Regole
Per vedere se avete capito per bene l'imperativo ora facciamo un esercizio in classe. Lavorate con il vostro compagno di banco, scegliete un argomento, un ambiente e scrivete le regole che si devono assolutamente rispettare. Insomma, per una volta a scuola, gli ordini li date voi! Trenta sedicenni che si mettono a lavorare a gruppi di due sono un'esplosione, ma questo, dopo quasi due mesi di ferie, me l'ero dimenticato. Ogni tanto richiamo all'ordine, spesso minaccio, ma non ci crede nessuno, io per prima. Li aiuto un po' perché di dizionari in giro per l'aula ce n'è solo uno.
Poi ogni coppia deve leggere il proprio decalogo. C'è chi ha fatto pochi sforzi e ha scelto la scuola, con i vari “togliti il cappellino con la visiera”, “non correre”, “sta' attento in classe”. Chi ha descritto la vita domestica di un adolescente, con numerosi “non rispondere male ai genitori”, “apparecchia e sparecchia la tavola”, “non maltrattare i fratellini”, “finisci i compiti”, “non passare tutto il pomeriggio davanti alla TV”. La colonia delle vacanze, la palestra degli allenamenti, il museo.
Poi ci sono il cinema e la biblioteca, e qui si apre un mondo inaspettato.
Al cinema siamo avvertiti: “non cambiare sala quando il film è già iniziato”, “non mettere le scarpe sporche sulle poltrone”, “non urlare”, “non correre durante il film”, “resta fino alla fine del film anche se non ne puoi più”, “paga il biglietto”.
La biblioteca è stata scelta dai due capi dell'autogestione dell'anno scorso, due ragazzi simpaticissimi che parlano solo di rivoluzione e di politica, e quindi hanno un gran successo con le donne. “Non ascoltare musica”, “non telefonare”, “non sederti sui tavoli”, “non lanciare le sedie”, “soffiati il naso prima di entrare”, “parla meno che puoi”, “non mangiare”, “non fare foto”, “non correre”.