Quella dei malati terminali di distrofia muscolare è 1 condizione terribile. Luca Coscioni ci ha lasciato poki mesi fa, ha avuto la fortuna di potersene andare e di poterlo fare qnd ancora era in grado molto molto difficoltosamente d comunicare (grazie a degli artifizi creati insieme alla moglie) e comunicare la terrificante condizione in cui si trova 1 malato d quel genere, invocava alla libertà d ricerca scientifica sulle staminali embrionali.
L'associazione Luca Coscioni a oggi dà tutto il sostegno ai laboratori d ricerca italiani ke già fanno ricerca sulle staminali embrionali e ke si sono rivolti a Romano Prodi x opporsi alla propaganda ideologica contro le embrionali e alla falsa contrapposizione con le staminali adulte. Aiuterà eventuali ricorsi al TAR contro le amministrazioni pubblike ke escludano illegalmente progetti d ricerca scientificamente superiori solo x' utilizzano le embrionali.
L'ASSOCIAZIONE COSCIONI punta inoltre a creare in Parlamento maggioranze x la riforma delle leggi e pratike proibizioniste in particolare su:
Ricerca scientifica
Fecondazione assistita
Testamento biologico
EUTANASIA.
Tali maggioranze vanno cercate nn come risultato d 1 mero compromesso tra le oligarkie partitike, ma attraverso 1 dibattito parlamentare vero, ritrasmesso dai MEDIA con approfondimenti e dibattiti con il PIENO coinvolgimento dell'opinione pubblica.
X farlo, vanno conquistate condizioni minime d legalità e d conoscenza, oggi assenti.
Se questo avvenisse, le riforme potranno arrivare con il consenso popolare e anke con il consenso dei Parlamentari dell'opposizione.
L'ASSOCIAZIONE COSCIONI è x questo strumento a disposizione anke x iniziative trasversali.
La questione è molto delicata e richiederebbe molta attenzione, oltre che prudenza e preparazione, anche scientifica oltre che giuridica, da parte del legislatore.In verità, con quelli che mandammo, mandiamo e manderemo a rappresentarci e ad operare al posto nostro nel Parlamento Italiano, non abbiamo molto da sperare. Finora, abbiamo avuto la certezza che siano veramente bravi nell'approvare leggi che assicurano l'impunità a chi delinque ad uso e consumo proprio o di cerchie ristrette di individui certamente ben vestiti, ben nutriti e a volte anche ben truccati ma molto sprovvisti di senso morale e di quello che una volta(ma quanto tempo fa?) si chiamava senso dello stato. Sono favorevole anche io,e sono in buona compagnia, ad una legge che preveda la possibilità di porre fine volontariamente ad una vita non più sostenibile ma che preveda anche la tutela del richiedente, attraverso controlli sia da parte di medici di sicura moralità che da parte di magistrati che ne possano verificare la libera e motivata decisione. Troveranno mai il tempo , quei signori, per fare finalmente qualcosa di meritevole per chi ha veramente bisogno di attenzione e di rispetto?Dice bene Piergiorgio Welby che non vuole una morte dignitosa ma che non è più in grado di viverla, una vita dignitosa. Ho avuto un fratello con una di quelle malattie(e non sono poche!) che ti tolgono a poco a poco la possibilità di esercitare i sensi fino a ridurti in uno stato che chiamare vegetativo non è giusto perchè, se è vero che non puoi in alcun modo essere utile a te stesso e tanto meno agli altri, l'unica facoltà che ti rimane intatta e vigile è proprio quella intellettiva, il che rende ancora più crudele e disperante dover trascorrere ogni giorno-e sono 24 INTERMINABILI ore-senza poter fare altro che desiderare che arrivi la fine, possibilmente durante il sonno. Siamo spesso indifferenti, anche quando ne parliamo, alla vera sofferenza di questi ammalati che sperimentano, senza aver commesso alcun crimine, un'esclusione dalla vita assai più infernale di chi è condannato all'ergastolo. Tanta comprensione e com-passione per Welby e per tutti coloro che, come lui, sono dei condannati a vivere una vita senza gioia né speranza.
piergiorgio welby è coraggioso due volte primo perchè ama la vita e lo dice con forza e vigore, secondo perchè lo ricorda a tutti noi.
maria
Comprendo le problematiche legali, etiche e filosofiche dello "staccare la spina" a qualcuno che non lo ha mai formalmente dichiarato e che ora non è più in grado di farlo; questo argomento merita sicuramente attenta riflessione e dialogo fra le parti. Però qui stiamo parlando di una persona (anzi, molte persone) che nel pieno possesso delle loro facoltà mentali, chiedono di porre termine a una cosa che non possono più chiamare vita! In questo caso la discussione dovrebbe essere decisamente più breve, e lo sarebbe, se non fosse per le solite ingerenze della Chiesa sulla vita delle persone.