4697.htm
per quanto riguarda gli USA, leggere i seguenti articoli può aiutare ad inquadrare meglio la realtà del paese a cui molti si ispirano...(orrore)
http://www.tuttotrading.it/granditemi/problemidelmondo/060517trentasettemilionidipoveri.php
http://www.zmag.org/Italy/vulliamy-povertaumento.htm
http://www.movisol.org/fisco.htm
"Come mi sbarazzo dei poveri"...
... Nel senso che agli americani non basta la concezione repubblicana di "sanita' pubblica"?
Quando leggo queste cose, resto sgomento. Peggio degli slum dei paesi sottosviluppati.