I GIOVANI E I FARMACI
di Giuseppe Remuzzi
Delle quasi ventimila ragazze tra i 14 e i 17 anni di Milano, almeno mille usano farmaci antidepressivi. Ed è così nei Paesi industrializzati dell'Europa (in Olanda c'è preoccupazione per il grande aumento nell'uso degli antidepressivi, 150 per cento negli ultimi anni fra adulti e ragazzi per una spesa di 104 milioni di euro solo nel 2001).
E succede anche negli Stati Uniti, dove il consumo di psicofarmaci nei ragazzi è aumentato del 100 per cento negli ultimi cinque anni. Di questi ragazzi, pochi (non più del 20 per cento) hanno davvero una malattia mentale. Gli altri prendono questi farmaci senza che ce ne sia davvero bisogno. Sono quasi sempre farmaci antidepressivi che i medici chiamano di «seconda generazione» (paroxetina e sertralina per esempio), che negli adulti danno meno disturbi di quanto non fosse con gli antidepressivi che c'erano prima. Così si è pensato che si potessero dare anche ai ragazzi.
Qualcuno è davvero malato e allora gli psicofarmaci servono, certamente, ma questi sono casi rari. Molti li prendono solo perché sono un po' giù di morale o per qualcosa che non va a scuola, con gli amici o con il ragazzo (o la ragazza). Si prendono anche per l'anoressia, ma uno studio pubblicato qualche mese fa negli Stati Uniti ha fatto vedere che non c'è differenza — nella cura dell'anoressia — tra farmaco e placebo. Ma perché è aumentato così il consumo di questi farmaci? Oggi si ricorre al medico più spesso che una volta e per disturbi del comportamento tutto sommato modesti, e il medico tende a classificare questi disagi in categorie di disturbi psichici e prima o poi prescrive un farmaco.
Certo è il medico che lo prescrive, ma spesso sono i genitori che lo vogliono, a costo di cambiare medico. E c'è il caso di ragazze che prendono quelli che vengono prescritti alla mamma (quanto spesso? Non si sa, dall'analisi delle ricette questa informazione non viene fuori). Ma prendere antidepressivi anche se non ce n'è davvero bisogno non è una buona idea.
Gli antidepressivi negli adolescenti possono aumentare la tendenza al suicidio (è raro, ma succede) e hanno tanti altri effetti negativi, per esempio si aumenta di peso, anche rapidamente, e poi aumentano i grassi nel sangue e c'è più rischio di diabete. E non ci sono studi per sapere che rischio si corre, a quell'età, se li si impiegano per periodi lunghi, questi farmaci. Così darli ai bambini o ai ragazzi è un modo per fargli certamente del male, senza nemmeno sapere se sono davvero utili per i disturbi (quelli dell'avere quindici o vent'anni) per cui li si prescrive.
ecco secodo me questo è il vero sintomo del crollo di una nazione. genitori incapaci di fare i genitori, figli di genitori incapaci, che sbolognano i figli allo psicofarmaco al grido di "lavora! produci! sii come gli altri!". si autocndannano all'estinzione, per forza...
ricordiamo (notizia dell'anno scorso) che l'Unione Europea ha aperto le porte al Ritalin...
Ci dobbiamo rileggere "Il mestiere di vivere"?
Ci dobbiamo rileggere le poesie del Foscolo? (il più grande poeta di tutti i tempi).
Ritorniamo al Leopardi?
La vita è difficile e c'è chi la combatte con i mezzi che ha.
Ma credo che sia strumentale, se non infantile, dare sempre la colpa a "questa società", il refrain è vecchio come il mondo.
la differenza fondamentale aleph e' che di foscolo e leopardi adesso ammazzerebbero la fantasia e la creativita' fin da piccoli a colpi di ritalin e prozac.
tante storie contro la droga e poi vedi che la droga di stato e' la piu' diffusa di tutte (alcool, farmaci e tabacco).
No Berja, non mi dire queste cose.
Assenzio, laudano e oppio erano il pane quotidiano di molti mostri sacri che hanno contribuito alla nostra cultura.
E se vogliamo fare una gara tossicologica tra il prozac e l'assenzio, non so chi la vince...
erano il pane quotidiano dopo l'adolescenza, non sappiamo ancora a cosa andremo incontro dopo generazioni di adolescenti che sniffano colla e solventi, fanno uso di svariati tipi di droghe sintetiche dagli esiti tossicologici incerti, fumano tabacco, fanno abuso di alcol e di psicofarmaci.
ma gli studi statistico/epidemiologici in questo paese non li fa piu' nessuno?
ps: dai non paraculeggiare, tra laudano ed oppio cambia solo la modalita' di assunzione (in verita' l'oppio di buona qualita' si puo' anche mangiare).
