Furbetti & Furboni
di Marco Travaglio
Il ministro della Giustizia Clemente Mastella sostiene da tempo che non si può cancellare con un tratto di penna, come peraltro l'Unione aveva promesso, la controriforma Castelli dell'ordinamento giudiziario, perché al Senato la maggioranza non è autosufficiente e deve cercare il consenso della Cdl. Così ha avviato trattative con alcune preclare figure del centrodestra, fra le quali il senatore Schifani. Risultato: la Castelli verrà solo emendata in alcuni punti (come la separazione della carriere), mentre resterà o andrà in vigore in altri (fra i quali l'orrenda gerarchizzazione delle Procure, contro cui l'Anm sta per scioperare). L'altroieri s'è votato e, a causa dell'astensione di tre dipietristi, contrari all'inciucio col centrodestra, il governo è andato sotto. Domanda: ma se bastano tre astenuti per andare sotto, a che è servito il compromesso con l'opposizione, visto che la maggioranza non s'è allargata nemmeno di un'unità? Per andare allo scontro col centrodestra, tanto valeva andarci con un'abrogazione totale della Castelli, anziché cedere su molti (troppi) punti che, alla conta, non hanno portato nemmeno un voto in più. L'impressione è che qualcuno faccia il furbo, e fare i furbi alle spalle degli elettori non è una bella cosa.
Seconda furbata. Com'era ampiamente prevedibile, anche Luigi Chiatti, il cosiddetto mostro di Foligno, condannato a 30 anni per gli omicidi di Simone Allegretti (4 anni) e di Lorenzo Paolucci (13 anni), beneficerà dell'indulto, cioè uscirà di prigione tre anni prima e godrà in anticipo dei benefici della legge Gozzini. L'indulto varato a fine luglio dall'Unione meno Di Pietro più Forza Italia e Udc, infatti, comprende tutti gli omicidi commessi prima del maggio 2006. Ma, com'era ampiamente prevedibile, chi l'ha votato tenta di scaricarne le conseguenze sui magistrati. E' il caso delle ineffabili onorevoli Erminia Mazzoni (Udc) e Maria Burani Procaccini (FI), sdegnate contro i magistrati che, applicando la legge dell'indulto approvata con i voti determinanti dell'Udc e di FI, ha concesso lo sconto di pena a Chiatti. La Mazzoni si dice “sconcertata”. Par di sognare: questa brava donna prima vota uno sconto di pena di 3 anni per gli omicidi, poi chiede pene più alte per gli omicidi. La Burani Procaccini, in quanto Burani, ha votato l'indulto, e ora in quanto Procaccini definisce “vergognosa e schifosa” la decisione dei giudici, frutto di una legge che i giudici non hanno votato, ma lei sì. Notevole anche il capogruppo dell'Udeur in commissione Giustizia Gino Capotosti, che trova “di dubbio gusto sottoporre i parenti delle vittime a una nuova, gratuita sofferenza”: l'Udeur è il partito del ministro della Giustizia che non solo ha votato, ma ha sponsorizzato l'indulto, infischiandosi delle vittime dei beneficiari. Non si può nemmeno dire “chi è causa del suo mal, pianga se stesso”, perché qui chi piange non ha causato il male, e chi ha causato il male fa il furbo accusando i giudici che non c'entrano nulla.
A questo proposito, ieri Susanna Ripamonti ha riportato le giustificazioni fornite dai membri della giunta per le elezioni della Camera, che dal mese di maggio mena il can per l'aia sulla sentenza che dichiara interdetto in perpetuo dai pubblici uffici, e dunque decaduto dal seggio di deputato, il cosiddetto onorevole Cesare Previti, condannato definitivamente a 6 anni per corruzione giudiziaria, arrestato in giugno, trasferito dopo 5 giorni ai domiciliari e prossimamente libero e bello grazie all'indulto. Pare che il presidente dell'insigne consesso, il forzista Bruno, e il responsabile delle incompatibilità, l'ulivista Burchiellaro, sostengano di non poter cacciare l'abusivo perché la Cassazione non ha ancora depositato le motivazioni, e che il presidente Fausto Bertinotti abbia sollecitato la Corte a spicciarsi. Purtroppo l'argomentazione non sta in piedi: le sentenze della Cassazione sono immediatamente esecutive fin dal deposito del dispositivo, tant'è che il condannato a pene superiori a 3 anni viene arrestato subito dopo e attende in carcere le motivazioni. Lo stesso vale per le pene accessorie, come l'interdizione dai pubblici uffici. Se lorsignori non hanno il coraggio di mettere Previti alla porta, lo dicano chiaramente. Ma non facciano i furbi con scuse ridicole. Come si dice a Napoli, accà nisciuno è fesso.
E invice simmo tutt'e fessi a nun pende a carci inculo tutta sta ggente emmerda
Ieri a matrix il cosidetto ministro della giustizia Clemente di nome e di fatto Mastella ha esordito dicendo che lui e un perdonista, che la sua formazione cattolica lo porta sempre a perdonare chi sbaglia che il carcere deve essere l'ultima soluzione.Ma mi chiedo e lo stato di diritto?Ha cosa serve il codice penale?Allora aboliamo le leggi e affidiamoci alla santa inquisizione cosi Chiatti con due pater noster e quattro ave maria se la cava.Perchè non lo va a dire ai genitori dei due bambini,o alle vittime di quelli che sono usciti grazie all'indulto,questo cattolicesimo peloso da parte di uno che fa gli intrallazzi a spese dello stato che ha lo stesso seso etico di una iena mi ha stufato.La verità è che questi onorevoli (si fa per dire)dovrebbero vergognarsi ma purtroppo per fare politica bisogna avere molto pelo sullo stomaco e quindi quando vedono il loro conto in banca gli passano tutti gli scrupoli.
Grazie Marco... Sei l'Unico Giornalista.
Un cattolicesimo perdonista, una sinistra indultista, una destra depenalizzante, i radicali abolizionisti, gli ex-antagonisti in cerca di grazia, i leghisti illegalitari...
tutte forme che denotano una cosa: l'italiano odia le regole e le vuole aggirare.
In questo sistema una persona normale diventa un giacobino.
In questo sistema una persona normale diventa un giacobino.
Beh, forse è arrivato davvero il momento...