La sindrome di Stoccolma
di Furio Colombo
La minaccia di Bruno Vespa di abbandonare la Rai (presumibilmente per dirigere a tempo pieno tutti i dibattiti dei migliori esponenti della sinistra) dopo l’editto del presidente Petruccioli che prevede solo tre serate invece della presenza continua (o in persona o con i suoi libri) su tutti i canali e in tutte le ore in cui gli italiani si siedono davanti a un televisore, ha fatto correre brividi di tensione nel folto pubblico dei partecipanti abituali di Porta a Porta.
È importante per un politico riconoscere subito il problema. E impegnarsi nella giusta lotta.
l problema è che non si può far politica senza Bruno Vespa o con meno Bruno Vespa (benché resti il mistero su come ce la facciano gli omologhi esponenti di partito inglesi, francesi, tedeschi, americani, dove l’omologo di Bruno Vespa non esiste).
L’impegno di lotta è chiaro: battersi per il sacrosanto diritto di Bruno Vespa di apparire sempre, con il giro fisso dei suoi ospiti organizzati in senso orario da destra a sinistra. Altrimenti c’è il rischio che in normali programmi invitino qualcun altro e magari anche dei cittadini che, come è noto, snaturano la politica.
Ma ecco il manifesto di lotta così come presentato al Corriere della Sera dalla Sen. Manuela Palermi (Pdci):
«Primo. Bruno Vespa è uno dei pochissimi che hanno sempre garantito in Tv la presenza dei partiti piccoli, cosa che non succede nei talk show della sinistra.
Secondo. Da portavoce (del Pdci, ndr.) seguivo tutti i talk show politici. E la maggiore correttezza l’ho riscontrata in Porta a Porta di Vespa.
Terzo. Vivadio, ai partiti piccoli garantisce la presenza. Cosa che non fanno nemmeno i Tg.
Quarto. Vespa è troppo sdraiato su Berlusconi ma va bene. L’essenziale è poter spiegare le ragioni del proprio partito, ciò che non accade nei talk show più vicini alla nostra parte politica. Lui ci ha sempre lasciato parlare».
Il manifesto della Sen. Palermi si chiude con una dichiarazione di solidarietà al talk show della libertà, con la frase da ricordare: «Lui ci ha sempre lasciato parlare» che fa pensare a un cupo regime in cui le ragioni della Sen. Palermi e del suo partito siano tenacemente oscurate da tutti gli altri.
Il manifesto, vivadio, chiede qualche nota a pie’ di pagina, specialmente per chi dovesse trovarsi fra le mani lo storico testo fra qualche anno, quando, mettiamo, Bruno Vespa fosse diventato “Moderatore dello Stato”, carica da sostituire a quella del Presidente della Repubblica, perché sarebbe il solo modo di garantire (ci dice la Palermi) che «lui ci lascia parlare». Anche perché, supponiamo, dopo le sentite dichiarazioni della Palermi seguirà una raccolta di firme. Molte feste dei partiti di sinistra sono ancora aperte, forse si fa ancora in tempo a mobilitare le masse.
Infatti il manifesto contiene un grande riconoscimento democratico («ci fa parlare tutti») e una grave denuncia (tutti gli altri talk show di sinistra minacciano la democrazia).
Una curiosità attanaglia subito il lettore: di quali talk show si parla, visto che quasi tutte le sere della settimana del servizio pubblico sono occupati da Vespa e (si deve intendere) dagli ospiti del maestro? Ballarò si brucia in un martedì. Fazio ha due finestrine alla settimana con dovere di cultura, comici e varietà. A ciascuno di loro occorrono mesi per avere la disponibilità di inviti che Vespa si gioca (entusiasmando la Palermi) in una settimana.
Altri talk show, altri programmi politici, alla televisione italiana non risultano, prima del ritorno di Santoro (che però invita poco). Dunque scappellarsi davanti a Bruno Vespa perché ospita di più (e proprio in occasione del tentativo reazionario di Petruccioli di restituire agli italiani almeno una sera già prepagata col canone) sarebbe come ringraziare il Policlinico di tenere aperto tutte le sere il pronto soccorso. Dovere, risponderebbero medici e infermieri.