@aleph
"la colpa a "questa società","
forse non è da intendersi in società in senso generale , ma in stile di vita di sicuro sì e dentro ci sta tutto : l'ignoranza , il menefreghismo e l'assenza dei genitori , i modelli sbagliati che portano a paronie per l'aspetto fisico , l'arroganza del chi può che sbeffeggia chi non può ...
quello che per noi adulti è ormai passato e facilmente (o quasi)affrontabile è per i ragazzi un muro insormontabile ,
se hanno la fortuna di avere genitori/e presenti/e riusciranno ad andare avanti (tutto compreso , anche le varie evasioni e delusioni)
se il genitore/i non hanno tempo modo voglia la situazione si risolve in fretta con l'antidepressivo di mammà .
ps vorrei sapere una cosa se qualcuno mi può aiutare : è veramente classificata come "malattia mentale" la depressione adolescenziale ? (perchè l'articolo mi sembra lacunoso quando parla di quei 20% che assumono antidepressivi per vero bisogno, non capisco se affetti da depr.adoles. o da altre malattie)
@antonella...
http://www.psichiatriabrescia.it/depressioneadolescenti.html
http://www.psychomedia.it/aep/2002/numero-3/braconnier.htm
http://www.salus.it/medicinadelledipendenze/capitolo_2.html
http://www.repubblica.it/2005/j/sezioni/scuola_e_universita/servizi/profstressati/giovanidepressi/giovanidepressi.html
http://www.psicoterapia-palermo.it/disturbi_psichici/depressione/dprs.htm
http://www.clicmedicina.it/pagine%20n%2012/depressione_adolescenziale.htm
http://www.impegnosociale.com/articolo.asp?ID_tipologia=3
personalmente sono molto dubbioso anche del fatto che si possa parlare di "malattia mentale", soprattutto nel caso della depressione.
anche se non sono più adolescente, mi drogo parecchio. la mia droga preferita sono le endorfine, oltretutto gratis. poi viene la ganja.
ah, scordavo la base: bacco tabacco e venere. e me tiro pure la cenere.
"personalmente sono molto dubbioso anche del fatto che si possa parlare di "malattia mentale", soprattutto nel caso della depressione."
Vero. La depressione non è una malattia mentale, è un disturbo affettivo. E, per rispondere ad Antonella, è un disturbo che colpisce anche i bambini.
Sempre ad Antonella vorrei far presente che sicuramente per un individuo nato intorno all'anno 1.000 DC, l'adolescenza non deve essere stata un gran bel periodo della sua vita...
E' giusto e sacrosanto ragionare e discutere sulle cose che non vanno mentre viviamo il nostro tempo, ma dando eccessiva importanza ad "anomalie normali" (genitori assenti/presenti etc.) si rischia di cadere nei luoghi comuni.
O meglio, si entra nell'ambito del "costume".
Per questo ogni volta che sento dare la colpa a "questa società" mi viene un pò da ridere.
Diversa è la domanda di Berja: l'uso di sostanze tossiche (di qualunque tipo), che effetto avrà sul futuro della nostra società?
Credo che la risposta verrà elaborata tra qualche centinaio d'anni.
1000 e non più 1000 :-)))ma per l'amordid-o, o d-o non esiste o almeno non è un tossico... :-)))
Carolina
Malattia o non malattia, con una depressione (che non è "un po' di umor nero") ci si può rischiare la vita. E tra gli psicofarmaci e il suicidio, o la non-vita della depressione, i primi mi sembrano la soluzione più sana.
"per l'amordid-o, o d-o non esiste"
Oh bella, siamo al tetragrammaton?
Dobbiamo anche parlare del numero 72...?
"Malattia o non malattia, con una depressione (che non è "un po' di umor nero") ci si può rischiare la vita. E tra gli psicofarmaci e il suicidio, o la non-vita della depressione, i primi mi sembrano la soluzione più sana."
La questione è un pò più complessa, non si può ridurre in questo modo.
Esiste un sistema che cataloga i disturbi mentali universalmente accettato da tutti gli operatori sanitari specializzati nel settore psichiatrico.
Questo sistema è da tempo diventato un testo chiamato DSM, ovvero: Manuale Diagnostico e statistico dei Disturbi Mentali. Questo manuale viene redatto ogni anno sotto l'attento controllo dell'American Psychiatric Association.
Gli episodi depressivi vengono inseriti nel capitolo dei disturbi affettivi e vengono elencati i sintomi presenti.
Per poter parlare di depressione, occorre diagnosticare ciò che viene definito: "umore disforico", ovvero perdita di interesse o di piacere in tutte o quasi le attività o i passatempi abituali. L'umore disforico è caratterizzato da attributi quali: depresso, triste, malinconico, disperato, abbattutto, etc.
