OK, non è fedele al libro, tanto da essere ambientato a Chicago anziché a Londra. OK, il lietofine è sforzato, un felicicontenti che all'autore non passava per la testa. OK, John Cusack è troppo più tenero del personaggio incontrato nel libro. Tuttavia, con le sue classifiche, la sua ironia e la sua strepitosa musica, questo film (liberamente) ispirato al libro omonimo di Nick Hornby resta una delle cose migliori di sempre nel suo genere.
Le chiacchierate autostiche di Rob col pubblico sono tutte, indistintamente, piccoli capolavori di ironia e arguzia, altrettanto lo sono i suoi dialoghi coi due improbabili commessi, perfettamente a punto nel loro ruolo di appassionati che non accettano di buon grado la separazione dai prodotti che si trovano a vendere (cfr Jones il suonatore, l'ubriacone di Fabrizio De Andrè, che al mercante di liquore chiede incuriosito "tu che lo vendi, cosa ti compri di migliore?"). Qualche comprimario è stereotipato, la Zeta-Jones nella parte della ex-fidanzata vuota e vampira, Lisa Bonet nella parte della cantante emergente già un po' rovinata. Ma sono peccati veniali in un film che si può rivedere ciclicamente senza annoiarsi mai, anzi scoprendo ogni volta un dettaglio rimasto seminascosto.
E per finire in bellezza, dalla colonna sonora del film proponiamo la superba I'm Wrong About Everything di John Wesley Harding, sicuramente al primo posto nella classifica delle cinque cose migliori del film. Seguono le classifiche, l'entrata in scena di Jack Black, Rob sotto la pioggia, il cammeo di Tim Robbins nella parte dell'odioso Ian.