C'era una volta il cinema italiano...
http://youtube.com/watch?v=ErtRKdpncyk
Il cinema italiano non mi frega più..
e avanzerà pure un bel gruzzolo da dare in beneficenza agli orfani di genitori morti di inedia vedendo film pallosi.
:-DDD
a me è amelio che non mi frega più, basta...
"Gianni Amelio della Cina non ha capito una cippa, ma proprio niente di niente".
E da quali orientali pulpiti lo deduci? C'hai vissuto anni? Se si, raccontami.
Io capisco che le opinioni sono opinioni, e almeno io le rispetto. Non ho visto questo film ma avevo visto l'ultimo Bellocchio, per me e per molti bellissimo e da te stroncato senza grandi argomenti, tranne per il solito e banalotto epiteto di "film palloso". In entrambi inoltre affermi che Castellitto è un attore inespressivo.
Insomma, per migliorare la qualità del blog ti consiglio di subaffittare le recensioni cinematografiche.
Mah, io il film l'ho trovato bello. Non un capolavoro, ma bello.
E' un film contro la globalizzazione, dove il lavoro artigiano viene esaltato (e c'e' una scena particolare che secondo me rappresenta questo tema). E mostra la Cina come effettivamente e' (ci sono stato per lavoro per un poco), non da cartolina, un paese dove sempre piu' convivono intermediatori finanziari con poveracci che vivono nei corridoi delle fabbriche.
La storia e' fiabesca, e' vero, giocata sulel coincidenze - forse il punto debole del fim - ma a mio avviso e' una debolezza molto perdonabile che poco si nota nell'impianto generale del film.
minimamoralia: ti basta un mese all'anno in Cina dal 1977 al 1989 più rapporti costanti coi cinesi oggi? Quanto ai miei giudizi, avendo visto tonnellate di film e continuando a vederne, rivendico strenuamente il mio diritto di spettatore non cinefilo di dichiarare palloso qualunque film che mi annoia.
mi basta, infatti chiedevo. e ti chiedo cosa amelio non abbia capito, visto che andrò a vedere il film. Le opinioni sono sacre, le recensioni magari necessitano di una qualche competenza per avere un valore pubblico, ecco tutto.
Minimamoralia... bel nick, da Adorno?
Per raccogliere l'invito di minima, vorrei impreziosire la recensione di Alberto con qualche approfondimento e considerazione di natura più squisitamente tecnica su questo film. Cito Fantozzi e dico che per me "La stella che non c'è" è una cagata pazzesca!
il film non l'ho visto, ma a shanghai non vivono affatto 30 milioni di persone: poco meno di 10 in città, e circa 17 nell'area metropolitana.
per cui, alla luce delle cifre esatte, le probabilità di incontrare l'interprete nella biblioteca salgono notevolmente :)
Minimamoralia: non è facile in poche righe, ma ci provo. Secondo Amelio i cinesi snobbano la competenza di Vincenzo, quando lui li approccia per avvisarli non lo considerano, neppure quando lui va in Cina a proprioe spese. I cinesi sono rispettosi della competenza, stimano chi ne sa più di loro. L'avrebbero coinvolto e avrebbero cercato di carpirgli ogni segreto. Un atteggiamento come quello dipinto dal film è più impossibile che improbabille. Tanto per dirne una.
:-DDD Al, ti meriti un post forse un po' balzano sul tema del piacere che dà stroncare e... leggere stroncature :-D (di libri, nel caso del post :-D):
http://www.rapportoconfidenziale.splinder.com/post/9221142
Se poi stronchi anche il blogger che l'ha digitato, nessuno s'offende, anzi, figurati, :-DDD si ride ancora un po' :-DDD
Carolina
Questa volta sono d'accordo con Alberto. Amelio recepisce il personaggio di Bonocore del libro di Rea (Castellitto nel film) e i suoi rapporti con i cinesi in modo del tutto superficiale. Anzi nel classico modo trombone dell'intellettuale italiano che non possiede cultura e sensibilità per la tecnologia e i tecnici. Il personaggio di Castellitto nel libro è un vincente: i manager che vendono l'altoforno e i cinesi che lo comprano hanno bisogno di lui e della sua competenza. Ed e' grazie a questa sua competenza che - nonostante le barriere linguistiche - riesce a comunicare con i suoi pari cinesi. Nel film invece Castellitto è uno sfigato che insegue una inutile chimera romantica. L'opposto del pragmatismo di un tecnico specializzato quale lui e'.
Insomma un libro bello e profondo e' stato tarsformato da Amelio in una storia improbabile e superficiale. Che delusione!
*...ma il giorno in cui ti presenti ai nuovi proprietari dell'azienda in cui lavori da trent'anni, perlamiseria, fattela 'sta barba!*
Grazie Alberto, terrò questo prezioso consiglio nel dovuto conto. ;~)
Un film che fa veramente schifo!! Era meglio se ci compravo una pizza con quoei soldi...almeno mangiavo.
Film INUTILE!
Ma i film devono per forza essere tutto azione e facce (?) da Sylvester Stallone?
Andatevi a vedere le produzioni americane megamiliadarie allora e lasciateci vedere in pace il cinema italiano d'autore.
E a proposito della Cina in La stella che non c'è, Amelio ha fatto vedere cose che nessun telegiornale o nessun documentario in Italia aveva mai fatto vedere.
E Castellitto e l'attrice cinese esordiente sono stati bravissimi a reggere un film così intenso da soli.
Autore di questo blog, finto-cinefilo da quattro soldi!!
Non ho ancora visto il film, un mio collega italiano che viene spesso in Cina ha riconosciuto molti aspetti della Cina con i quali si è scontrato di frequente, la difficoltà a farsi comprendere ( enon parlo di lingua) prima fra tutte.
Mi riserbo di guardare il film con tutta la comunità italiana di Qingdao (Cina) dove vivo da 1 anno e mezzo.
Generalmente la mia opinione è che non si può giudicare un film paragonandolo al libro da cui è ispirato.A presto per un parere sul film.
Mentre vedevo il film pensavo se Amelio avrebbe capito meglio la mia critica ricevendo una lettera con dentro il biglietto dello spettacolo strappato o direttamente una bomba.
Film penoso, con gravi errori di narrazione. Coincidenze infantili, inverosimili e recitazione piatta di tutti quanti. Che pena...