Per quanto riguarda i sintomi, almeno 4 dei seguenti sintomi devono essere presenti quasi ogni giorno per un periodo di almeno 2 settimane - per i bambini sotto i 6 anni, devono esserci almeno 3 sintomi dei primi 4:
1. scarso appetito o significativa perdita di peso (quando non a dieta), oppure aumentato appetito i significativo aumento di peso (per i bambini sotto i 6 anni considerare anche il mancato aumento ponderale atteso)
2. insonnia o ipersonnia
3. agitazione o rallentamento psicomotorio (nei bambini sotto i 6 anni , ipoattività)
4. perdita di interesse o di piacere nelle consuete attività, o diminuzione della spinta sessuale (nei bambini sotto i 6 anni, segni di apatia)
5. perdita di energia, stanchezza
6. sentimenti di mancanza di valore, autodenigrazione o colpa eccessiva e inappropriata (questi sintomi possono essere deliranti)
7. lamentele o segni di una diminuita capacità di riflettere/concentrarsi
8. pensieri ricorrenti di morte, idee suicide, desiderio di essere morto o tentato suicidio.
A di là del fatto che, come i classici studenti di medicina ipocondriaci, chiunque leggendo almeno uno di questi punti ci si trova in mezzo, il problema è l'interpretazione, l'analisi e la conclusione alla quale un psichiatra arriva dopo la visita del paziente.
Mi spiego: se io psichiatra vengo irretito dalle lusinghe materiali di una potente azienda farmaceutica, mi sarà relativamente facile far rientrare un ragazzino troppo agitato o prennemente annoiato per pura noia e niente altro, in un caso di depressione. E quindi curarlo con farmaci...
Questo è il punto, credo, sollevato da questo post.
E' chiaro che la depressione è una brutta malattia che semina morti per suicidio in tutto il mondo e non è il caso di scherzarci sopra.
Però, probabilmente, non tutte le diagnosi di depressione hanno un riscontro clinico oggettivo, forse la spintarella commerciale qualcuno la dà. Anzi, l'ha già data.
Questo manuale viene redatto ogni anno sotto l'attento controllo dell'American Psychiatric Association.
e fino agli anni '70 comprendeva l'omosessualita' tra le malattie.
tanto per dire quanto puo' essere affidabile la qualifica di "malattia mentale".
Per quanto riguarda la tua considerazione finale sulle eventuali "spintarelle" potremmo scrivere un trattato, che ne dici di iniziare dalla carnitina? (ah ah ah ah!)
aleph intorno all'anno mille è probabile che gli adolescenti avessero ben altri problemi e che la maggior parte fosse anche già sposata e a loro volta con prole ...
ma forse non mi sono spiegata bene :
i ragazzini con disturbi dell'umore legati a fattori ormonali o a fattori psicologici tipo timidezza etc ci sono sempre stati ; per parte di questi (20% statisticamente in america)i disturbi sono più seri tanto da dover essere seguiti anche farmaceuticamente (è sempre statistica medica come per tutte le altre malattie infantili e non).
il problema del 3d non sono i ragazzini con seri problemi mentali ma gli altri : se non hanno i seri problemi cosa li prendono a fare gli antidepressivi? perchè glieli danno .
e chi glieli da ? i medici spinti dalle case farmaceutiche e spinti dai genitori ignoranti che credono che l'umore dei figli dipenda da un palliativo della loro attenzione , molto più comodo che approfondire il disagio .
questo è quello che io intendevo per società .
facevo battute. magari idiote, ma battute:-))) cmq vorrei dare un parere controcorrente: secondo me si fa anche un sacco di moralismo sui farmaci oltre che quello ragionevole sulla società. voglio dire, se il problema è un organo diverso dal cervello nessuno si scompone. esempio: che consumo ci sarà di tutti i vari "moment" o antidolorifici da banco anche quando non servono "tranne che per la produttività" (stesso meccanismo)? boh. non ne parlano tutti. invece gli psicofarmaci sono una cosa che preoccupa. perché secondo me la gente non legge che sono appunto "farmaci". legge tra le righe "droghe". o "malattie mentali" e con un'accezione molto più carica di paure di quella di un mar de panza. però in realtà penso che il cervello sia da curare come la panza, e anche che sia meglio "essere deboli" (!!!) e curarsi una depressione o un vattelapesca psichico, piuttosto che vagolare lo stesso per farmacie, grosso modo, magari per procurarsi palliativi sui sintomi fisici.
Carolina
ps. questa è "Fuzzy Dizzy The Original 1", senza maschere, ancora prima che si chiamasse così e che si stressasse per via di personaggini poco moderati e/o di contesti un po' troppo venefici. Virtualmente e generosamente, se volete discuterne aggiungete altri commenti, s'il vous plait.
Carolina