Quanto al dovere secondo Vespa, esso include, certo, una astuta gentilezza verso i piccoli partiti (che però ci pareva di avere intravisto in tutti i telegiornali). Ma le poche volte che essi sono di riposo, tutto lo spazio tocca al più grande conflitto di interessi del mondo, rappresentato in persona da Silvio Berlusconi. Arricchito per merito di Vespa della legittimità creata dalla frequentazione di militanti di sinistra in altre sere e altre ore, occupa una sera intera per firmare quel “contratto con gli italiani” che ha reso lui, ma anche l’Italia molto conosciuti (e forse non molto stimati) nel mondo.
Ora la Sen. Palermi ci dice (cito): «L’essenziale è poter spiegare le ragioni del proprio partito». Siamo sicuri che sia davvero l’essenziale? In quella Italia?
Per capire bisogna ricordarsi della ragazza austriaca tornata libera dieci anni dopo essere stata rapita dall’uomo che le ha rubato la famiglia e l’infanzia. «Sì, ma con me è stato buono. E per lui ho acceso una candela».
Sindrome di Stoccolma, direte, l’ostaggio che impara ad amare il sequestratore. Sì, ma almeno la ragazza austriaca si è liberata da sola, fuggendo. La Sen. Palermi chiede di rientrare, quattro sere la settimana, a Porta a Porta. In scenografia troverà ancora la scrivania di ciliegio su cui, in piena libertà, è stato firmato il “contratto con gli italiani”.
Caro Bruno Vespa, una dichiarazione così, è perfetta per lanciare la prossima edizione di Porta a Porta: "spero di stare alla Rai per sempre, ma se la Rai dovesse stringere e rendere meno confortevole l'ambiente di lavoro, mi cercherò un altro posto" (da corriere.it del 21/9/2006). Si riparla di toglierti una puntata di Porta a Porta e tu ti ribelli perchè gli ascolti sono con te. Pensaci bene e non fare colpi di testa. Se lasci la Rai, dove te ne vai? A Mediaset? E quelli ti garantiscono le stesse ospitate per pubblicizzare il tuo libro natalizio? Lo so che Mondadori e Mediaset cominciano entrambe per B, ma fatti bene i tuoi conti. La concorrenza incombe e i venti bulgari non soffiano più. Marco Travaglio è già stato dalla Ventura a parlare del suo libro e fa pure coppia con Santoro (il secchione ed il biondo). Caro Bruno Vespa, non potresti sopportare che quella serata tolta a te andasse a Luttazzi e Travaglio. E allora, fallo. Lascia la Rai. Rinuncia ad indossare il grembiulino della Prova del Cuoco (con in tasca la tua ultima fatica letteraria pronta all'uso) e via! verso nuovi orizzonti. Di te ci resterà un imperituro ricordo: un plastico.
oltre al plastico credo che ci rimanga anche una scrivania dove firmare contratti con gli italiani!
che ce ne facciamo?
Vespa va a cagare!
Sono rimasto colpito dal perché Vespa nel Porta a Porta su Telecom abbia più volte fatto una difesa d'ufficio dei servizi segreti. Non sarà per via dell'inchiesta del sequestro AbuOmar abbiano messo di mezzo il suo main sponsor Gianni Letta?
Colombo farebbe meglio a criticare gli esponenti dei SUO partito, che fanno la fila con la lingua penzoloni pur di essere da Vespa. Mi pare un editoriale molto ipocrita.
Mi dispiace per Furio, ma questa volta ha ragione Marco Ottabelli, I politici dell'Unione, come quelli della cdl, fanno la processione da Vespa con il cappello in mano per andare ospiti e lui questo lo sà. Vespa non è la terza camera della repubblica, ma la latrina del Parlamento dove tutti i politici necessitano di andare per assolvere a loro bisogni fisiologici.
Vespa non lascierà mai la TV di stato. Ma guardatelo, è il Mastella del giornalismo, oggi guarda a destra, domani a sinistra. Potrà mai andare a Mediaset o su Sky? Li i patron li conosciamo, alla RAI invece seguono pari passo i vari governi...insomma un nido migliore di quello per ZZZZZZZZZZZZ non esiste.