Complimenti per l'idea, Alberto. Mentre viviamo in una città che tende a chiudersi a riccio (sich einigeln direbbe Igel Bin), ci offri l'opportunità di prendere un po' d'aria fresca...
Bellavite?
che carina questa cosa.
Carolina
complimenti dopo Parigi ora la Berlino periferica, pensare che per avere notizie dall'estero bisogna chiamare gli amici/colleghi o sperare in Euronews
ad amburgo ci sono i fagiani (visti coi miei occhi alle 5 di mattina in mezzo alla strada)
Mi prende una nostalgia bestiale. Sono tornato a Milano, e mi piace, mi piace perché è la mia città. Ma la ho ritrovata piegata, ripiegata. E non sono tanto le pantegane che si sono alzate sul bordo del Lambro al parco e mi hanno sfidato minacciose quando mi son avvicinato per farle sparire, tornare sotto terra, nei pressi di quell'acqua e candeggio. Certo la volpe all'una di notte che, sotto una nevicata, si allontanava con tutta calma dalla strada di casa mia, e si riavviava verso il parco, a Berlino, faceva un altro effetto.
La differenza, nei miei ricordi, non è solo la notte, ma come ti si pone la città. A p.za Udine c'è gran luce ma se ci passi il contorno ti dà una sensazione di insicurezza, inadeguatezza. Se devi, insomma, ci passi. Ma la sera, in realtà dovresti essere sui Navigli e con un po' di soldi in tasca. Il resto, te lo dice l'aria che respiri, è tutto sbagliato. A Berlino la sera con 20€ in tasca sei un gran signore (anche senza, dice l'aria), e ti perdi a capire dove andrai a sentire quale musica ti accompagnerà: dall'opera all'elettronico, tanta scelta da est a ovest, tanta qualità. Qualcuno è ubriaco, molti punk hanno molti cani bastardi, ma in centro e fuori (certo non Marzahn...) tu abiti la città insieme a loro, nelle strade semibuie c'è tranquillamente posto per tutti, si sente. E senza la nostra frenesia, la capacità di fare, lì si coltivano idee, che diventano progetti, cose; poi magari naufragano, ma intanto la città vive.
Vai Paolo, magna cum invidia, sempre.